“El curà ‘d Roca Brusà” a Colleretto Giacosa (Torino)

La commedia di Giovanni Drovetti portata in scena dalla compagnia “Snoopy” di Forno Canavese

Sabato 17 gennaio, alle sera, presso il Salone “Piero Venesia” di Colleretto Giacosa (Torino) è andato in scena l’ultimo spettacolo della stagione “A teatro con gusto” del Contato del Canavese in collaborazione con il Comune di Colleretto Giacosa.

Protagonista della serata è stata la compagnia “Snoopy” di Forno Canavese che ha presentato lo spettacolo in piemontese “El curà ‘d Roca Brusà”, traguardo del 40° compleanno di vita della compagnia amatoriale apprezzata in tutta la regione.

Questa la trama della commedia “El curà ‘d Roca Brusà”. In un piccolo paese dimenticato da Dio, Roca Brusà, il parroco, Don Giusep, viene suo malgrado coinvolto in vicende che turbano la quiete nella sua canonica.

Un politicante disonesto, una nipote non proprio integerrima, un sagrestano tuttofare e fin troppo intraprendente, una perpetua asfissiante, un Monsignore inviato dalla Curia Vescovile fin troppo di parte ed altri personaggi tra i quali due promessi sposi, un non credente ed una curiosa, caratterizzano la scena di questa commedia classica del teatro piemontese.

La vicenda si svolge tra situazioni comicissime ed altre altamente patetiche, e coinvolge tutto il piccolo paese. Il motivo dominante è ben marcato e preciso: l’integrità morale di un uomo-parroco non viene mai meno neanche di fronte alla disonestà di qualcuno che in più occasioni si traveste da persona caritatevole verso le necessità materiali della chiesa del paese, per raggiungere, con l’aiuto del parroco, gli scopi politici che si era prefissato.

Alle risate si associano così riflessioni su aspetti della società piemontese di un tempo, fondata su valori morali e civili sempre d’attualità.

Questa commedia classica del teatro piemontese che si dipana tra il comico e il patetico è stata scritta da Giovanni Drovetti, scrittore, poeta e commediografo nato nel 1879 e scomparso nel 1958.

Giovanni era discendente diretto del più famoso Bernardino Drovetti, collezionista d’arte, esploratore e diplomatico, nativo di Barbania e vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, il quale procurò a Carlo Felice, re di Sardegna, i reperti egizi che sono ancora oggi alla base del Museo Egizio di Torino.

Giovanni Drovetti non fu soltanto un commediografo, ma anche un soggettista per il cinematografo muto, ricordato dagli storici per aver trascritto per il grande schermo il primo film “horror” italiano, nel 1920: “Il mostro di Frankestein” tratto dal romanzo di Mary Shelley, pellicola prodotta dalla Albertini di Torino.

Ringrazio l’amico Fabrizio Dassano che mi ha segnalato l’evento e fornito le preziose informazioni sull’autore della commedia, Giovanni Drovetti (m.j.).

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Articolo pubblicato il 19/01/2015