Si preannuncia caldo il confronto sul Piano Sanitario Regionale del Piemonte

Piano sanitario non ancora approdato all’ordine del giorno del Consiglio Regionale

“ Tutti Allineati e coperti” è il diktat di Chiamparino ai conta tessere del PD, mentre il baluardo del M5Stelle è la difesa del punto nascite di Susa.

Il Piano sanitario di Chiamparino – Saitta non è ancora approdato all’ordine del giorno del Consiglio Regionale, per il confronto tra i partiti che si prevede ampio e particolareggiato, ma già si stanno accendendo i motori.

Chiamparino, da politico consumato, vuole tutelarsi innanzitutto dal fuoco amico. E’ perfettamente consapevole che le mutilazioni pesanti, di strutture sanitarie e specialità previste nell’Alessandrino e nel Verbano stanno provocando la rivolta dei sindaci PD che pubblicamente hanno già stracciato la tessera del partito, oltre alla presa di posizione di notabili di rango. Così, al recente incontro regionale del Partito ha invitato i suoi sostenitori di riferimento a serrare le file badando al deficit regionale, piuttosto che alle istanze del territorio.

Il Movimento Cinque Stelle che già nei giorni scorsi, non appena a conoscenza della revisione della rete ospedaliera piemontese, si era mobilitato in dichiarazioni ed analisi negative, ha elevato a baluardo della contrapposizione lo smantellamento dell’Ospedale di Susa (classificato come ospedale in area disagiata) e la chiusura del punto nascite.

 Domenica è stata organizzata, dinanzi al nosocomio, una manifestazione popolare che ha visto la presenza di oltre 1500 valsusini preoccupati per quel che avverrà nel prossimo futuro.

A sostegno della decisione della chiusura del punto nascite, la Giunta regionale sostiene che le nascite effettive dello scorso anno non hanno superato le 120 unità, quindi il reparto presenterebbe rischi per la sicurezza della madri e dei nascituri. L’opposizione ribatte che le nascite sul territorio hanno superato oltre 700 unità, ma l’ospedale di Susa, per motivi non ben precisati, ha invitato le gestanti a partorire altrove.

La consigliera regionale Stefania Balzella, che rappresenta il Movimento nella commissione Sanità di Palazzo Lascaris era affiancata da altri consiglieri regionali e dai parlamentari della sua area politica.

“Chiederemo in tutte le sedi, ci dichiara Balzella, che il presidio sanitario di Susa non venga considerato come ospedale di area disagiata, ma ospedale di territorio mantenendo la chirurgia e portando altri servizi fondamentali per una valle turistica, come l’ortopedia. La Giunta regionale ha il dovere di ascoltare le richieste del territorio e non può limitarsi ad effettuare tagli che hanno come unico risultato quello di colpire ulteriormente la cittadinanza di un territorio già eccessivamente penalizzato dalla conformità geografica e dalla lontananza dagli altri ospedali”, conclude la consigliera del M5S.

A prescindere dall’esito del confronto e dai contributi che stanno pervenendo da altri soggetti gravitanti sulla Sanità regionale, va precisato che se si eccettua la struttura di Susa, nell’alta e media Valle, non esiste neppure una medicheria.

Seguendo l’esempio già segnato negli anni scorsi da numerosi residenti, i Valsusini posseggono una via di fuga, anche se non comodissima.

A pochi kilometri dal Monginevro, è attivo e fiorente a Briancon, il Centre Hospitalière des Escartons. Una struttura moderna che copre moltissime specialità, compresa la ginecologia ed il punto nascite, l’ortopedia e traumatologia,le chirurgie, la dialisi e la nefrologia, per citare i servizi di maggiore richiesta.

Così la riparo da pseudo tecnici e dai manager nostrani afflitti dalla burocrazia sempre più invadete e deleteria, i nostri concittadini potranno fruire, oltr’Alpe,  di un servizio sanitario di eccellenza.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/11/2014