Il monumento al Cacciatore di montagna a Usseglio

Inaugurata fra le polemiche l’opera dello scultore Raffaele Mondazzi ispirata da un bronzetto di Cesare Biscarra

A Usseglio (Torino) nell’alta Valle di Viù, domenica 14 dicembre è stato inaugurato nei pressi dell’Albergo Ristorante Furnasa, il monumento al Cacciatore di montagna, opera ispirata da un bronzetto di Cesare Biscarra realizzata dallo scultore Raffaele Mondazzi, docente dell'Accademia Albertina di Torino.

Cesare Biscarra (Torino, 1866 – 1943), figlio dei pittore Carlo Felice, aveva realizzato a Viù un busto bronzeo dedicato all’on. Giovanni Rastelli, sindaco di Viù, opera di recente recuperata e restaurato dallo scultore di origine viucese Gabriele Garbolino Rù. Il bozzetto del cacciatore non derivava da una precisa committenza ma gli era stato suggerito dal suo grande interesse per la caccia.

L’iniziativa della realizzazione della statua dal bozzetto di Biscarra è partita dal presidente dell'Associazione del Museo Civico di Usseglio, Alberto Tazzetti, allo scopo di completare il progetto di museo diffuso sul territorio di Usseglio.

Si è prodigato per l’iniziativa anche Aldo Fantozzi, ex Sindaco di Usseglio e storico Presidente del Comprensorio Alpino Torino 4, Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. Fra i numerosi sponsor, si annoverano la Compagnia di San Paolo, Enel, Camera di Commercio di Torino, Federcaccia e Libera Caccia della Provincia di Torino, il CATO4, la famiglia Tazzetti ed Enrico e Novella.

All’inaugurazione ha partecipato il Coro Stellina di Viù. Nel pomeriggio, presso il salone polivalente si è tenuto lo spettacolo “Balà an chantant”, ballo tradizionale cantato con il gruppo musicale Blu l’Azard, iniziativa dello Sportello Linguistico Francoprovenzale di Usseglio - Museo Civico Arnaldo Tazzetti, con la collaborazione dell'Associazione Chambra d’Òc.

Come era facilmente prevedibile, sui social network si è attivato un passa parola per incitare gli animalisti a inviare messaggi di protesta nei confronti di questa opera, con un atteggiamento che pare non voler contestualizzare adeguatamente l’attività venatoria valligiana dei tempi passati espressa dal monumento.

 

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Articolo pubblicato il 18/12/2014