Associazioni gay e Lega Nord, in mezzo la famiglia

La Lega manifesta all'anagrafe, Arcigay elogia la sentenza

A proposito della vicenda trattata ieri (12 gennaio, nda) che analizzava le reazioni a seguito della sentenza della corte d’appello che ha permesso la trascrizione ufficiale nei registri dell’anagrafe di Torino di un bambino nato da due mamme con la fecondazione eterologa, bisogna analizzare nello specifico le posizioni dell’associazionismo omosessuale e le parole degli esponenti della Lega Nord che hanno addirittura organizzato una manifestazione.

Per fare questo chi scrive ha intervistato per Civico20 News il presidente di Arcigay Torino, Marco Giusta, e il responsabile del Coordinamento Torino Pride, Alessandro Battaglia. Entrambi esprimono grande soddisfazione per il pronunciamento del giudice e sono contenti del fatto che il sindaco Piero Fassino abbia deciso di convalidare la decisione e non abbia tentennato di fronte a questa situazione.

In particolare Marco Giusta, che a febbraio del 2014 aveva partecipato insieme a Battaglia ad un contraddittorio con alcuni esponenti della Lega in una serata organizzata dai Giovani Padani di Torino che aveva per tema la famiglia, ha catalogato la decisione giudiziaria come “gesto di civiltà”, affermando che in questo modo si è agito nel totale interesse del minore. Dal momento che proprio sull’interesse del minore si era espresso il vescovo Nosiglia, ovviamente in chiave opposta, provo a punzecchiare Giusta chiedendo cosa pensasse dell’opposizione mossa dalla diocesi. Il presidente di Arcigay definisce “eversiva” la dichiarazione dell’arcivescovo perché va contro la decisione di un tribunale, e poi aggiunge che se ad un bambino si toglie un genitore, anche se dello stesso sesso dell’altro, si lede un suo diritto. Giusta non è preoccupato del ricorso in cassazione perché è convinto che quest’ultima confermerà la sentenza attribuendole più valore.

Alessandro Battaglia sostiene inoltre che servono leggi che riconoscano il matrimonio ugualitario, riconoscimento che porrebbe fine a qualunque incomprensione, interpretazione o contestazione delle leggi in vigore. Chiedo poi al coordinatore di Torino Pride un commento alle parole del senatore del Nuovo Centrodestra Carlo Giovanardi, che ha definito la sentenza “follia” e “obbrobrio”, e Battaglia mi risponde che a suo parere Giovanardi soffre di ossessione nei confronti degli omosessuali e gli consiglia di fare una riflessione sulla propria turbe. E poi continua: “Vorrei capire come il senatore, negli anni che ha passato al governo, abbia difeso nei fatti la famiglia tradizionale”. Entrambi gli esponenti dell’associazionismo LGBT concludono le loro interviste dicendomi che “ormai la famiglia tradizionale non esiste più perché esistono tanti tipi diversi di famiglia”.

L’altra campana è rappresentata dalla Lega Nord, che nella mattinata di sabato 10 gennaio 2015 ha organizzato una manifestazione in difesa della famiglia tradizionale al Rondò della Forca, in corso Valdocco. Dietro allo striscione che riportava la frase “Mamma A e B? No, la mamma è una sola” decine di militanti hanno presidiato l’ingresso dell’anagrafe che ha dovuto registrare il bambino in questione. Alla manifestazione erano presenti i consiglieri comunali Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero, il consigliere regionale Alessandro Benvenuto, il deputato Stefano Allasia e il Segretario del Carroccio piemontese Roberto Cota.

Il capogruppo leghista in consiglio comunale, Fabrizio Ricca, ha spiegato i motivi della manifestazione, dicendo che la Lega difende la famiglia tradizionale formata da mamma e papà e condanna la scelta del tribunale di permettere che un bambino abbia due mamme o due papà. “Ricordiamo a tutti che le adozioni devono essere concesse – aggiunge Ricca – solo a famiglie composte da una mamma e un papà. Il problema è provocato dall’incapacità del ministro Alfano che anche nel caso di Roma ci mise due settimane a capire che il sindaco Marino stava sbagliando a trascrivere le nozze contratte all’estero da coppie omosessuali”. Ricca conclude dicendo che questo episodio crea un precedente molto pericoloso la cui responsabilità è del sindaco Fassino che “ha attuato delle forzature alla legge coadiuvato da alcuni giudici di parte”.

Dello stesso parere Roberto Cota, che dice però che è gusto garantire i diritti individuali di ogni persona e che non ci devono essere discriminazioni legate alle scelte della propria vita privata. “Bisogna però tutelare l’istituto della famiglia e i valori che essa rappresenta. La famiglia ha dei principi, è formata da un uomo e una donna, non si può stravolgere sulla carta. Non dobbiamo smantellare la famiglia al punto da superare il concetto di mamma e di papà arrivando così a parlare di genitore 1 e 2”. Cota ripete poi che ognuno è libero di fare ciò che vuole senza avere la pretesa di costituire una famiglia ribaltandone i principi. “Sono contrario anche al matrimonio tra omosessuali perché è finalizzato alla costituzione di un nucleo familiare – prosegue Cota – che può esserci solo tra uomo e donna. I diritti individuali sono ampiamente garantiti, adesso si difenda la famiglia”. 

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Articolo pubblicato il 13/01/2015