Ancora sino al 30 novembre la mostra fotografica di Enzo Obiso alla Must Gallery di Lugano
Galleria Fotografica (6)
L’obiettivo di Obiso, Enzo Obiso, maestro del bianco-e-nero ma palesemente anche del colore, con base operativa a Torino e Chieri (è direttore del Centro Phos), riesce a rivelare il retroscena dell’immagine, a cogliervi e far emergere gli elementi inabissati nel maremagnum del bailamme intuitivo/comunicativo che, attraverso il filtro dell’ottica e dell’occhio mentalmente culturalmente condizionato dello spettatore, nel gioco di rispecchiamento, di riflessione fra primo-piano e sfondo, testimonianza e falsificazione o verosimiglianza, notizia e rievocazione, riecheggia nell’inquadratura e ne viene sintetizzato, irretito.
Magari dal litorale di Cuba, nei rioni dell’Avana, o in studio (il luogo non importa, malgrado risulti così rilevante), il lampo dello spaziotempo sembra aberrarsi come all’orizzonte-degli-eventi d’un buco-nero, eppure s’enfatizza l’esserci e insieme la mancanza, anzi sovente è grazie al vuoto lasciato dall’assenza della persona umana che proprio la presenza - il presente - appare appieno, un volta trascorso, nella radura dell’esistenza, con la cogenza e pregnanza ironicamente nostalgica di un futuro ch’è già passato: “Queste foto - osserva il geografo Paolo Giaccaria nello scritto critico di prolusione alla mostra di Lugano - ci rassicurano non tanto circa la realtà effettiva del Mondo quanto sulla memoria dell’esperienza e ci recano il dono che rende tollerabile il ritorno del sole, il piacere del dejà-vu, del sogno che non sappiamo bene se preceda o segua tale esperienza, o se non sia l’esperienza stessa”. Insomma, più che il sito è la situazione a valere. L’uno svanisce nell’attimo di chiusura dell’otturatore, mentre la seconda, giusto da quel momento, comincia a configurarsi in ragnatela di relazioni psico-sociali, individuali o collettive, di connessioni neuronali, razionali, emozionali, spesso inconsce, che la traducono in episodio della vita, ricordo, cioè frammento d’un’epoca. Immortalata.
Dalla rischiosa mirabile imperscrutabilità che sempre rimaneva nell’elaborato complesso processo d’impressione e sviluppo della pellicola sensibile, fino al fissaggio della stampa ultima dell’esemplare cartaceo, s’insinua il quid di significato che però lo schermo digitale non è forse capace di illuminare, di chiarire, poiché invece lo oscura. L’immediatezza della visualizzazione probabilmente perde qualcosa: il concetto dell’oggi, coniugazione di ieri e domani, si genera e forma - e ferma - dopo. Negli scatti di Enzo, il fulcro crono-topologico è adesso, quando li riguardiamo e ci riguardano, non solo nel periodo e/o nel posto (esposto, sovresposto) della ripresa. Ecco l’hic-et-nunc. L’altrove è qui. Ora.
“Nostalgia del Futuro”
Fotografie di Enzo Obiso
Fino al 30 novembre 2014
Must Gallery
Via del Canvetto – Lugano (CH)
Info: 0041 91-9702184
www.mustgallery.com/it/exhibitions/enzoobiso
PHOS
Centro Polifunzionale per la Fotografia e le Arti Visive
diretto da Enzo Obiso
Via Garibaldi, 35 bis – Chieri (To)
Orario: lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 15,30 alle 18,30
Info: 011-7604867
Le immagini: E. Obiso, L’Avana, Cuba, 1912, fotocolor © l’autore/MustGallery/Phos
relativo alla mostra collettiva Patchwork
alla Must Gallery di Lugano :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.immaginiinmosaico
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Articolo pubblicato il 23/11/2014