Chi ha ragione, Renzi o Juncker ?

Il recente battibecco tra i due rivela punti di vista opposti e quasi inconciliabili

 Un osso troppo duro Juncker per il nostro Renzino nazionale.

Jean Claude Juncker esprime i poteri forti delle banche e della finanza europea , non a caso è stato capo del governo proprio in Lussemburgo, sede di molte istituzioni europee ed avvantaggiato , anche dal Partito Popolare Europeo di cui è  un autorevole esponente,  a ricoprire incarichi prestigiosi, a cui il nostro Renzino non poteva nemmeno pensare di ambire , quali :

 

                    Governatore della Banca mondiale

                     Governatore del Fondo Monetario Internazionale ( FMI )

                    Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ( BERS )

 

Il 1 Novembre  2014 ha iniziato la sua attività come Presidente della Commissione Europea, sostituendo Barroso.

Un personaggio ambiguo e inquietante, anche per le sue molte dichiarazioni alla stampa , una tra tutte quella  che il  1913, data della prossima entrata nella prima guerra mondiale  dei paesi europei, gli   faceva venire alla mente, come  ricorrenza centenaria, una probabile guerra  tra stati europei  nel 2013 !

Juncker ha poi annunciato le sue dimissioni dal Governo lussemburghese  proprio nello stesso anno di questa sua infausta dichiarazione, l' 11 Luglio 2013 , a seguito di uno scandalo riguardante i servizi di intelligence, accusato di avere costituito una vera e propria polizia segreta  schedando centinaia di migliaia di cittadini lussemburghesi .

Come mestatore ed intrallazzatore non c'è male.

Contro questo uomo dei poteri forti europei uno come Renzi cosa può opporre ? Il suo carattere fiorentino non secondo a nessuno in quanto a dialettica e  vis polemica ? Ci pare un po' pochino ! Un ex sindaco, seppur meritevole, non ha la stessa esperienza di gestione di questioni finanziarie internazionali  e di relazioni con i poteri forti , di cui  uno dei massimi esponenti  è un signorotto astuto ed esperto, nonchè  un pezzo da novanta quale Juncker .

Quando Juncker ha dato la nota bacchettata sulle dita a Renzi dicendo che : “ Non sono a capo di una gang di burocrati , come Presidente mi aspetto che tutti i primi ministri rispettino questa situazione  “ e che “ Se fossi stato un burocrate il bilancio italiano non sarebbe passato “, il nostro premier non ha saputo opporre che una generica richiesta di rispetto. I due leader più riottosi , Cameron e Renzi, presi in castagna per dovere rimettere mano al portafoglio per ripianare di pochi miliardi il bilancio di previsione, reclamano più per  farsi belli di fronte all' opinione pubblica che per crederci  nella sostanza, sapendo benissimo di  non avere molte probabilità di successo con l'uomo dei poteri forti, ormai dominanti nel panorama internazionale.

Con Barroso, definito “ Servo sciocco di tutti i potenti di passaggio “, è finita un' era, ed è iniziata quella di Juncker, con l' appoggio di tutti coloro che intendono mantenere lo “Status  quo “ dell' attuale predominio della Germania in Europa, nonostante abbia avuto un maestro come Helmut Kohl che riuscì a riunire le due Germanie  senza tutti questi problemi di finanziamento e rifinanziamento , e nonostante che la Germania dell' Est fosse poverissima.

Tutti gli osservatori più attenti hanno fatto rilevare che, nonostante i proclami di Renzi e del governo, a prevalere in Europa sia ancora la linea nordica del rigore, senza se e senza ma. Jean Claude Juncker, sul punto, è stato chiaro: "Sono allergico a deficit e debito". Questo Renzi lo sa, per questo lancia guanti di sfida a fantomatici banchieri e tecnocrati. Come Don Chisciotte, ma con calcolo.

Invece Hollande, dal canto suo , se ne sta zitto zitto in disparte.

Deve vere intuito , da buon francese, che valgono più i fatti che le parole, che da noi sono sempre troppe, forse pronunciate ad arte per alimentare il circo mediatico che non ha pari negli altri paesi europei, Francia in testa , dove nelle trasmissioni delle  TV pare di essere nel Paese dei balocchi, e dove  non si parla praticamente mai di “ Budget “ , “ Spread “ e cose di questo genere, che in Italia sono all'ordine del giorno ma che vengono recepite da una minima parte della popolazione .

Infatti, da una recente indagine demoscopica , l' Italia è negli ultimi posti europei per quanto riguarda  la comprensione delle informazioni che compaiono sui mass media.

Renzi, dal canto suo, per adeguarsi a questo andazzo di “  Managerialità bocconiana “, si ingegna a presentarsi in pubblico con le sue “ Slides “  durante le presentazioni,  di “ Forecast “ o previsioni in italiano , “ Budget “ per  bilancio, e “ Dead line “ al posto di termine ultimo, ma contro un “ Grand Commis “ come Juncker avrà poche possibilità di spuntarla, pur con tutte le buone ragioni che adduce.

Renzino sa benissimo che la sua dialettica fiorentina farà pure colpo sulla platea nostrana ma, quando deve parlare in inglese  a Bruxelles, si è dimostrato un mezzo disastro.

Questa  della lingua non è però una colpa grave, soprattutto se paragonata all' assoluta ignoranza delle lingue straniere da parte dei più famosi notabili democristiani di andreottiana memoria.

Nonostante ciò, l' Italia  in passato con la DC se l' è cavata egregiamente, ed oltretutto questa seconda Repubblica non ha mantenuto le aspettative di progresso sociale, di crescita economica,di creazione di posti di lavoro e di lotta al malcostume , alla burocrazia ed alla corruzione di cui l' Italia ha urgente e improcrastinabile bisogno.

In effetti Renzi ha delle buonissime intenzioni  per levarci dalle secche della recessione, ma si sa , di buone intenzioni è lastricato l'inferno.

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 06/11/2014