La nuova Commissione Europea di Jean Claude Junker

Junker un Presidente luci e ombre?

Primo presidente della Commissione Europea ad essere stato eletto in modalità diretta dal Parlamento Europeo, Junker ha subito avviato un cambiamento sostanziale nella conduzione della Commissione privilegiando la politica di vicinato piuttosto che i negoziati per l’allargamento della UE ad altri Paesi.

Questo nuovo indirizzo sembra seguire una giusta direzione per svariati motivi di opportunità, di valutazioni economiche e geopolitiche, ma in particolare per una ormai certa difficoltà di “assorbimento” di molte Nazioni entrate a far parte della grande famiglia europea.

E’ ormai evidente che occorre puntare sulla qualità piuttosto che sul numero dei candidati, visto la grande difficoltà per molti di adeguarsi ai parametri standard europei in tema di sviluppo sociale ed  economico nonchè di indirizzo e stabilità della politica interna come di quella internazionale.

Su questo sentiero Junker non dovrebbe trovare grandi ostacoli: intanto in molti cittadini europei serpeggia il dubbio se conviene continuare  ad allargare l’Unione ad altri Paesi che non hanno nel loro DNA molte caratteristiche europee e che dovrebbero iniziare subito un percorso di “ conversione” globale che potrebbe non essere fattibile o ancora peggio, non essere accettata dalle loro popolazioni.

Per quanto riguarda i Paesi già candidati, un eventuale ingresso non dovrebbe comunque avvenire prima del 2020 sia per approfondimenti in corso con lunghe e dilazionate trattative, sia  perché le attese bibliche tendono a raffreddare gli entusiasmi dei popoli e le loro spinte ad accelerare il processo, sia perché sono in atto cambiamenti politici tutti da valutare. La stessa pesante crisi economica in corso in Europa non favorisce la situazione.

Alla luce degli avvenimenti drammatici di questo anno culminati nello scontro UE – RUSSIA, con le relative sanzioni che in realtà sembrano punire maggiormente i produttori occidentali, attuare una attenta politica di vicinato significa anche aumentare i livelli di attenzione e sicurezza; su questo tema è intervenuta più volte la nostra Federica Mogherini quale Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza comune.

Junker si pone quindi a paladino di una severa e trasparente politica della Commissione da lui presieduta invocando sani principi nell’interesse di un corretto funzionamento dell’Unione.

Peccato che ombre oscure sembrano oggi avvolgere la sua figura. Secondo un rapporto di una organizzazione con sede negli Stati Uniti, Il Consorzio Internazionale del Giornalismo Investigativo, Junker, durante il suo mandato di primo ministro del Lussemburgo, sarebbe stato l’ideologo di un sistema di elusione delle rendite finanziarie che ha consentito al suo Paese di diventare il miglior paradiso fiscale in Europa, garantendo principalmente alle grandi aziende e alle multinazionali di arricchirsi a spese degli altri Paesi europei eludendo oltre 2.000 Mld di euro di tasse.  Tra queste pare “fortunatamente” per loro, anche alcune italiane.

Non ci resta quindi che seguire i prossimi sviluppi augurandoci che siano evitati i soliti insabbiamenti.

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Articolo pubblicato il 13/11/2014