La Strada stretta di Chiamparino

Martedì è convocato il Consiglio Regionale del Piemonte

Martedì 13 gennaio è convocato il consiglio Regionale del Piemonte. Nella prima seduta dell’anno, dopo la maratona conclusasi il 23 dicembre con l’approvazione del pacchetto fiscale (aumento progressivo della tassa automobilistica regionale e dell’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef di base), si continuerà la discussione del disegno di legge n.7 “Provvedimento per  la riqualificazione della spesa regionale”.

Il periodo natalizio non è comunque stato tempo di vacanze e di svago per la politica regionale.

Ad accendere i motori ci ha pensato Chiamparino che nel corso della conferenza stampa del 24 dicembre, annunciava, tra l’altro che il 2015 sarebbe stato un anno di rigore, perché, dopo la stangata fiscale, la giunta avrebbe approvato tagli di spesa ed interventi di razionalizzazione per 150 milioni di euro, con interventi radicali nel comparto delle società partecipate, anche per ridurre il deficit di 13,5 milioni registrato da FinPiemonte a chiusura del 2013.

Un grande impegno spetterà poi all’assessore Parigi che, non essendo più pressata da due consiglieri della precedente legislatura, cui facevano capo le clientele bipartisan più ingorde e meno nobili del mondo culturale piemontese, potrà imputare i pochi fondi disponibili per attività di promozione turistica e attività culturali di rilievo.

Di fronte alle prese di posizione dei sindaci del Tortonese (tutti di area PD) di impugnare al Tar, la riforma del Piano sanitario, Chiamparino, in forma insolitamente ultimativa affermava: “Non parlo con i sindaci che vanno al Tar contro la Riforma sanitaria.”

Il pianeta sanità non si è però abbandonato alle libagioni Natalizie.

I Sindaci che, a detta loro, senza coinvolgimento, si vedranno decurtare sedi ospedaliere e specialità, non hanno ben digerito il diktat di Chiamparino. Così non solo presenteranno ricorsi al Tar, ma addirittura intendono migrare verso la Lombardia, sperando, di ottenere maggior ascolto e la conservazione dei servizi in essere nelle zone di confine.

 La soppressione di primariati o lo spostamento di attività, che interessa aree vaste dl Piemonte, resta comunque un problema aperto, in quanto il piano non è ancora decollato e, in qualche caso, l’assessore Saitta, ha concesso un periodi di osservazione per tutto il 2015.

Il bubbone vero e proprio è scoppiato invece nei pronto soccorso. La Consigliera Stefania Batzella, M5Stelle, già mobilitata alla difesa del punto nascite di Susa, ha ispezionato, nei giorni scorsi il pronto soccorso e le attività di base dell’Ospedale di Rivoli, nosocomio che, per vocazione e vicinanza, dovrebbe soccorrere i Valsusini privati della funzionalità piena delle strutture territoriali.

 La scena descritta è raccapricciante. Tutti i 22 letti sono occupati e i malati, perlopiù anziani, rimangono alloggiati in 45 barelle accatastate nei corridoi, oltre ad ulteriori scomode barelle da campo improvvisate.

Sono vergognosamente evidenti le carenze di organico di medici e infermieri, oltre a tanta, colpevole disorganizzazione. Le fa eco il consigliere Alfredo Monaco(Scelta Civica per Chiamparino), che conferma la raccapricciante situazione di Rivoli e invoca provvedimenti urgenti, definiti poi da Saitta come “la nostra priorità”.

A questo punto, poiché anche alle Molinette ed al Mauriziano, la funzionalità non è ottimane, l’Assessore Saitta dovrà rendersi conto che, o modifica radicalmente le funzioni e l’operatività dei medici di famiglia, creando ambulatori decentrati per l’assistenza ai codici bianche e verdi, oppure la situazione gli scivolerà di mano. Prima di disquisire dei massimi sistemi, s’inizi dall’operatività di ogni giorno, limitando le pecche di un’organizzazione miope e lacunosa e caotica.

A suggellare l’inizio dell’operatività del 2015, l’8 gennaio si è riunita infine la Giunta Regionale. E’ stato lo stesso presidente a delineare il quadro della situazione al termine della riunione dedicata alle strategie che caratterizzeranno il 2015: “Non possiamo aspettare di uscire dal guado in cui ancora ci troviamo per impostare politiche di rigorosa innovazione e indicare i traguardi che dobbiamo tagliare. Innanzitutto, la Regione deve ritornare ad essere uno strumento di programmazione e legislazione, in quanto l’autorevolezza della politica è inversamente proporzionale alle risorse distribuite e direttamente proporzionale alla capacità di scegliere dove investire. Ad esempio, per la cultura e il welfare occorre avere il coraggio di ridefinire le priorità, in modo da offrire in partenza pari opportunità a tutti i cittadini indipendentemente dal loro ceto sociale”.

 Nel corso della riunione il presidente e gli assessori hanno anche deciso di decentrare agli enti locali tutto quanto è decentrabile, con il vincolo di lavorare in ottica di quadrante, e di disegnare un sistema di società partecipate che sappia ottenere risparmi e perseguire nuovi obiettivi strategici, diversi da quelli indicati vent’anni fa, quando si voleva privilegiare il fattore territoriale. A questo proposito è stato chiarito che alcuni casi, come le Terme di Acqui, devono essere risolti entro il mese di giugno.

 Chiamparino stila programmi, ma non fa i conti con due tegole che potrebbero piovere, a breve, sulla sua amministrazione. Nella seconda metà di Gennaio, un giudice, a conclusione della vicenda rimborsopoli, concorderà il patteggiamento richiesto, tra gli altri, da due suoi assessori e precisamente Aldo Reschigna, vice presidente della Giunta ed assessore al  Bilancio e Monica Cerutti, assessore alle politiche giovanili, oltre al capogruppo del PD, Davide Gariglio.

Come si comporterà Chiamparino nel caso di una condanna superiore ai due anni per i suoi assessori? Li sostituirà? Sorvolerà con disinvoltura, oppure  quale provvedimento intenderà assumere, per non smentire, nei fatti, le sue dichiarazioni elettorali di trasparenza estrema?

Se ciò non bastasse, il 19 febbraio riprende al Tar del Piemonte la causa promossa da Patrizia Borgarello contro le presunte falsità materiali ed ideologiche nell’autentificazione delle firme dei sottoscrittori delle liste gravitanti sul PD, in diverse province piemontesi, nelle lezioni regionali della primavera scorsa. Ricorso ovviamente finalizzato all’annullamento delle elezioni regionali.

 Il 2015 sarà nuovamente l’anno del “tutti a casa”?

  

 

 

 

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Articolo pubblicato il 10/01/2015