Il Diritto ai Diritti ha passato il limite

Dei doveri non si parla mai

In quasi tutto il mondo occidentale ma particolarmente in Italia, il diritto ai diritti ha veramente passato il limite della decenza. Continuamente si sente dire “ ho diritto a” in qualsiasi luogo e in qualsiasi contesto.

A partire dalla scuola dove molti anni fa si insegnavano i doveri e dove l’educazione civica non ha più il diritto di essere impartita fino all’area politica dove la parola base per qualsiasi argomento venga trattato è la parola diritto.

Vediamo qualche esempio di diritti che dovrebbero avere delle limitazioni.

Il diritto alla gita in montagna ad alta quota anche se le condizioni meteo climatiche la sconsigliano, con la conseguenza di finire sotto  una valanga e dover mobilitare uomini, elicotteri ecc. con rischi notevoli per i soccorritori e costi di diverse migliaia di euro.

Lo stesso discorso vale per molte varianti, come le gite in barca, le spedizioni speleologiche, la salita alla vetta dei vulcani e in generale quando ci troviamo in zone dove sono previste in arrivo forti avversità meteo o altre problematiche legate al rischio di sopravvivenza.

Un altro diritto interessante è quello di recarsi in Nazioni sconsigliate dal nostro Ministero degli Esteri in quanto valutate ad alta pericolosità individuale. E’ vero che molti, specialmente giovani lo fanno per nobili sentimenti  come la cooperazione e l’aiuto alle popolazioni e ai profughi, ma purtroppo capita sempre più spesso che finiscano sotto sequestro con conseguente riscatto di diversi milioni di euro pagati dal nostro governo per la loro liberazione.  

Ricordiamo il recentissimo evento delle due ragazze di Bergamo e Varese, liberate dai sequestratori siriani, che oltre al costo del Falcon trimotore, ha regalato di fatto, 12 Ml di euro al terrorismo. Da notare che tutti i nostri governi hanno sempre negato di aver pagato riscatti per liberare italiani sequestrati forse questo è sicuramente vero nel caso dei nostri Marò.

Collegandoci ai recenti fatti di cronaca riferiti a Charlie Hebdo, è evidente che il diritto di satira, irrinunciabile e  fondamentale per la libertà di espressione e per la libertà di stampa, dovrebbe incontrare delle logiche limitazioni quando va ad interferire nei sentimenti umani, in particolare nell’area della famiglia e in quella del credo religioso.

Molte sono le azioni automaticamente collegate dagli esseri umani  al possesso dei loro diritti: dalla garanzia del” Diritto acquisito” che pochi sanno esistere solo nel momento in cui si verifica l’evento ma che sino ad un secondo prima può essere tranquillamente e giustamente eliminato, alla libertà di ignorare i segnali stradali, creando lunghe code per una svolta a sinistra vietata, sino alla occupazione di stazioni ferroviarie e autostrade per le varie manifestazioni di dissenso civile o politico, bloccando per ore diverse centinaia di persone con donne e bambini.

Gli esempi sarebbero moltissimi, ognuno di noi potrebbe stilare un elenco personale di diritti che in realtà sconfinano nell’illegalità. Illegalità che oggi è sempre più concepita come mezzo per liberare la democrazia dai vincoli che la limitano, impedendo alle persone di fare tutto quello che vogliono, anche se le loro azioni vanno a discapito di se stessi, della collettività e dell’intero ecosistema.

Alla domanda: definizione di democrazia?

Risposta: il diritto di fare quello che mi pare.

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Articolo pubblicato il 16/01/2015