La Grecia si sta avvicinando alle elezioni: la paura dei mercati
Alexis Tsipras

Tsipras, secondo le ultime indiscrezioni , non vorrebbe più uscire dall' Euro

La Troika dovrà cancellare buona parte del nostro debito, come è stato fatto con la Germania nel 1952. Quanto? Almeno il 60% dei 318 miliardi di esposizione della Grecia", sostiene il Governo greco , ma i mercati non esultano. Mentre il prezzo del petrolio è sceso sotto i 48 $ al barile , la deflazione è sempre in agguato, i mercati finanziari che anticipano spesso i risultati economici di aziende e bilanci governativi sono in fibrillazione.

Alexis Tsipras, leader della sinistra favorita alle elezioni del 25 gennaio, sta lavorando da tempo ai fianchi di Bruxelles e Bce per cercare un compromesso che allontani il rischio di default del Paese. escogitando  una soluzione che consenta a tutti  di tirare un sospiro di sollievo  e di firmare entro il 28 febbraio l'accordo con la Troika. 

Il piano allo studio contempla  un mix di allungamento delle scadenze dell'esposizione, oggi in media a 32 anni, e di taglio dei tassi  -  ora all'1,5%  -  che riduca la zavorra dei prestiti per Atene liberando risorse per gli investimenti.

Ma che consenta nello stesso tempo ad Angela Merkel di garantire ai falchi del Nord che la Grecia  -  pur se a condizioni vantaggiosissime  -  pagherà fino all'ultimo euro.

Trovare una soluzione che accontenti tutti non sarà facile ma non impossibile:  Atene  non riuscirà mai a rimborsare realisticamente tutto il suo debito, pari al 175% del Pil, a tassi di mercato.

Nei prossimi due anni il nuovo governo greco dovrà rimborsare prestiti e pagare interessi per circa 22 miliardi. Di cui 500 milioni  a hedge fund che guadagneranno cifre enormi grazie alla speculazione sulla crisi greca.  Il Paese ha già bruciato in cinque anni il 25% del Pil e la disoccupazione viaggia al 25%.

Nessuno però a Berlino  vuole fare regali troppo smaccati, per evitare che il giorno dopo l'eventuale accordo con Syriza bussino a Bruxelles anche Spagna, Portogallo e Irlanda chiedendo uno sconto sui fondi già ottenuti. E che magari in futuro persino l'Italia, problema a quel punto ben più serio per la Ue, pretenda una ristrutturazione dei suoi 2mila miliardi di debito. 

 L'80% dell'esposizione di Atene è proprio verso la Troika.  I prestiti di Fmi e Bce potrebbero essere restituiti integralmente. Per non mettere in discussione gli statuti delle due istituzioni  -  Eurotower non può prestare soldi per salvare stati nazionali  -  e non mettere in difficoltà Mario Draghi che ha già le sue belle gatte da pelare a causa dei guai della Grecia  sul fronte del quantitative easing. ( emissione di valuta dalla banca centrale ).

Qualche margine c'è invece sui 195 miliardi (142 del Fondo salvastati e 53 di prestiti bilaterali) che la Grecia deve alla Ue. E qui dovrebbe venire in soccorso la finanza creativa: si parla di agganciare i rimborsi dei prestiti ai tassi di crescita dell'economia o al calo della disoccupazione.

Bruxelles potrebbe consentire poi a Tsipras, in caso di vittoria alle elezioni, di utilizzare gli 11,5 miliardi di euro depositati nel fondo salva-banche per finanziare la crescita. Se tutti questi tasselli andassero a posto, la Troika potrebbe anche ammorbidire le sue richieste per chiudere il piano di aiuti  -  ma  ora pretende dal governo ellenico altri 2,5 miliardi di tagli  -  sbloccando così l'ultima tranche da 7 miliardi. 

La partita è delicatissima e margini di errore non ce ne sono, né per la Grecia né per l'Europa. Berlino stima in 77 miliardi il costo per l'economia nazionale di un'uscita di Atene dall'euro.

Se la Grecia non pagasse unilateralmente i suoi debiti  -  mossa esclusa da Tsipras  -  l'Italia potrebbe pagare un conto non troppo lontano dai 20 miliardi visto che, oltre ai capitali versati nel fondo salvastati, Roma ha prestato ad Atene 10 miliardi tra 2010 e 2011.

Questo fatto dovrebbe scoraggiare gli euroscettici che vorrebbero uscire dall ' Euro , cosa alquanto inverosimile se si pensa che persino la ricca Germania ha timore che la Grecia esca dall' Euro, poiché ci rimetterebbe circa 80 miliardi di Euro .

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Articolo pubblicato il 08/01/2015