“Argo”: storia vera per un film straordinario

A cura di Federico Venchi

 

  Argo è un film del 2012 diretto ed interpretato da Ben Affleck ("Will Hunting" - "Pearl Harbor") con un cast di ottimo livello che annovera tra gli altri John Goodman, Alan Arkin e Bryan Cranston. Vincitore di 3 premi Oscar tra cui quello per il miglior film, prende spunto da una storia vera.

Il film inizia con una voce femminile fuori campo dall'accento mediorientale che ci introduce nel luogo e nel periodo storico: siamo in Iran nel novembre 1979 all'indomani della rivoluzione islamica che ha portato al potere l'ayatollah Khomeini, cacciando lo Scià di Persia.

Il 4 novembre 1979 nel corso di una delle numerose manifestazioni popolari di protesta davanti all'ambasciata americana di Teheran, in quanto lo Scià si è rifugiato negli Stati Uniti ed è sempre stato appoggiato dal governo americano, la situazione precipita: l'ambasciata è presa d'assalto e una sessantina di funzionari sono presi come ostaggi.

 

Solamente 6 funzionari riescono a fuggire da un'uscita secondaria e a rifugiarsi a casa dell'ambasciatore canadese. Il governo ed i servizi segreti americani intavolano trattative diplomatiche con il nuovo governo iraniano, che però si mostra intransigente: solo se gli Stati Uniti estraderanno il morente Scià (gravemente ammalato) in Iran, dove sarà processato per i crimini compiuti secondo i rivoluzionari, gli ostaggi saranno rilasciati.

La situazione è delicata e complessa e i servizi segreti cercano di elaborare un piano per portare in salvo i 6 funzionari: infatti sono loro ad essere maggiormente in pericolo, perché i rivoluzionari grazie ai documenti trovati nell'ambasciata occupata scoprono appunto che tra gli ostaggi mancano 6 persone. I piani americani sono eterogenei e di difficile attuazione e qui entra in scena l'agente Tony Mendez (Ben Affleck) che, ispirato da un film di fantascienza guardato dal figlio in televisione, contatta un produttore e un make up artist di Hollywood.

Il piano è di far credere alla stampa ed al mondo intero che si girerà un film di fantascienza, dal titolo "Argo", e che l'idea dei produttori è di girarlo in Iran per ricreare i paesaggi desertici dei film di fantascienza: bisogna quindi effettuare un sopralluogo per scegliere la giusta location. Viene organizzato tutto nei minimi dettagli dalla scelta del cast ad articoli sui giornali a eventi promozionali ed intanto, nonostante lo scetticismo di diversi membri dei servizi, Mendez arriva in Iran e con la sua copertura dovrà far uscire dal paese i 6 connazionali rifugiati dall'ambasciatore canadese.

Questi ultimi dovranno interpretare la parte di scenografi, sceneggiatori e registi del nuovo film e devono studiare bene la loro parte; la guardia rivoluzionaria iraniana infatti attua uno spietato controllo sui cittadini occidentali e grazie alle informazioni raccolte inizia a monitorare con attenzione l'ambasciatore canadese. In un finale al cardiopalma Mendez riesce a portarli in salvo con un volo della SwissAir: il governo americano, per impedire ritorsioni sugli ostaggi dell'ambasciata, comunica che è stata una azione pianificata ed eseguita dal governo canadese (la cosiddetta Operazione Canadian Caper).

Un film veramente sorprendente perché non ha paura di criticare la politica estera americana e la stessa Hollywood, e lo fa in modo spontaneo e non costruito attraverso dialoghi brillanti e una sceneggiatura ottima: il fatto stesso di costruire un finto film all'interno di un film permette di vedere da vicino l'ipocrisia e la falsità di Hollywood.

Ma soprattutto c'è la storia vera della rivoluzione iraniana e della fuga dello Scià in America: se da un lato viene evidenziato il fanatismo religioso degli ayatollah e le solite vendette private che seguono ad ogni caduta di regime (basta pensare a quanto è accaduto dopo la caduta dei regimi fascisti e comunisti), oltre ad un odio spietato verso il "Grande Satana", dall'altro si critica fortemente il governo americano che ha sempre appoggiato lo Scià nonostante fosse a conoscenza delle torture e della mancanza di libertà. Emblematico il dialogo tra due agenti della CIA a proposito dell'estradizione dello Scià:

 

"Ma perché non lo consegniamo? Ha torturato ed ucciso senza pietà. E i nostri connazionali verrebbero liberati"

 

"Si hai ragione ma lo Scià è sempre stato nostro alleato e deve continuare ad esserlo nella buona e cattiva sorte"

La macchina romanzesca è perfetta e la tensione emotiva è alta per tutta la durata, con un ovvio picco nell'ultima mezz'ora: sicuramente avere tra le mani una storia vera aiuta ma è proprio questo un grande merito di Affleck, non aver voluto inserire elementi troppo romanzati per alzare la tensione, cosa di cui comunque non ve ne era bisogno. L'unica cosa che mi viene in mente da questo punto di vista è la risposta all'ultimo secondo del produttore del film, dopo una corsa forsennata, alla chiamata dall'Iran per verificare che ci fosse effettivamente un ufficio di direzione del film.

Ben Affleck mette in mostra una maturazione recitativa sorprendente, sono lontani i tempi dell'attore bello ma inespressivo e un po' goffo di "Pearl Harbor": qui la sua recitazione è espressiva ed incisiva rendendo in modo perfetto un agente della CIA assorbito dal suo lavoro particolare e sofferente per la lontananza dal figlio. La sua regia è di alto livello figlia di una sceneggiatura convincente con dialoghi essenziali e mai banali, scene d'azione ben girate, senza patetismi o eccessivi sentimentalismi fuori luogo. Insomma smentisce in pieno l'ironica frase del film:

"Anche una scimmia dopo due giorni impara a fare il regista"

Ottima anche la ricostruzione di quegli anni dal punto di vista del vestiario e delle ideologie: lo spettatore si sente catapultato negli anni '80 e viene portato a pensare ed agire come i protagonisti del film. Ne consiglio a tutti la visione perché non si può non restare affascinati da questa incredibile storia vera, che sembra per l'appunto proprio un film.

 

Curiosità

Il finto film Argo si ispira chiaramente a Guerre Stellari, uscito nel 1977 appena due anni prima degli eventi narrati.

Gli ostaggi americani dell'ambasciata saranno liberati soltanto nel gennaio 1981 dopo intense attività diplomatiche e dopo un tentativo di liberazione, fallito miseramente, delle forze militari statunitensi (Operazione Eagle Claw).

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/12/2014