Microstorie Natalizie… non sempre a lieto fine

Scritte da Erminia Fracchia

Per contribuire a una riflessione sulle prossime feste natalizie che non risulti banale e scontata, sottopongo ai Lettori di “Civico20News” la prima di una serie di “microstorie natalizie”, scritte dalla signora Erminia Fracchia, su temi che mi paiono degni di attenzione (M.J.). 

 

Ebbene sì…  siamo nuovamente a Natale, clima festoso, alberi, presepi e storie piene di serenità.


Ma sono davvero tante le storie allegre o, semplicemente, siamo troppo impegnati a sopravvivere per accorgerci del  vicino malato, della collega disperata, del barista sotto casa che, stranamente, non sorride più nel porgerci il caffè?


Ecco … parliamo di loro, dei mille piccoli casi ignoti di ordinaria cattiveria: dispetti, prevaricazioni, prepotenze che giornalmente colpiscono il nostro prossimo.

Perché è Natale!


Una premessa necessaria. I protagonisti “buoni” di queste microstorie – tutte rigorosamente vere - si chiameranno tutti Maria e Giuseppe, in onore della Sacra Famiglia… i cattivi resteranno innominati… come succede spesso.


Cominciamo…


 

Maria e Giuseppe, immigrati regolari, arrivano in Italia freschi sposi. Un lavoro di assistenza ad un’anziana li attende in Puglia.


Poi, dopo tre anni, arriva l’impiego sicuro per  Giuseppe, su al Nord.


Maria scopre di  attendere un bimbo, che nasce bellissimo ma molto malato. Sono anni difficili, tra un ospedale e l’altro,  poi, piano piano, il ragazzo migliora ed arriva una bellissima e dolcissima bimba. La famiglia cresce e necessita di una casa più grande… e qui cominciano i guai.


L’appartamento è sì spazioso ma l’affitto è alto. Oltretutto l’affitto è solo in parte “in bianco” mentre una buona metà è “in nero”.


Il contratto poi, se di contratto si può parlare, è completamente a favore del proprietario lasciando tutte le spese all’inquilino.


Arriva l’inverno e con lui … la muffa! Sui soffitti, alle pareti, negli angoli… una muffa nera che emana un odore terribile. Alle disperate telefonate dei nostri protagonisti il proprietario nicchia, rimanda, temporeggia ed infine minaccia “La colpa è vostra, non aprite le finestre” e “Se coinvolgete qualcuno vi butto fuori”.


Nel frattempo la piccola di famiglia si è ammalata ed ha difficoltà a respirare.


Il finale di questa storia?


Maria, preoccupatissima, ne parla ad un conoscente,  italiano ed avvocato.


Dopo una telefonata, piuttosto decisa, partono i lavori di recupero e, su consiglio dell’amico legale, i nostri amici stanno cercando una nuova casa con un proprietario più corretto…


Auguri!

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Articolo pubblicato il 08/12/2014