Strage di Parigi

La risposta del fondamentalismo islamico al buonismo ed alla codardia

La notizia è ormai nota. Stamane c’è stato un blitz nella sede di Charlie Hebdo, noto settimanale satirico francese. Due terroristi hanno urlato Allah u Akbar ed hanno iniziato a sparare a colpi di kalashnikof ammazzando dodici persone tra cui il direttore, il vignettista ed un poliziotto barbaramente massacrato per strada. L’offensiva promessa da tempo, infine è scattata.

In passato quel giornale aveva sposato alcune posizioni di Oriana Fallaci, riproponendone le tesi più critiche nei confronti del fondamentalismo radicale islamico. Quelle più controverse, quelle più criticate da gran parte dell'opinione pubblica di un'Europa che si sentiva rassicurata dal multiculturalismo relativista di inizio secolo.

C'era, nelle parole dell'ultima Fallaci, un appello rimasto inascoltato contro i rischi del terrorismo che s'infiltra in Occidente, non visto da una società ormai debole e incerta della propria identità. Già alla morte della grande giornalista e scrittrice - era il 2006 - l'Europa era stata insanguinata da una doppia serie di attacchi che avevano messo nel mirino la Gran Bretagna a Londra, la Spagna a Madrid e successivamente a Tolosa in Francia; nazioni colpevoli di essersi schierate al fianco degli Usa nelle missioni militari in Iraq e Afganistan.

Per non parlare di altri episodi di minor portata ma pari per ferocia, continua l’offensiva dell’estremismo islamico contro il vecchio continente.  Contro un’Europa in disarmo, vigliacca e politicamente corretta, i terroristi dimostrano tutta la loro ferocia, ma anche la determinazione ed il coraggio che mancano ai leader europei ed ai loro sudditi. Popoli giovani che si sostituiscono ai popoli che scelgono la rassegnazione ed il suicidio.

Hanno voluto, far arrivare in Europa eserciti di disperati ed ora i disperati si trasformano in assassini, benevolmente accolti, in particolare dal Governo italiano che continua la linea rinunciataria di Moro e Andreotti che già in passato, per soddisfare le loro fobie filoarabe avevano addirittura chiuso gli occhi sui traffici d’armi del terrorismo internazionale sul suolo italiano. Gli esempi anche episodici di casa nostra confermano la scia del buonismo e perfino della correità

Un ragazzino tunisino accoltella un giovane padre italiano colpevole di voler difendere il figlio dodicenne dai soprusi e la giustizia italiana non mette in galera il giovane criminale. Uno zingaro assassina a Torino un’anziana per derubarla di pochi spiccioli.  Ed è un nordafricano il pirata della strada che ha ucciso un ragazzo a Prato. Non pagherà nulla, come sempre.

Perché i politicamente corretti vogliono questo, vogliono incassare soldi e soldi favorendo l’immigrazione per poi gestirla come si è visto con mafia capitale. E se qualcuno difende le vittime, scattano le accuse di razzismo sostenute da pseudo intellettuali cialtroni, degni discepoli e continuatori dei cattivi maestri degli anni ’70 del secolo scorso.

Recentemente anche organizzazioni come Isis e Al Qaeda hanno rinnovato gli appelli ai "lupi solitari" a intraprendere azioni terroristiche autonome, come quelle incoraggiate dalla diffusione di manuali su come confezionare bombe e ordigni da fare esplodere sui voli di linea.

Una minaccia insidiosa, quella del terrorismo, ma non imprevedibile. Tanto è vero che chi l’aveva sottolineata c'era e c'è. Ma spesso, troppo spesso, è rimasto inascoltato. Oggi è toccato a Parigi, domani chissà. In Germania i cittadini si sono già mossi ed il movimento Pegida lo attesta.

In Italia, cloroformizzati dalle balle di Renzi si continua a sostenere marenostrum, seppur in versione europea, con tutto il corollario vergognoso e  attendere l’evoluzione dei fatti.

La Direzione, il Comitato di redazione ed i redattori di Civico20News esprimono vicinanza e solidarietà ai giornalisti di Charlie Hebdo.

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Articolo pubblicato il 07/01/2015