Regione Piemonte - Libera professione per gli infermieri e i sanitari non medici

Presentata a Torino la proposta di legge regionale a firma della presidente leghista Gianna Gancia: “Un’innovazione a costo zero, che mette al centro l’uomo e la libertà”

 Libera professione per il personale sanitario non medico. Lo chiede la Lega Nord con la proposta di legge regionale a firma della presidente Gianna Gancia,  illustrata nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Lascaris, insieme al consigliere regionale Alessandro Benvenuto e ai rappresentanti sindacali promotori dell’iniziativa a livello nazionale, Giuliano Palotto (segreteria confederale Unione sindacati autonomi europei) e Francesco Balducci (coordinamento tecnico Federazione sindacati indipendenti).

 

L’obiettivo della legge è consentire ai professionisti sanitari non medici (operatori sanitari infermieristici, ostetrici, riabilitativi, tecnici diagnostici, tecnici della prevenzione e il personale di supporto Oss) di poter esercitare la professione al di fuori dall’ospedale, come già avviene per i medici, offrendo al paziente una possibilità di scelta che oggi non c’è.

 

Una proposta che per Gianna Gancia ha “una grande valenza di tipo culturale e sociale, prima ancora che professionale, perché mette al centro l’uomo (la cura dell’uomo) e la libertà”: “E’ un’innovazione a costo zero – ha osservato la presidente leghista -, che fa risparmiare la sanità pubblica, creando nuovi posti di lavoro e offrendo al cittadino, spesso abbandonato a se stesso, servizi sanitari a domicilio svolti da professionisti abilitati”.

  

L’iniziativa interessa in Piemonte più di 30 mila operatori sanitari, non medici.

 

“Non si tratta di fare una legge per “chi può pagare”, ma per “chi già paga”, dovendo rivolgersi, dopo un intervento chirurgico, come per l’assistenza in caso di patologie croniche o genericamente quando c’è di mezzo un anziano bisognoso di servizi sanitari fuori dall’ospedale, ad operatori domiciliari spesso non professionali e con inquadramenti lavorativi non sempre chiari, quando invece si potrebbe usufruire di risorse professionali già operanti negli ospedali”.

 

La proposta di legge, presentata anche in altre Regioni, è supportata da una raccolta di firme promossa negli appositi info-point in numerose piazze e ospedali piemontesi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 22/12/2014