La Stangata

Allucinante riunione del Consiglio Regionale del Piemonte

Confermata l’entità del deficit del Bilancio consuntivo 2013 della Regione Piemonte che sfiora i 2,6 miliardi di euro, la Giunta Chiamparino sta correndo ai ripari. Al momento non emergono misure esemplari per ridurre gli sprechi e sbarazzarsi di quell’invereconda greppia di politici ed amministratori incapaci che si annida nelle società partecipate.

Le linee sulle quali si sta muovendo il Governo della Regione (da dichiarazioni ufficiali del Presidente Chiamparino e dall’assessore al Bilancio Reschigna) si rivolgono ancora una volta all’aumento dell’aliquota Irpef e all’incremento del bollo auto. Si profilano inoltre tagli al budget della Sanità e ai Trasporti. Tutte misure che non alimentano la fiducia del cittadino che auspica un’inversione di tendenza con l’abbattimento delle costose sacche di parassitismo che rappresentano una componente importante dell’apparato e, di conseguenza del bilancio regionale.

Invece, tasse, tasse e solamente tasse, con ulteriori disagi in vista per i cittadini. Il vero malessere della Sanità risiede nella disorganizzazione, nella difesa corporativa ad oltranza di prerogative sindacali che ormai anche Renzi combatte; nella gestione del Personale che bastona i meritevoli e premia i parassiti e via di questo passo. Si limitano i letti anche dove ne servirebbero di nuovi, aumentano le liste d’attesa per visite specialistiche ed interventi chirurgici, si chiudono sportelli di prenotazione ed informazione, ma i bonzi dormienti dell’assessorato e dei piani alti delle ASL, continuano a prosperare nel sonno profondo che li ha visti nascere e dopo il “meritato servizio”, li vedrà accedere alla quiescenza.

L’elenco potrebbe proseguire in altri comparti per concentrarsi sulle società partecipate che meritano una minuziosa e sconcertante trattazione specifica.


Per creare diversivo e demagogia da stapazzo, ieri il Consiglio Regionale ha dedicato una lunga seduta per approvare una proposta di legge volta a rideterminare l’indennità di carica dei consiglieri, con la riduzione del 10% a decorrere da questo mese e comporterà un risparmio di 20 milioni di euro sul bilancio della regione.

Tutto parte da un invito di Chiamparino rivolto alla sensibilità dei Consiglieri regionali. C’è stata una proposta in tal senso patrocinata in primis dal Presidente dell’assemblea Laus.

Si sono inserite nella discussione le proposte illustrate e sostenute dall’intero gruppo del M5S, volte alla cancellazione dell’indennità con il mantenimento del solo rimborso spese di 4400 euro netti al mese e la posposta provocatoria di Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia volto all’azzeramento dell’indennità, tutte respinte.

Si è persa un’intera giornata a carico dei Piemontesi per consentire l’esibizionismo oratorio, di mediocre qualità dei consiglieri di maggioranza che, sciorinando la consistenza dello stipendio percepito da quella che, un tempo era la loro attività si dicevano entusiasti della proposta di riduzione. Costoro non aggiungevano nessun elemento positivo, presentando fattispecie di nullo interesse per la collettività.

Solamente il consigliere Gian Luca Vignale ed il capogruppo di FI, Gilberto Pichetto, hanno ricordato il perché in ambito parlamentare e nei consigli regionali è stata istituita l’indennità di carica nel momento in cui, l’estensione del suffragio universale ha determinato l’accesso alle cariche pubbliche di cittadini che, dovendosi mantenere con il proprio lavoro, ne sarebbero, di fatto stati impediti. Vignale ha poi dimostrato come negli ultimi 5 anni il consiglio Regionale ha ridotto il proprio bilanci del 40%, mentre la Giunta non si è comportata di conseguenza. Così Pichetto ha insistito sul pericolo che si turbi “l’indipendenza e l’autonomia dei rappresentanti eletti all’Assemblea legislativa, per avere un titolo sui giornali: stiamo scherzando col fuoco, C’è chi è morto per la democrazia in questo Paese, ma c’è chi ha detto oggi che non serviamo a nulla”.

Gianna Gancia ha ribadito il suo sconcerto ed ha respinto la “dicotomia tra cattivi politici e buoni cittadini vessati dalla Regione o dagli altri enti di Governo. L’Italia ha bisogno di verità e deve ritornare la passione per la Politica finalizzata al conseguimento del Bene Comune. Ha poi proseguito denunciando il rischio che i messaggi distruttivi possano mettere in pericolo la democrazia”. Nel ribadire l’esigenza di efficienza che mal si combina con il dibattito odierno, la Capogruppo della Lega Nord ha annunciato che il suo gruppo non avrebbe partecipato alla votazione.

In chiusura di dibattito, persino il capogruppo del PD Davide Gariglio ha stigmatizzato che “è stata persa un’occasione impegnando una intera giornata di lavoro parlando della diminuzione dei nostri emolumenti. Il mondo fuori si attende bel altro. Votiamo in fretta e passiamo oltre”.

E’ stato inoltre approvato un ordine del giorno proposto da Gariglio che impegna i presidenti di Giunta e Consiglio Regionale “ad avviare un confronto con il Governo ai fine di anticipare la modifica della Costituzione e permettere l’adeguamento degli emolumenti consiglieri nel limite dell’importo di quelli attribuiti al sindaci dei comuni capoluogo di Regione”.

La mazzata ai cittadini, da subito, le misure per i Consiglieri possono ancora attendere

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Articolo pubblicato il 06/11/2014