Chiamparino: "Paghi chi ha di più"

Movimentata seduta del Consiglio Regionale, tra stangata fiscale e Piano Sanitario fantasma

 Il Disegno di Legge n.48 ”Assestamento al bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014”, è l’argomento che tiene banco nei lavori del consiglio regionale che si è svolto il 18 novembre, preceduto dal deliberato della Giunta già illustrato in ogni dove da Chiamparino.

Sotto il profilo umano, Chiamparino esce sbertucciato dal suo amico Renzi, l’imbonitore ormai screditato che pro tempore occupa la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Costui in una recente trasmissione televisiva, riferendosi proprio a Chiamparino, si diceva certo che, considerata la consumata abilità del Chiampa, sarebbe indubbiamente riuscito a ridurre il deficit, nonostante i ridotti trasferimenti governativi, azzerando sprechi e spese superflue, senza spremere i piemontesi.

 La dose, non solamente in capo a Chiamparino, si è elevata di potenza quando, in seguito alle devastazioni causate dal maltempo, lo stesso Presidente del Consiglio non ha escluso una salutare rottamazione delle Regioni, per poi fare un’ingloriosa retromarcia, incalzato dal presidente della Liguria Burlando.

 Ma Chiamparino, per fronteggiare la situazione ereditata da colpe antiche e meno (le assunzioni clientelari di Ghigo, soprattutto nel comparto Sanità, la voragine dei conti ereditati dalla gestione allegra di Mercedes Bresso, iniziative in gran parte causate dall’imperizia di chi è stato impropriamente elevato da Cota alla dignità assessorile), non ha esitato a metter mano alla leva fiscale, dichiarando a Repubblica dell’11 novembre: ”Paghi chi ha di più. Per salvare il Piemonte non c’era altra scelta”.

Si recuperano 100 milioni con l’inasprimento dell’Irpef e il gravame sul bollo auto, senza neppur cercare di alzare il velo sull’andamento allegro di consulenze, collaborazioni esterne, iniziative inutili ed estemporanee degli assessori, nonché cercare di disboscare la giungla delle partecipate, con la voragine di passività e le discutibili scelte manageriali operate e in corso.

 Ci avviciniamo ai sei mesi di amministrazione Chiamparino. Le cronache regionali ci presentano qualche provvedimento di facciata(riduzione dei revisori dei conti nella Sanità, decurtazioni delle prebende ai consiglieri regionali, sforbiciata ai vitalizi degli ex consiglieri, riduzione del personale dell’amministrazione). Ben più irritanti sono le narrazioni delle manovre, imputate in gran parte a Chiamparino, per portare a capo di società partecipate ed a gangli importanti degli assessorati, i soliti amici degli amici, ben targati politicamente e con un curriculum d’insuccessi alle spalle (in proposito c’è subbuglio tra Assessori e dirigenza regionale ed il primo provvedimento in materia, è, per il momento accantonato.

 Purtroppo questi vizi, a differenza del deficit pregresso, non potranno non imputarsi che alla sua opaca gestione. Non si può continuare a giocare sulla pelle del contribuente, continuando a foraggiare e mantenere personaggi incapaci ai vertici di Enti regionali. E’ il caso del direttore del Museo del Cinema, che nonostante la gestione passiva si permette di polemizzare con il suo assessore, o della CSI, azienda fuori mercato, per non parlare delle altre. Chiamparino non si sottragga alla trasparenza e si liberi, una buona volta della vocazione castigatoria e giustizialista della sinistra ideologizzata, orientata a imporre balzelli per equilibrare ed estendere la povertà.

Con questi provvedimenti e con la logorata visione del potere,  si vivacchia, ma non si crea e non si esce dal pantano.

Nel pomeriggio di lunedì, Chiamparino e l’assessore al Bilancio Reschigna, hanno incontrato il Ministro del Tesoro Padoan, per ottenere l’assenso a spalmare il rientro del deficit in più annualità, dopo aver illustrato al Ministro le misure fiscali e di riduzioni di spese impostate. L’incontro è definito interlocutorio della stesso Presidente intervenuto nel dibattito al Consiglio regionale.

Nel corso del dibattito, i consiglieri di maggioranza, dal capogruppo Davide Gariglio a Paolo Allemano, spronano la Giunta a proseguire sulla via intrapresa. Marco Grimaldi (Sel), ha focalizzato invece la sconcertante situazione degli Enti locali, affermando che :”Il Governo ha fatto un gioco sporco con le Regioni, non doveva danneggiarle in questo modo. Questa crisi ha arricchito qualcuno. Grimaldi ha poi concluso esortando a imparare a gestire meglio i fondi strutturali europei”.

Gilberto Pichetto, capogruppo di Forza Italia, seguito con osservazioni circostanziate da Claudia Porchietto e Gianluca Vignale, ha rivendicato l’impegno portato avanti dalla Giunta Cota per il rientro del debito. In proposito Forza Italia attende considerazioni da parte della Giunta, per l’accoglimento di significativi emendamenti presentati. Attenzione che, a detta dell’assessore Reschigna incontra “porte aperte”.

 Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giorgio Bertola, esprimendo la disapprovazione del suo gruppo per i provvedimenti fiscali, ha introdotto l’argomento che ha animato la seduta Consigliare, ossia la mancata comunicazione dell’assessore alla Sanità, circa il contenuto della revisione del Piano Sanitario.

Le premesse erano iniziate lunedì mattina in Commissione Sanità, quando l’assessore Saitta,nonostante le indiscrezioni riportate sui giornali, non ha voluto illustrare o consegnare la bozza dei rilevanti provvedimenti che la Giunta dovrà discutere mercoledì 19. I Consiglieri di opposizione protestano e quelli del M5Stelle, abbandonano l’aula.

 Anche in consiglio le comunicazioni latitano. I consiglieri penta stellati ipotizzano  contrasti nella maggioranza o difficoltà con il Governo. Lega Nord, per bocca della capogruppo Gianna Gancia e Gianluca Vignale per Forza Italia, rilevano il comportamento giustizialista del PD che nei quattro anni di Cota urlava ed istigava categorie di cittadini contro la macelleria sociale ed oggi, noncurante di proteste, adotta misure ancor più drastiche.

La consigliera Batzella, ad emblema della condanna  del piano funambolo di Saitta, contesta il drastico ridimensionamento previsto per l’ospedale di Susa (foto), relegato a nosocomio di area disagiata, con la conseguente chiusura del punto nascite. Così l’Ospedale di Susa diventa l’emblema della protesta contro i tagli della Sanità e Batzella annuncia un momento di protesta programmato per domenica mattina.

 E’, nel frattempo arrivata la notizia della bocciatura da parte del Consiglio di Stato del regolamento che fissa parametri e limiti per la “definizione degli standar qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. S’infervora il dibattito, ma Saitta sostiene che trattasi di rilievi solamente formali. Il mistero continua ad avvolgere una materia che, oltre ad incidere pesantemente sul bilancio della Regione, è significativa per la vita dei piemontesi. Mercoledì 19 il mistero dovrebbe svelarsi, così si rifletterà sulle misure che, dopo la stangata fiscale, Chiamparino presenterà.

 

 

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Articolo pubblicato il 19/11/2014