Presentata la proposta di legge sull’uso terapeutico della cannabis

Marco Grimaldi e Mario Giaccone promotori della richiesta di sperimentazione

  L'uso medico della canapa e dei suoi componenti ha una storia millenaria, condivisa da molte culture nel mondo: i cannabinoidi sono a oggi impiegati con diversi risultati nella cura del glaucoma, nella prevenzione dell’emesi, nel controllo di alcune spasticità croniche, della rigidità muscolare, delle mielo-lesioni, dell’artrite reumatoide e del dolore cronico neuropatico associato a sclerosi multipla; pazienti colpiti da Parkinson e pazienti oncologici provano sollievo a seguito dell’assunzione di cannabinoidi e un recente studio ne ha messo in luce l’efficacia nella prevenzione e nel trattamento dell’Alzheimer (considerato da alcuni studiosi conseguenza di una neuroinfiammazione cronica) e di altre infiammazioni cerebrali.

 

Con Decreto del 18 aprile 2007, Il Ministero della Salute ha aggiornato le tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope e ha collocato nella Tabella II, alla sezione B, alcuni derivati naturali o di sintesi dei cannabinoidi. Ciò ne rende possibile la prescrizione dietro presentazione di ricetta medica. 

 

"In Italia - dice Grimaldi - si sconta ancora una pesante arretratezza culturale in materia e, di conseguenza, manca in molte regioni un’adeguata regolamentazione degli aspetti organizzativi riguardanti l’impiego di questi medicinali, il loro eventuale rimborso da parte del servizio sanitario regionale, la sperimentazione, la produzione controllata e la corretta diffusione delle informazioni".

 

 Ma qualcosa si muove. Già dieci regioni hanno introdotto dei provvedimenti che riguardano l’erogazione di medicinali a base di cannabis e convergono tutte nel disciplinarla a carico dei propri Servizi sanitari regionali (SSR). 

 

"Con la nostra proposta però - insiste il Capogruppo di SEL - intendiamo fare qualcosa in più: vogliamo consentire alla Regione Piemonte di avviare sperimentazioni o progetti pilota in convenzione con le Università, i centri di ricerca e altri soggetti autorizzati, ma anche con le associazioni di utenti e altri soggetti portatori di interesse o di specifiche competenze, per la produzione di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di canapa. Inoltre vogliamo impegnare la Regione a promuovere da un lato la ricerca scientifica, dall’altro percorsi di formazione e aggiornamento per gli operatori sanitari, nonché la diffusione delle informazioni sull’impiego e sugli effetti della canapa e delle cure con principi attivi a base di canapa".

 

La proposta è stata peraltro sottoscritta da molti consiglieri di maggioranza  e altri hanno già garantito il loro sostegno.

 

“Sono molto contento - e dedichiamo questo lavoro a tutti i concittadini che hanno pagato a ‘caro prezzo’ le politiche proibizioniste perchè la proposta, se approvata,  permetterà l’utilizzo della cannabis a fini terapeutici, consentendo a tutte le Asl una migliore distribuzione dei farmaci a base di cannabinoidi in ospedale e in farmacia, dietro prescrizione medica e a carico del Servizio sanitario regionale. Pensiamo che si debba innanzitutto rompere un tabù che da troppo tempo agisce come un freno per la ricerca e la sperimentazione, rendendo difficoltoso per tanti malati l’accesso a medicine di cui avrebbero bisogno e consentendo a molti di loro di uscire dall’illegalità”.

E conclude:

"Speriamo che questa legge serva da stimolo alle nostre università e alla Sanità pubblica per andare avanti nella ricerca e nel miglioramento delle terapie e che sia la premessa per l’avvio della produzione della canapa anche in Piemonte".

"Abbiamo costruito - aggiunge il secondo firmatario Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte) - un progetto di legge che organizza la distribuzione rendendo più facilmente accessibile il prodotto terapeutico al malato il che valorizza la ricerca e permette, nel momento in cui ci sisno le strutture autorizzate dal Ministero anche in Piemonte, di produrre localmente e di diminuire i costi per i pazienti. Siamo soddisfatti di aver dato un contributo alla diffusione della cannabis a scopo terapetutico nel pieno rispetto della norma, nella sicurezza dei dei controlli e del percorso terapeutico".

 

E precisa:

 

"Anche se non ci sono ancora ricerche scientifiche che certifichino l'attività antidolorifica della pianta, sono senz'altro riconosciute, nella terapia oncologiga, le attività legate all'aumento dell'appetito, all'azione antiematica e a quella antinausea, tutti sintomi che, se limitati, possono diminuire anche la percezione del dolore. Sarebbe dunque un peccato non utilizzare le proprietà riconosciute della pianta solo per questioni culturali".


  

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/12/2014