S’inaugura alla Luce Gallery di Torino la spiazzante mostra 'site-specific' dell'artista fotografo statunitense
Per fare il verso al controverso Curtis Mann, in umano ossequio al titolo di questa sua personale italiana, la terza alla Luce Gallery, si potrebbero capovolgere i termini cronotopologici dell’evento, che chiude il 14 febbraio, dopo aver quivi inaugurato - con vernice - nell’odierna me/tà gen/naio...
L’esposizione site-specific, appunto, si concreta in "foto scattate nelle sale della galleria torinese a particolari di cose o persone, successivamente stampate e sulle quali l’artista ha inserito tagli, pieghe e fessure in cui si scorgono ancora i connotati sfocati degli originali immortalati”, si desume dal testo critico, che vuol chiarire al pubblico l’intento concettuale dell’operazione. Insomma, la mostra mostra sé medesima. In tralice.
Nella con-fusione tanto cara al trentacinquenne autore nordamericano (nativo dell’Ohio e basato a Los Angeles, nonché docente alla Columbia University di New York), in una sorta di mosaico o puzzle di fram-men-ti stratificati, camuffati dalla mascheratura dell’installazione “scultorea”, in continua creazione/ricreazione, disgregazione e riassemblamento, ossia un work in progress sempre in sviluppo ideativo, dunque mai conclusivo, insieme premeditato e casuale, irripetibile, s’esprime “un simbolismo giocoso che riflette la complessità dell’esperienza percettiva”, col colpo-d’occhio del relativismo dell’osservatore/spettatore ch’è pure soggetto/oggetto dell’immagine, genere di uroboro, come negli enigmatici paradossali disegni di Escher, laddove il dentro appare fuori e reciprocamente quest’ultimo s’interna nell’esternazione del primo (ad esempio, proprio nella Galleria di stampe, litografia del 1956, il quadro raffigura il luogo che lo contiene, compreso esso stesso, all’infinito). Sottosopra. Si pensi inoltre alle serie iconiche che Luigi Ghirri dedicò ai musei (Il Palazzo dell'Arte, 1980-88).
Spiazzante: spaesato straniamento, debordando in modo approssimativamente situazionista, lo spazio con/di/viso da ammirare e vivere, riprodotto ma metamorfizzato, indescrivibile, quasi irriconoscibile, sembra si rispecchi in schegge disseminate tutt’intorno, senza riferimenti, onde “perdersi per ritrovarsi”. Orientarsi. Sì, con il senso dello smarrimento.
"Verso"
Curtis Mann
Dal 15 gennaio al 14 febbraio 2015
Inaugurazione, giovedì 15 gennaio - ore 18,00
Luce Gallery
C.so S. Maurizio, 25 – Torino
Info: 011-8141011
www.lucegallery.com/mostra/curtis-mann-verso
Nelle immagini a corredo del testo
alcuni scorci degli spazi espositivi della Luce Gallery di Torino
e in particolare due opere foto-iconografiche di Curtis Mann
"Corner", 2014 (in mostra personale "Verso") e "Mosaic #32012"
© l'artista/LuceGallery;
qui a lato
l'incisione "Galleria di stampe", 1956, di Maurits Cornelis Escher
© The M.C. Escher Company B.V.
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Articolo pubblicato il 15/01/2015