Presidio di protesta di “Gioventura Piemontèisa” e “Piemonte Stato” davanti al Consolato spagnolo di Torino

Domenica 9 novembre, hanno espresso la solidarietà dei piemontesi con il popolo catalano

Fonte: “Gioventura Piemontèisa”

 

In concomitanza con il referendum per l’indipendenza della Catalogna, il movimento “Gioventura Piemontèisa” e “Piemonte Stato” hanno manifestato la propria solidarietà al popolo catalano, derubato dal governo spagnolo del legittimo diritto di decidere del proprio futuro.

 

Il governo di Madrid, dopo aver bloccato il referendum previsto per il 9 novembre, ha infatti anche bocciato la consultazione alternativa prevista sempre per lo stesso giorno! La Spagna, impaurita dalla concreta possibilità che la Catalogna diventi una nazione sovrana, ha fatto ricorso a tutti i cavilli giuridici per impedire l’esercizio di un diritto fondamentale ai cittadini catalani: potere scegliere se restare spagnoli o diventare indipendenti.

 

La situazione catalana fa riflettere e spinge tutti i cittadini che hanno a cuore la loro terra e il loro futuro a manifestare solidarietà a un popolo che è chiaramente privato della propria libertà.

 

Per questo, “Gioventura Piemontèisa” e “Piemonte Stato”, domenica 9 novembre, hanno organizzato, dalle 10.00 alle 14.00, un presidio di protesta sotto il consolato spagnolo a Torino, in piazza Castello 139.

 

 

«È necessario testimoniare la nostra vicinanza ai Catalani – hanno dichiarato la presidente di “Piemonte Stato”, Sonia Turinetti, e Carlo Comoli, reggente di “Gioventura Piemontèisa” – Noi crediamo nella possibilità di raggiungere l’indipendenza per il Piemonte, seguendo la via pacifica intrapresa dalla Scozia e dalla Catalogna stessa. Nel caso scozzese, il governo di Londra si è dimostrato illuminato, permettendo ai cittadini scozzesi di decidere del loro destino. Perché la Spagna non può seguire l’esempio inglese? E l’Italia, allorché il Piemonte (ma anche il Veneto, il Trentino-Süd Tirol, Trieste, la Sicilia o la Sardegna, tutti Paesi che da tempo hanno intrapreso un percorso verso la propria autodeterminazione) vorrà tornare sovrano, come lo è stato per quasi un millennio, seguirà l’esempio inglese o quello spagnolo?».

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Articolo pubblicato il 11/11/2014