Cloaca Italia

L’amara realtà emerge ogni giorno di più

Siamo garantisti e non emettiamo giudizi sommari, partendo dal clamore di indiscrezioni, frasi virgolettate e intercettazioni telefoniche portate in evidenza, ancora in questi giorni. Non pronunciamo “Roma ladrona”, sia perché ci troveremo isolati nel panorama politico di oggi e poi il marciume è purtroppo esteso in ogni angolo di questa repubblica, nata dai brogli e cresciuta consentendo un sistema di corruttele favorite dall’intreccio perverso tra la mala politica, deriva burocratica e malaffare organizzato.

Non vogliamo neppure immaginare di ipotizzare un profilo criminale che Cesare Lombroso (oggi culturalmente esorcizzato) avrebbe tracciato nell’ascoltare un partecipante ad una trasmissione televisiva molto seguita andata in onda nella serata di mercoledì.

Prendiamo atto di vivere in un Paese che sta affondando ogni giorno in una crisi d’Identità, emarginato sempre più dal contesto delle innovazioni e dai grandi  business internazionali.

Come cittadini siamo vessati e presi in giro da un Presidente del Consiglio che continua ad auto elogiarsi per aver ridotto l’imposizione fiscale, mentre ogni giorno siamo aggrediti da nuovi balzelli, originati dallo Stato, dalle Regioni e dal Comuni che a loro volta lamentano i rubinetti chiusi del potere centrale.

Negli anni scorsi, noti soloni ormai incartapecoriti hanno introdotto nella legislazione costosi apparati in nome della privacy e della trasparenza. E da allora, mai tante vicende intime dei cittadini, alla faccia dell’inutilità di queste leggi, vengono spiattellate in pasto al pubblico dominio.

Si è perso tempo e denaro nell’introdurre farraginose norme di controllo di appalti e servizi pubblici e mai come oggi assistiamo al proliferarsi di congreghe che spillano milioni e banchettano allegramente alla faccia delle amministrazioni pubbliche e di chi ha inventato la trasparenza.

Non puntiamo l’indice e ripetiamo nomi di personaggi più o meno opachi e vomitevoli che riempiono le cronache giudiziarie. Si parla del Comune di Roma, la cui sconcertante presenza sul Territorio è sotto gli occhi di cittadini e turisti, ma si dimentica che anche la Regione Lazio era stata oggetto di drastici provvedimenti da parte della magistratura, causa il malaffare elevato a sistema. Anche Genova, Milano, Torino, e molte altre località non sono esempi positivi, anzi, molte amministrazioni fanno orrore al cospetto del cittadino onesto.

Non parliamo di giustizia, ma di etica e, anche se non va più di moda, di morale. Il Cittadino è indignato e non può chiudersi a riccio.

Il Lavoro non decolla e si scopre che, nonostante le farloccate del Presidente del Consiglio, ogni provvedimento emanato dal pubblico potere, è di fatto funzionale a foraggiare quella rete malavitosa prosperata all’interno o a fianco delle stesse amministrazioni, costituita da incompetenti che cercano, con distribuzione ecumenica fra destra e sinistra, governo ed opposizione, di  ricavarne utili cospicui, bloccando e ritardano i provvedimenti che potrebbe risolvere problemi occupazioni, creazione di infrastrutture atte a garantire la sicurezza del cittadino, ecc.

Persino attività umanitarie come l’assistenza ai profughi, rifugiati e ai meno abbienti, rappresenta la parte più ghiotta degli intrallazzi. Il disgusto poi, ed è la verifica più grave ed incombente, crea l’allontanamento di iniziative e capitali da parte della comunità internazionale, con grave pregiudizio dei giovani in particolare del nostro sistema produttivo.

Questo “sfasciume pendulo” chiamato Italia è ormai considerato uno dei paesi più corrotti tra quelli industrializzati. Ove, oltre a stecche e tangenti, si pratica la prassi, ormai consolidata del rinvio, del blocco di iniziative e lavori. Il tutto finalizzato a far sentire il peso delle cosche politiche, burocratiche o di mal affare che siano, che possono agire indisturbate.

Nel mese di dicembre in cui il cittadino si sente maggiormente vessato dal fisco, non si può non pensare come l’iniquità e l’esosità della tassazione, invece di andare a vantaggio del bene comune, transita per le ingorde tasche dei faccendieri, di portaborse o di politici falliti.

E’ ora di dire basta, ma in modo definitivo. L’elenco dei processi, delle condanne, delle esecrazioni è lungo e si snoda negli anni. La musica non migliora, anzi, ogni giorno e peggio. Quei tromboni che presidiano le istituzioni si gonfiano il petto sommergendoci di retorica nelle ricorrenze istituzionali, per poi peccare, almeno in omissioni, al riparo dei loro palazzi.

Tutte queste fandonie non interessano più nessuno, anzi creano fastidio e allergia. Se c’è un politico che si ritiene onesto e vuol contribuire a difendere nobili principi, inizi con proporre in modo ostinato e concreto, secondo il suo raggio di azione, come liberarsi di comitati, sotto comitati, commissioni e orpelli vari. E lì che si annida il marcio e dove prosperano gli incompetenti pronti ad incassare ed a pesare sul bilancio della pubblica amministrazione.

Quei sindaci che non sono neppur più in grado di asfaltare una strada, la smettano di affidare progetti e consulenze, per costruire una rotonda e ogni piccolo intervento. Ogni Comune annovera ingegneri e tecnici in grado di assolvere le loro funzioni, già comprese nello stipendio.

Gli esempi ed i campi d’azione sono molteplici. Purtroppo prendiamo atto che dietro i principi della democrazia è prosperata la degenerazione di un sistema di cui il cittadino sovrano è divenuto succube e vittima. Questo malaffare sino a quando potrà durare? A prescindere dalla retorica e dalla frasi fatte, se coloro che onestamente e con competenza siedono nelle Istituzioni, hanno idee  valide, si facciano avanti, ma in fretta!

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Articolo pubblicato il 04/12/2014