“Enfestar”, il primo CD dei gruppo musicale “Blu L’azard”

Fa parte di un progetto artistico ideato dalla Chambra d’Òc per la diffusione della cultura e delle lingue minoritarie del Piemonte

Fonte: www.chambradoc.it

“Enfestar”, il primo CD del gruppo musicale “Blu L’azard”, fa parte del progetto artistico “Dançar a la chantarèla” / “Balà an chantant” (in occitano il primo, in francoprovenzale il secondo), ideato dalla Chambra d’Òc per la diffusione della cultura e delle lingue minoritarie del Piemonte (occitano, francoprovenzale, francese), realizzato per la Provincia di Torino nell’ambito della rassegna “Chantar l’uvern” e affidato a questo gruppo musicale, formato da Peyre Anghilante, Flavio Giacchero, Marzia Rey e Pierluigi Ubaudi.

Si tratta di un CD musicale originale ed è stato immaginato dagli autori come una narrazione continua che percorre tutte le 24 tracce. Una storia dentro tante storie oppure, se si preferisce, tante storie per un solo racconto. Infatti, per oltre un’ora di registrazione, è possibile immergersi in un mondo sonoro e immaginario composto dalle storie narrate nei canti e da paesaggi sonori: suoni, dialoghi, feste, animali, racconti di magia, natura.

Alle tracce dei canti e delle danze infatti si alternano delle registrazioni di ambienti sonori che, insieme alle fotografie inserite nel disco, sono come indizi per svelare una storia, oppure potrebbe essere anche l’azzardo di un rebus da sciogliere, compresa una sorpresa alla fine del disco, o alla fine del racconto...

Ma, come in un sogno, le interpretazioni sono tante e che chiunque l’ascolti possa trovare la propria. Alcuni elementi sono ricorrenti, come l’immagine di un albero, il suono del battito di ali, ecc...

Nel libretto è significativa, quasi come manifesto estetico, una citazione del grande compositore ed etnomusicologo Constantin Brailoiu in cui sostiene che nella musica popolare creazione e interpretazione si confondono ovvero che, nel rispetto delle regole esecutive funzionale al ballo, c’è molta creatività.

I brani musicali scelti sono sia tratti dalla tradizione musicale occitana e francoprovenzale sia di nuova composizione.

“Enfestar” si apre con una filastrocca delle Valli di Lanzo (Torino), in cui si attraversa un rio, in francoprovenzale, a cui segue un’altra filastrocca, in occitano, proveniente dalla Guascogna e suonata a scottish che è un assurdo dialogo con un cecio.

Una suite di gigo tradizionali della Val Varaita, interpretate con l’uso delle sole voci. Un circolo di nuova composizione, che è anche la fiabesca storia di una persona che voleva volare per vedere le nuvole dal di dentro e per farlo chiede consiglio ad un corvo. Un racconto di festa, che è anche una corrente della Val Varaita, cantata e di nuova composizione.

Una suggestiva bourrée raccolta da Julien Tiersot alla fine dell’Ottocento in cui la musica si sviluppa su una semplice frase rivolta ad una ragazza durante un ballo.

Una fiaba di magia ispirata ai racconti tradizionali sulle “masche”, una polca di nuova composizione. Un rondeau che è anche antica conta e gioco, in cui un uccellino ad ogni giro di danza perde una delle sue nove piume.

Una mazurca surreale e notturna che è anche un dialogo tra un topo e un pipistrello. Un valzer musette composto su una Martina, tradizionale canto delle veglie invernali che è anche serenata d’amore.

Una suite cantata di bourrées in cui, nella prima, compare la mitologica figura del lupo e deriva dalle antiche ronde e giochi infantili. Un’altra filastrocca francoprovenzale, suonata a scottish, che con un gioco di parole e suoni parla del problema della fame nel mondo e ritorna, come in altri brani, un battito d’ali.

Una suite di congòs su sole voci e cornamusa. Una suite di correnti tradizionali delle Valli di Lanzo, alcune cantate, che descrivono dei bozzetti di vita e ironia quotidiana.

Un canto di mala, in realtà un assurdo e divertente incontro in osteria, in cui i “Blu l’azard” si presentano e salutano il pubblico.

“Enfestar” è un disco di musica, enfestar è il suono delle lingue minoritarie dei componenti del gruppo. “Enfestar” è anche sogno, tante storie che si sviluppano su canti, musiche, suoni, immagini e paesaggi sonori. Che ognuno possa trovare una parte della propria storia oppure immaginarsene di nuove.

“Enfestar” vuole “rallegrare” lo spirito che sogna ma “infestare” lo spirito che ha dimenticato di farlo.

A queste indicazioni fornite dalla Chambra d’Òc, desidero aggiungere che, con grande soddisfazione, ho appreso che nel CD è stata inserita la polca francoprovenzale intitolata “Maria bela”, con parole e musica di Flavio Giacchero, dichiaratamente ispirata ai racconti tradizionali sulle “masche”, in particolare ad una fiaba di magia documentata nella Valle di Viù dalle ricerche condotte negli anni Settanta da mia moglie Donatella Cane, pubblicate nel libro “Favole e leggende della Valle di Viù” (1977).

A questo proposito, il libretto che accompagna il CD, scrive: «È interessante notare che le “tre masche” a volte sono chiamate “tre madri” e che proprio a Viù è stato ritrovato un grande masso (oggi esposto presso il parcheggio), datato al III-II sec. a.C., sul quale sono rappresentate in bassorilievo tre figure femminili con le braccia rialzate e tra loro unite (danzano?), testimonianza degli arcaici culti legati alla terra e alle “Matrone”. Dietro alla figura delle masche a volte è possibile intravedere frammenti delle culture che ci hanno preceduto e le loro divinità».

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Articolo pubblicato il 14/12/2014