Il Volontariato internazionale e l 'ISIS

Si possono considerare gli esponenti dell ISIS come facenti parte del“ Volontariato internazionale” ?

Per quanto  possa apparire stridente associare noti personaggi per noi positivi , che fecero lotte che portarono alla liberazione ed alla indipendenza delle nazioni, con questi nuovi protagonisti della guerriglia in Siria ed Iraq, gli storici dicono di si, che anche i tristemente noti sgozzatori dell' ISIS fanno parte del “ Volontariato internazionale”.

Volontari internazionali  vengono definiti coloro che lasciano tutto, casa, famiglia, amici per andare a combattere in altri paesi per idealismo ed anche motivi prettamente economici. Un po' come fanno coloro che si arruolano nella  Legione straniera, abbandonando tutto e vivendo nell' anonimato, con la differenza che i legionari entrano a far parte di un esercito regolare, pagato e riconosciuto dalla Francia, mentre i volontari internazionali in genere costituiscono gruppi di combattimento a se stanti e relativamente indipendenti dagli eserciti regolari. Questi nuovi  adepti dell' ISIS , invece, entrano a far  parte integrante, a tutti gli effetti, del Paese in cui vanno a combattere.

Nel loro lavoro di  esegeti e di osservatori di fatti appartenenti al nostro trascorso ed alle basi della nostra società, gli storici di solito fanno passare sempre   un po' di tempo prima di  scrivere di questa materia, per evitare di essere poco oggettivi e parziali, per fare decantare ciò che può essere scambiato per mera opinione politica e di parte , per avere un quadro complessivo della situazione in cui si svolgono i singoli fatti più meditata e non troppo schematica.

E' anche vero che la Storia la scrivono i vincitori, e questa è la più grave pecca di questa materia.

Basti pensare come sarebbero stati stampati i libri di storia nel malaugurato  caso che la seconda guerra mondiale l' avessero vinta i nazisti.

Eppure anche gli elementi stranieri che entrano a far parte dell' ISIS , che si convertono all' Islam e che guerreggiano per stabilire il califfato, vengono inquadrati dagli storici - che hanno una mentalità tassonomica la quale tende ad inquadrare tutte le manifestazioni del genere umano come appartenenti a questo o quel movimento - come facenti parte del cosiddetto “ Volontariato internazionale “.

Come prototipo di “ Volontario internazionale “ si può considerare un sommo della nostra Storia , Giuseppe Garibaldi , detto l ' “ Eroe dei due mondi “.

Volontario perchè andò liberamente all' estero per combattere per il suo senso di liberalismo democratico e rivoluzionario, anticlericale e  massone ( setta alla quale Garibaldi sembra appartenesse ) in quell' ambito ottocentesco ancora dominato dalle Monarchie assolutiste dopo la Restaurazione del 1815.

Un volontario spurio però, in quanto fu sempre supportato dalle nazioni e da associazioni internazionali che avevano i suoi stessi interessi.

Più di lui, incarnarono il Volontariato internazionale i suoi numerosi discendenti, che si ispirarono alle sue idee per andare a combattere all' estero,  spesso senza supporto da parte italiana, in qualche caso  addirittura  come rifiuto della mentalità dominante nel nostro Paese.

A  proposito di Garibaldi, si dimentica troppo spesso di dire , specie sui libri di scuola dove certi fatti non sono mai menzionati, che  quando sbarcò a in Sicilia con la spedizione dei Mille , istituì la “ Dittatura di Garibaldi “ in quell' isola, anche se in nome di Vittorio Emanuele II , che lo aveva finanziato in parte.

La maggior parte dei suoi finanziamenti però derivavano da due fondi inglesi, il principale dei quali era il “ The Garibaldi fund “ , di chiara ispirazione liberale e repubblicana, qualcuno dice anche massonica.

La rapida conquista del territorio dell' Italia del Sud  da parte di Garibaldi, che aveva ormai un esercito di circa trentamila uomini di cui seimila ufficiali, un numero esorbitante di questi ultimi,  molti dei quali entrati in quella funzione per chiari episodi di corruzione da parte dei notabili meridionali ( come anche testimoniato da Ippolito Nievo, diventato vice intendente dell' esercito di Garibaldi e che aveva la responsabilità , tra le altre, di pagare regolarmente i soldati ) preoccupò a tal punto il Re che questi decise di scendere in Sicilia il primo dicembre 1860, temendo che Garibaldi potesse proclamare la sua Repubblica fino a comprendere lo Stato Pontificio.

