Ancora purtroppo Jean Claude Juncker

Dal più grande paradiso fiscale al dominio sull’Europa

 

 I maggiori quotidiani italiani, infestati da opinionisti eurofanatici, hanno preferito  coprire con un pesante velo, la figura dell’attuale presidente della commissione UE, Jean Claude Juncker. Per non turbare i loro lettori.

 

E’ l’uomo che, sponsorizzato dalla Merkel, sta dettando le politiche economiche intese a mettere in riga e ad umiliare le nazioni che si sono sottoposte al dominio dell’ euroburocrazia di Bruxelles.

 

Invoca la massima trasparenza nei conti finanziari e dichiara lotta dura e senza quartiere alle operazioni di riciclaggio e di evasione fiscale.

 

Un recente battibecco tra il premier italiano Matteo Renzi e Jean Claude Juncker ha cominciato a deteriorare il velo protettivo finora eretto, a copertura del personaggio, dalle lobby eurofanatiche della sinistra italiana, e la verità sta venendo a galla.

 

Emerge finalmente in questi giorni quello che, sei mesi fa, Civico20News aveva denunciato in un articolo intitolato “CHI E’ JEAN CLAUDE JUNCKER”, firmato dal sottoscritto.  

 

Riteniamo doveroso riprodurlo quasi integralmente.

 

“ E’ l’uomo che la Merkel vuole al governo dell’UE per affiancarlo all’altro suo maggiordomo, presidente dell’europarlamento, Martin Shultz, detto il Kapo.

 

E poiché lo vuole la Merkel, anche Matteo Renzi, nonostante lo Juncker sia un nemico dichiarato dell’Italia, ha dovuto votarlo, pronunciando nel suo slang anglo toscano la parola obbedisco. In cambio il giovane Matteo ha avuto la promessa di qualche briciola di flessibilità….

 

Jean Claude Juncker è un politico lussemburghese. Il granducato del Lussemburgo è una piccola nazione di 530 mila abitanti, situata al centro dell’Europa, tra Germania, Francia e Belgio ed è al centro di traffici finanziari internazionali.

      

Juncker lo ha governato, per mancanza di competitori, dal 1995 al 2013, trasformandolo in un grande paradiso fiscale (è noto in Italia il caso dell’eredità Agnelli), collegato all’evasione ed al riciclaggio di denaro sporco. E’ riuscito ad attrarre nel suo piccolo paese oltre 2100 miliardi di euro di capitali esteri, custoditi in 140 istituti bancari.

      

Il Lussemburgo è inoltre la sede legale preferita da tutte le multinazionali impegnate ad evadere le imposte dei loro paesi.

    

 In base a queste sue discutibili doti in campo economico, Juncker, nonostante seri problemi derivati dal coinvolgimento in uno scandalo riguardante i servizi segreti, verrà nominato, prima alla presidenza permanente dell’eurogruppo ed ora, anche con il voto favorevole di Matteo Renzi (plagiato dalla Merkel), ma con il voto contrario di Gran Bretagna ed Ungheria, alla presidenza della UE.

    

 Lasciato il governo del granducato, considerato l’olimpo della frode tributaria od anche il Bengodi europeo, in cui i cittadini possono contare su di un prodotto interno pro capite di 78 mila dollari, secondo solo a quello degli abitanti del Kuwait, Juncker, insediato nella stanza dei bottoni dell’UE, ha capovolto il suo pensiero economico.

     

 Insieme ad altri commissari, come Barroso, Olly Rhen, van Rampuy ed ai ministri germanici delle finanze, ha preso ad infierire sulle nazioni più deboli dell’eurozona, imponendo trasparenza assoluta, lotta all’evasione, rigidità dei conti, rispetto di parametri assurdi, imposizione di compiti da svolgere in brevi lassi di tempo.

     

Sotto la sua guida è stato elaborato il famigerato “fiscal compact.”

     

 Secondo molti opinionisti europei e soprattutto inglesi, queste pulsioni oppressive, che sconfinano con la persecuzione e con la volontà di umiliare nazioni sottoposte, distruggendone l’economia, derivano dalle abitudini nel privato del lussemburghese.

     

Jean Claude Juncker, scrive il tabloid inglese “Mail on Sunday”, non solo è un accanito fumatore, ma è dedito abitualmente all’alcool. Forse non arriva a fare colazione con il cognac, come insinua qualcuno, ma il vizio trova conferma in altre fonti, quale quella del Der Spiegel che scrive “attenzione controlli alcolici…..”

     

Renzi, e con lui l’Italia, non sono in buone mani.

     

 Ma Renzi lo ha votato e, noi poveri italiani dovremo sopportarlo.”  

    

A meno che, come scrivono proprio in questi ultimi giorni, due importanti esponenti dei media finanziari mondiali, l’agenzia Blomberg ed il Financial Times, Jean Claude Juncher, a causa del suoi trascorsi lussemburghesi, sia costretto a dimettersi. L’agenzia Blomberg in particolare afferma che “pur in assenza di reati, sarebbe meglio che facesse un passo indietro”.

 

 


 

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Articolo pubblicato il 14/11/2014