In Italia cresce il rischio terrorismo
Foto di repertorio

A rischio attentati obbiettivi sensibili, aeroporti , palazzi governativi , la città del Vaticano

In Italia sono stati identificati 10 jihadisti con la connotazione di “ Foreign fighters “ , cioè elementi estremamente pericolosi che sono andati ad addestrarsi in alcuni  Paesi arabi come Siria e Iraq , hanno appreso le tecniche di guerra come l' uso di armi pesanti , e possono tornare nei Paesi d' origine per mettere in atto attentati e stragi come quella di Parigi . Cinque sarebbero già rientrati in Italia.

Altri numeri parlano di 20 di questi elementi  , in ogni caso una cifra  ritenuta  ancora entro i limiti della controllabilità , in quanto i Jihadisti europei sono stimati in 5000 , con netta prevalenza di presenze in Inghilterra e Francia .

Altri dati che sono recentemente emersi tratteggiano però una situazione ancora più preoccupante per noi italiani :

«Secondo l’intelligence Usa anche Samantha Louise Lewthwaite avrebbe scelto Firenze come nascondiglio temporaneo». Lo scrive l’Espresso parlando della donna, che risulta essere una delle persone più ricercate del terrorismo internazionale. «Ribattezzata la “vedova bianca” per essere stata la sposa di Germaine Lindsay (uno dei kamikaze dell’attacco del 7 luglio 2005 alla metro di Londra) e ricercata per attentati in Kenya e Nigeria», il suo nome è finito – secondo il settimanale – in un dossier che contiene quasi mille segnalazioni. Sono state inviate al Viminale e sono state «redatte tra aprile e fine dicembre 2014». Si tratta di «documenti che contengono l’identità, le storie, le foto – e talvolta gli obiettivi da colpire – di quasi 800 tra donne e uomini» che sarebbero pronti a colpire in Italia.

Al posto del vecchio terrorismo delle Brigate Rosse , che vedeva il teatro degli attentati in Italia ma soprattutto originato da fatti interni della politica ,  sembra che oggi il livello di attenzione si sia dovuto globalizzare anch' esso , così come succede in economia , in quanto  le cellule combattenti non rispondono  a qualche “ Grande vecchio “ italiano,  ma a gruppi ben organizzati ed armati del terrorismo internazionale, facenti capo agli esponenti di spicco del fondamentalismo islamico .

Anche il Vaticano è stato minacciato durante un video messo in onda da Al Qaeda , ma Angelino Alfano ha prontamente smentito questa possibilità  in quanto , secondo lui , non esisterebbero  segnali e intercettazioni che proverebbero l' imminenza di un attacco entro breve termine.

Intanto però in un servizio TV è stato fatto vedere come una persona si può introdurre facilmente entro i confini del Vaticano portando armi addosso , senza esserne rilevata la pericolosità .

Approssimazione del nostro ministro ?  Sta di fatto che l' Italia non può prendere alla leggera le minacce di un terrorismo sempre più agguerrito e sanguinario , come se potesse essere l' unico Paese intoccabile da questo fenomeno , soprattutto in quanto qui esiste lo Stato del Vaticano e il Papa , ed i terroristi recentemente hanno detto che vogliono arrivare a colpire Roma .

Al Qaeda ha innalzato oltretutto il tiro dopo la strage di Parigi , affermando che colpirà di nuovo e più pesantemente in Europa .

Mentre Inghilterra e USA hanno le loro belle gatte da pelare , considerata la densità di " foreign fighters " di quelle nazionalità , peraltro sono due Stati che si trovano  geograficamente ad una certa distanza , diciamo così , di sicurezza dal territorio arabo dove si svolgono gli arruolamente dei combattenti e si svolgono molti fatti di sangue .

L' Italia del Sud , invece , si trova proprio di fronte a Derna , in Libia , che è l' estrema propaggine del Califfato arabo , dove regna l' ISIS . Recentemente i TG hanno dato la notizia che circa 1700 bambini sono spariti nel nulla  subito dopo l' arrivo nei centri di accoglienza italiani . Se ce la fanno i bambini a scomparire , non è lecito chiedersi se gli adulti - tra cui potrebbero nascondersi guerriglieri ISIS o Al Qaeda - sarebbero ancora più abili nella fuga ? E se la situazione è questa , perchè l' Europa non organizza una task force internazionale atta ad identificare e controllare sia sanitariamente che per la sicurezza i profughi che arrivano sul territorio italiano , circa 200. 000 all' anno ?

Quello che ci dovrebbe avere insegnato “ Charlie hebdo “ è che non basta più lo schieramento di forze , anche se imponente , da parte di un solo Paese  per fronteggiare fenomeni terroristici di matrice internazionale , ma che anche nel caso della sicurezza l' Europa dovrebbe assolutamente agire come un unico Paese ben organizzato , e non come un insieme di Stati poco coordinati in molti casi , in competizione in altri .

Di sicuro c'è il fatto che il titolo dell' ultimo numero di Charlie hebdo , in cui si vede un Maometto piangente e la scritta in alto “ Tout est pardonnè “ non ha convinto per nulla Al Zawahiri , il  “lider maximo “ dell' organizzazione terroristica Al Qaeda ,  il quale si ispira a Bin Laden  per programmare la sua politica sanguinaria .

Agenzie di stampa riportano infatti che :

"Il braccio di al Qaeda nello Yemen ha rivendicato ufficialmente l'attacco contro la sede del magazine Charlie Hebdo a Parigi, che ha provocato 12 morti. Lo ha riferito l'inviato di al-Jazeera a Sana'a. La rivendicazione è contenuta in un video, in cui si sostiene che i fratelli Kouachi siano stati "incaricati" da al Qaeda nello Yemen. E abbiano dunque agito sulla base di un ordine emesso direttamente da Ayman al Zawahiri, leader di al Qaida, nello spirito del mai dimenticato Bin Laden".

 

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Articolo pubblicato il 16/01/2015