“Angiolina si deve maritare”

La commedia brillante della compagnia teatrale “Barbari Invasori” ha concluso le iniziative dell’Associazione Turistica Pro Loco di Viù (Torino) per il fine anno

A Viù, nella serata di lunedì 5 gennaio, la compagnia teatrale “Barbari Invasori” ha presentato al Centro Polivalente, la commedia brillante tutta da ridere “Angiolina si deve maritare” che fa parte della rassegna teatrale organizzata da questa compagnia in collaborazione con il Comune di Viù.

L’Angiolina del titolo, ben interpretata da Simona Cignetto, è una giovane studentessa universitaria fuori sede che torna al paesello per le vacanze di Natale. Qui la attendono il vecchio nonno Olindo, ormai rintronato, e le cinque zie zitelle che l’hanno allevata, portate in scena da Pamela Rosignolo, Stefania Sirianni, Valentina Mortara, Annamaria Pasquinelli ed Elena Volpe.

Le bravissime attrici hanno dato vita a cinque diverse, e ben caratterizzate, declinazioni delle zie zitelle, in bilico tra dramma e ironia.

Si inizia con la classica casalinga nevrotica, preoccupata del candore della casa e del “buon nome” della famiglia, e con una seconda casalinga, innamorata di Magalli, che vive guardandolo alla televisione mentre sogna di essere chiamata al telefono da “Piazza Italia”. Una bella interpretazione di un personaggio che mi ha ricordato la moglie del pompiere di “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury.  

Vi erano poi una viperina intellettuale che studia le lingue dell’Africa ma ne definisce “negri” gli abitanti, un’infermiera romantica e fragile, innamorata platonica del suo primario, una suora repressa e vogliosa che beve come un alpino. Quest’ultimo personaggio ha assai impegnato l’interprete che è riuscita a sostenerlo senza scadere nella classica suora delle barzellette. 

A queste zie squilibrate, che l’hanno sempre subissata di affetto e di premure talvolta eccessive, scaricandole addosso anche le proprie manie e fissazioni, Angiolina spiattella la notizia di essere incinta!

Da questa situazione si dipana la trama, ricca di colpi di scena ironici, a tratti surreali, ben sostenuta dalla grande caratterizzazione degli interpreti: le sei donne e l’unico maschio della commedia, Walter Revello, nella parte del rintronato nonno Olindo.

Walter Revello, che è anche autore del testo, si è ritagliato uno spazio solo in apparenza marginale. Fa ridere, a volte in modo un po’ crudele, evocando l’involontaria comicità dei vecchi che parlano e agiscono sempre a sproposito, altre volte fa ridere quando dà l’impressione che, da rintronato, sappia cogliere le situazioni meglio delle figlie che si credono tanto acute e perspicaci.

Questa commedia si inserisce nella grande tradizione della commedia italiana, in particolare ai grandi classici di Mario Monicelli come “Parenti Serpenti”, “Speriamo che sia femmina” e “Amici miei”.

Si ride, e di frequente con gusto, ma spesso si ride amaro. Più o meno consciamente si pensa a quanto ci sia di reale - e talvolta vissuto anche nel nostro quotidiano - nei personaggi e nelle situazioni messe in scena… personaggi e situazioni che ci inducono a ricorrere a quel poco rassicurante “a noi, non capita!”.

Con questo spettacolo si sono concluse le iniziative previste dall’Associazione Turistica Pro Loco Viù per il fine anno, cioè la “Cena degli Auguri” di sabato 27 dicembre e “Salutiamo il 2014” di mercoledì 31 dicembre, quando si è atteso il nuovo anno in piazza Vittorio Veneto con musica, spumante e vin brulé offerto dalla Pro Loco per poi salutarlo con la scritta luminosa “Buon 2015” posta sul muro del Municipio. I festeggiamenti sono poi proseguiti, dopo lo scoccare della mezzanotte, con la “Festa all’anno nuovo” con la musica di Discoteca Energia al Polivalente.

L’assessore al turismo di Viù, Alberto Guerci, ha ringraziato i colleghi dell’amministrazione comunale, la Pro Loco e, soprattutto, i tanti volontari che hanno così validamente contribuito all’ottima riuscita della festa di Capodanno.

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Articolo pubblicato il 07/01/2015