S.O.S. Sanità

Chiamparino agita lo spettro del commissariamento mentre Marrone minaccia il ricorso al TAR per salvare la Sanità Piemontese

 Su richiesta dei gruppi consiliari di Forza Italia e del M5Stelle, il 2 dicembre si è svolta una seduta straordinaria del Consiglio Regionale del Piemonte per discutere e approfondire le tematiche contenute nella delibera sulla revisione della rete ospedaliera pubblica e privata 2015-2017.

L’argomento cardine che ha tenuto banco negli interventi dei numerosi consiglieri è la mancanza di dati ufficiali in merito alla riorganizzazione della rete, la riduzione dei reparti e servizi, gli accorpamenti, nonché dati misteriosi su nuove iniziative che non trovano riscontro nella rete ospedaliera vigente.

Prima ancora di suscitare l’interesse e l’allarme delle Forze politiche, la carenza di elementi riscontrabili aveva destato preoccupazione negli operatori sanitari di ogni livello e tra Enti ed Associazioni di cittadini che, prestando gratuitamente attività assistenziali, operano sul territorio.

 Non si tratta di quisquiglie, ma di bombe se, tra le altre, citiamo la paventata chiusura del Centro Trapianti di reni e cuore dei bambini, uno dei quattro operanti in Italia ed orgoglio dell’Ospedale Infantile Regina Margherita.

La risposta gommapiuma dell’Assessore Saitta, sul territorio, come in Consiglio è stata univoca. Nessun allarme e scelte che si snoderanno nel percorso 2015 -2017, con l’unico scopo di garantire la salute dei piemontesi.

Non la pensano allo stesso modo i consiglieri intervenuti, di maggioranza ed opposizione.

 Il Capogruppo di Forza Italia Pichetto, ed i consiglieri Vignale, Porchietto, Berruti, Graglia, Ruffino e Sozzani,  hanno ricordato le difficoltà nell’avanzamento del Piano Sanitario della Giunta Cota per l’opposizione sistematica sul territorio di coloro che oggi difendono l’indifendibile, con contorsioni degne del miglior equilibrista.

 Sono seguite puntuali osservazioni su incongruenze del Piano relative al territorio, oggetto di successivi ordini del giorno in gran parte bocciati dalla maggioranza. Una nutrita delegazione di sindaci del Tortonese e dell’Acquese, zone massacrate dal Piano Saitta protestano civilmente, nello spazio riservato al pubblico, contro le affermazioni dell’ovvietà delle scelte da parte della maggioranza.

 L’evidenza è così lampante che il consigliere PD Vittorio Barazzotto, lancia un appello circostanziato per chiedersi quale percorso accidentato dovranno fare i dializzati dell’alessandrino dinanzi al presunto azzeramento dei punti dialisi.

Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord, che già in commissione Sanità aveva presentato richieste specifiche sulla soppressione del Centro Trapianti del Regina Margherita, torna a manifestare, inascoltata la difficoltà di entrare nel merito della delibera senza la conoscenza dei dati disaggregati.

 Le fa seguito un comunicato del suo collega di partito Alessandro Benvenuto che stigmatizza le ambiguità di ieri e di oggi della sinistra, palesate dall’assessore Reschigna che ieri s’incatenava a Domodossola contro la riorganizzazione del punto nascite ed oggi approva ad occhi chiusi ben altri ridimensionamenti, come la presenza della delegazione dei sindaci attesta.

A metà seduta è intervenuto, fuori programma il presidente Chiamparino il quale, difendendo Saitta dagli attacchi dell’opposizione, ha affermato che “il commissariamento non è affatto scongiurato”, ribadendo l’obiettivo del perseguimento della salute del cittadino, con l’abolizione delle strutture insicure e poco sature.

Oltre agli interventi di Bono e Campo (M5Stelle) che definiscono ragionieristica la riforma, mentre Saitta tace sui dati reali, per evitare il confronto, Marrone (FI), annuncia un ricorso al Tar per salvare la Sanità Piemontese, in quanto i numeri e gli obiettivi di Saitta sarebbero in contrasto con i livelli definiti dal decreto Balduzzi.

Il Consigliere Alfredo Monaco,(Scelta Civica per Chiamparino) pur confidando su successivi confronti dell’assessore Saitta con il territorio, ha puntualmente indicato i molteplici comparti, ignorati dalla Giunta, in cui si potrebbero ricercare sprechi e incongruenze, oggi purtroppo a carico dei cittadini.

Dai reparti amministrativi ove il rapporto con i medici ed il personale sanitario è palesemente fuori norma e controllo, al caso di un’ASL che destina un primariato alla Comunicazione, con il taglio di servizi essenziali, mentre questa funzione dovrebbe essere svolta centralmente.

Così i mancati risparmi nello smaltimento dei rifiuti speciali(stimabile in cinque -sei milioni l’anno), come la gestione della rete di ambulanze e il trasferimento d’infermieri al 118, quando i reparti sono paurosamente carenti. L’aspetto maggiormente allarmante, secondo il consigliere Monaco,è “nella scomparsa del termine”rianimazione” dalla delibera di Saitta, con il rischio di non avere in futuro reparti di rianimazione o di dare il primariato a chi non ha il titolo adatto”.

In chiusura di seduta, sono stati votati 12 atti d’indirizzo, di cui due soli approvati.

Si tratta della mozione, prima firmataria Daniela Ruffino (Forza Italia) sulla continuità assistenziale, atta a salvare le strutture di Giaveno, Pomaretto e Torre Pellice e un odg, primo firmatario Paolo Mighetti(M5S), che chiede per il presidio ospedaliero di Acqui Terme di individuare quale riferimento prioritario la sede di Dea di secondo livello dell’ospedale di Alessandria.

Respinti invece gli altri cinque atti, fra cui i cinque  odg, primo firmatario Davide Bono(M5S), vertenti le strutture nelle province di Alessandria e Verbania, la classificazione dell’azienda universitaria San Luigi di Orbassano e il mantenimento delle specialità di ostetricia e ginecologia di Susa e Cuorgné.

Respinti anche quattro ordini del giorno che hanno come primo firmatario Gianluca Vignale (FI), il primo per evitare il declassamento dell’ospedale San Luigi di Orbassano, il secondo per la modifica della delibera sulla nuova rete ospedaliera affinché s’inserisca il presidio unificato Lanzo – Ciriè, il terzo affinché il presidio di Susa sia inserito come ospedale di base e non di area disagiata tenuto conto della posizione geografica in area montana.

Anche l’odg, prima firmataria Gianna Gancia (LN) sul destino dell’Ospedale degli Infermi di Biella destinato a divenire struttura ricettiva per l’accoglienza d’immigrati extracomunitari è stato respinto.

L’obiettivo puntato sulla Sanità non si azzera con la seduta del Consiglio Regionale, perché non si possono confondere la sicurezza della cura con l’abbandono del territorio, la prevalenza dei codici bianchi e gialli nell’accesso al pronto soccorso, con il declassamento delle strutture. Forse la Giunta, nel difficile compito di far quadrare i conti è miope nei confronti degli sprechi verificabili e nelle ridondanti sacche di inefficienza. Continueremo a evidenziare le molte incongruenze che “sfuggono al manovratore”.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/12/2014