Jesus Christ Superstar forever and ever

Clamoroso successo, al Teatro Colosseo (To), per il musical più famoso di tutti i tempi. Spettacolo pirotecnico con la partecipazione, per la prima volta in Italia, di Ted Neeley nel ruolo di Gesù.

"Leggendo i Vangeli sembra quasi scontato che il sottofondo musicale debba essere Rock. Che l'ambientazione più adatta sia un deserto con alcuni elementi architettonici statici e animati dalla sola potenza della musica. Che l'epoca più giusta per la loro rappresentazione siano gli anni '70.
Eppure prima di Jesus Christ Superstar non era così. Ecco perché l'Opera di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber è entrata nel Mito.
E quel Mito non va assolutamente dissacrato, re-interpretato, elaborato: va rispettato, omaggiato, celebrato.
Quel Mito oggi si fa realtà attraverso Ted Neeley: una lezione di vita e di professionalità per tutti noi artisti italiani. Dopo 40 anni la sua umiltà, la sua semplicità e al contempo la sua forza smisurata, la sua contagiosa passione sono esempio vivido della statura che un Artista deve avere per diventare Mito”.

Le parole del regista Massimo Romeo Piparo, riassumono al meglio il segreto del successo, perdonatemi la blasfemia, immortale di “Jesus Christ Superstar”.

Successo, clamoroso, registrato in tutte le tappe del tour 2014: dal Teatro Sistina in Roma, al Teatro degli Arcimboldi in Milano, passando per l’Arena di Verona.

Torino non è stata da meno: Teatro Colosseo “sold out” per tutta la settimana di repliche.

Complice di tutto questo, la presenza sul palco, per la prima volta in Italia, di Ted Neeley, il J.C. “originale”, per intenderci: l’interprete principale del film omonimo, diretto da Norman Jewison, nell’ormai lontano 1973.

Certo, sono passati tanti anni, e qualche collega ha preferito sottolineare questo aspetto, titolando ad esempio…“Jesus Christ, una Superstar con le rughe”…piuttosto che soffermarsi sull’eccezionalità dell’evento.

Bene, voglio dire a quei colleghi che ogni ruga, ogni segno del tempo, sul volto e sulle mani del protagonista, ha rappresentato un’emozione, per non dire commozione.

Tutto lo spettacolo è stato emozionante, coinvolgente e spettacolare.

La scenografia, innanzitutto: pedane semoventi, il mitico ponteggio del film usato anche come maxi schermo, trampolieri e mangiafuoco.

I costumi, rivisitati in chiave “new millennium”, che riportano indietro nel tempo, alla cultura “hippy”.

L’orchestra, che riesce a riproporre, rigorosamente dal vivo, le atmosfere del vinile e della colonna sonora originale, soprattutto con la chitarra distorta, in puro stile “seventy”.

Degni di nota, alcuni effetti scenici, davvero geniali: maschere che piovono dal soffitto durante “The Temple”, il maxischermo che proietta immagini relative ai più grandi crimini dell’umanità, durante “Trial before Pilate (39 lashes)” e soprattutto la celeberrima “Superstar” interpretata e ripresa dalla telecamera mobile, in tempo reale, nel foyer del teatro, con Jesus e Judas che entrano in sala, passando tra il pubblico, per poi chiudere il brano sul palco, nel tripudio generale.

E naturalmente gli interpreti: a parte l’immenso Ted Neeley, davvero in grande spolvero, il regista siciliano è riuscito a formare un cast giovane, entusiasta e dalle grandi capacità vocali: Ponzio Pilato, Caifa, Annah, Maria Maddalena, Erode, sono interpretati con calore e trasporto e si meritano gli applausi convinti del pubblico.

E poi, Giuda Iscariota, co-protagonista dell’opera: Feisal Bonciani, giovane artista fiorentino, infiamma i presenti in sala con una performance davvero di spessore, senza imitare il compianto Carl Anderson, ma personalizzando l’interpretazione del personaggio, con una voce potente ed espressiva; un compito difficile, mi confiderà nel backstage…”ma che ho accettato con grande entusiasmo e all’inizio con incredulità. Entusiasmo che è palpabile fra tutti gli attori, grazie  soprattutto a Ted, una persona straordinaria, umile, disponibile, prodigo di consigli per tutti noi, quasi un padre artistico”.

Lo show si chiude con la spontanea e quanto mai meritata “standing ovation” e con un “reprise” di “Superstar” cantato e ballato da tutto il pubblico presente in sala.

Pubblico che pochi minuti dopo, affollerà il foyer, in attesa dei protagonisti: giovani, tanti meno-giovani, parecchi, compreso chi scrive, con il vinile originale del 1974 pronto per essere autografato.

L’attesa verrà premiata: tutto il cast si dimostra molto disponibile ad incontrare i fans, stringere le numerose mani e a firmare autografi, compreso naturalmente Ted Neeley.

L’artista texano è persona davvero squisita, una persona vera: si intrattiene a parlare con tutti quelli che lo circondano, firma autografi e dediche, ringrazia personalmente, ad uno ad uno, i presenti per aver assistito allo spettacolo.

Mentre scrive la dedica sulla copertina del 33 giri, mi dice che…”il segreto di J.C.S. è molto semplice: descrivere la figura di Gesù nella sua umanità. Gesù è un uomo, come tutti gli altri, con le sue ansie, le sue paure, i suoi sentimenti. Questa semplicità, questa umanità è diventata mia e mi ha dato la forza, l’energia per essere ancora qui,dopo tanti anni. Insieme alla musica, la mia ragione di vita”.

Mi domanda se lo show mi è piaciuto e quando gli rispondo che aspettavo questo momento da quarant'anni e ho cantato tutte le canzoni con i lucciconi negli occhi, mi sorride e mi abbraccia, ringraziandomi per belle parole.

Credetemi, quel “…thank’s man…please to meet you…”, lo porterò dentro di me per sempre. 

Stay always tuned !!!

 

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Articolo pubblicato il 21/11/2014