Questi fatti stanno a dimostrare che “ L' eroe dei due mondi “ era un personaggio che aveva mantenuta intatta la sua vocazione di rivoluzionario e assai meno quella di volontario idealista ( Garibaldi entrò in Sicilia con un dotazione di circa 30 milioni di  Euro attualizzati, e poi si impossessò di altri 200 milioni di Euro attualizzati del Banco di Sicilia ), sapendo benissimo che le operazioni di guerra falliscono se non vi sono  mezzi economici sufficienti  per combattere.

La numerosissima famiglia di Garibaldi si rese protagonista, in seguito, di alcuni episodi passati alla storia del volontariato internazionale , ma ancora non ben conosciuti come :

 

                     La legione garibaldina in Francia

 

Ben sei fratelli su sette, tutti figli di Ricciotti , il figlio di Garibaldi , parteciparono come volontari in camicia rossa formando un reggimento all' interno ed alle dipendenze dell ' esercito francese  durante la prima guerra mondiale e combatterono contro i tedeschi al fronte, mentre l' Italia non era ancora scesa in guerra. A dimostrazione che i volontari si erano organizzati per intervenire tutti insieme in campo internazionale  e non erano legati  all' allora proclamata neutralità di Salandra, che anzi i fratelli contestavano.

La famiglia Garibaldi partecipò a tutte le guerre  note come “ Risorgimenti nazionali ed internazionali “  in qualità di volontari.

 

 

                     Guerra civile spagnola

 

1936 : mentre le forze del fascismo inviate da Mussolini in Spagna ammontavano in circa 40.000 persone ,la Colonna Rosselli , volontari italiani comandate da Carlo Rosselli, con 150 uomini combattè contro le forze Franchiste tre volte superiori di numero, sconfiggendole.

500 nostri connazionali, tutti facenti parte del volontariato internazionale di ispirazione o repubblicana o socialista o comunista, combatterono nel “ Battaglione Garibaldi “. Nel marzo 1937 gli italiani franchisti si trovarono a combattere conto questo Battaglione costituito da altri italiani.

 

        1943 : Il volontariato si schiera con la Resistenza francese contro i nazisti

 

In  Francia l' armeno Manouchian raccoglie molti stranieri volontari ,  tra cui parecchi ebrei ed armeni , fatto  che nei francesi suscitò ammirazione per questo loro sentimento legato alla resistenza , con un certo grado di universalità , cosa  che venne apprezzata addirittura dal nazionalismo francese. 

Vennero fucilati dai nazisti 22 volontari. I nazisti facevano propaganda a loro favore con le 15.000 “Affiche rouge “ esposte a Parigi contro tali volontari, accusando la Francia di allevare in seno stranieri poco affidabili tra cui ebrei, ma ne ottennero l' effetto contrario.

 

                     Che Guevara

 

 Medico argentino , il 3 gennaio 1959 entrava trionfante all ' Havana come liberatore alla testa dei famosi “ Barbudos “.  Dopo pochi giorni entrò nella capitale anche Fidel Castro.

 Il “ Che “ partì successivamente per il Congo, come volontario internazionale, per combattere contro l' Imperialismo lì ed in ogni altra parte dove si presentasse. Nel Congo, per la disorganizzazione e l' approssimazione dei suoi locali seguaci, il Che ottenne risultati pressochè nulli.

Il suo tipo di volontariato è noto come “ Volontariato continentale “.

Nel 1965 torna a Cuba, ma la sua missione nel volontariato armato internazionale per lui non era affatto finita, e va a combattere in Bolivia.

La triste parabola del Comandante si chiuse con la sua uccisione nel 1967 nel paese sudamericano , proprio l' anno prima della rivoluzione studentesca del ' 68 , quando  venne immediatamente posto  ad icona del proletariato per la liberazione dal potere costituito e dominante , rappresentato dalla Borghesia.

 

                     ISIS

 

Un numero imprecisato di americani, circa 1500 inglesi ( tre volte quelli dichiarati ufficialmente ), 700 francesi , 500 turchi, 250 tra tedeschi e belgi, e circa 40 italiani sono coloro che sono andati a combattere in Iraq per stabilire il Califfato islamico.

 Si reputa che questi “ Volontari internazionali " siano raccolti , oltre che tra gli idealisti puri, nelle fasce più povere della popolazione di residenza originaria.

La maggior parte di loro ha un' età  compresa tra  i 16 ed i 28 anni.

 Ciò che contraddistingue questi volontari, oltre alla loro ferocia che li induce a sgozzare degli innocenti che per essi rappresentano però i mali dell' Occidente ed il suo Imperialismo, è la cesura totale con i paesi d' origine.

 Queste persone non vogliono tornare nei loro paesi originari , al contrario della maggior parte dei rivoluzionari volontari visti in precedenza , dove vi sono i loro affetti e dove risiede l' alveo della loro cultura e formazione.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/11/2014