Città metropolitana di Torino

Il suicidio di Forza Italia e l’insorgenza del Canavese, con il PD che piglia tutto

Le recenti elezioni di secondo livello del Consiglio Metropolitano hanno registrato due avvenimenti di rilievo.

La presentazione della Lista “Città di Città”, che ha visto la confluenza di Forza Italia unita ai partiti di governo. Decisione controversa, pare imposta dall’ala “collaborazionista” del Partito, che ha determinato il quasi azzeramento dei voti al partito di Berlusconi, riservando un solo seggio per il consigliere Andrea Tronzano di Torino.

Si è poi verificata l’insorgenza di consiglieri comunali e sindaci del Canavese, che hanno in gran parte disertato le urne in segno di protesta per il voto ponderale e per la scarsa attenzione riservata al loro territorio nella compilazione delle liste elettorali.

Accantonate, almeno formalmente polemiche e malumori, il 30 ottobre,sotto la Presidenza di Piero Fassino, Sindaco di Torino che diventa, di diritto Sindaco Metropolitano, si è riunito, per la prima volta il neo consiglio, composto da 18 membri e votato dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio.

In apertura di seduta il Sindaco Fassino ha inteso collocare l’istituzione delle Città Metropolitane nell’alveo della Legislazione che nei principali paesi europei regola il Governo locale.

Consapevole delle polemiche che hanno contraddistinto la fase propedeutica della nascita della Città Metropolitana di Torino, Fassino ha evidenziato che i principi dell’autodeterminazione e del riconoscimento delle specificità delle comunità locali saranno garantiti in sede di elaborazione dello Statuto della Città Metropolitana, il primo importante adempimento del nuovo consiglio.

Non si potrà non tenere conto del fatto che il territorio della Città Metropolitana va ben oltre l’area metropolitana torinese, confinando – caso unico in Italia – con la Valle d’Aosta e la Francia. Da politico accorto Fassino ha ribadito, con ampiezza di particolari l’urgenza di creare una governance che tenga conto degli interessi e delle esigenze delle aree esterne a quella metropolitana.

Altro tema all’ordine del giorno sarà rappresentato dalla definizione delle competenze ereditate dall’ex provincia, con la Regione in materia di funzioni, risorse e personale. Tema dolente le finanze perché, già il bilancio della Provincia di Torino si chiuderà al 31 dicembre ai limiti del patto di stabilità. Il Governo, nella legge di stabilità 2015 intende ridurre ancora l’esposizione con un taglio di risorse alle province e città Metropolitane per oltre un miliardo, comprendendo minori trasferimenti e vincoli di spesa.

Entro 15 giorni si prevede la riunione del prossimo Consiglio Metropolitano e l’istituzione di tre commissioni dedicate all’elaborazione dello Statuto, al negoziato con la Regione sulle funzioni delegate e alla definizione delle zone omogenee in cui il territorio metropolitano sarà suddiviso, per garantire una governance maggiormente partecipata delle comunità locali.

E’ seguito un breve dibattito.

Dimitri De Vita, consigliere della lista Movimento 5 Stelle, esprimendo un giudizio negativo sul sistema elettorale in atto e sulle criticità della Legge Del Rio,  manifesta preoccupazione per i tagli minacciati dal Governo che potrebbero seriamente compromettere l’operatività del nuovo organismo.

Cesare Pianasso, consigliere provinciale uscente della Lega Nord, eletto nella lista civica alternativa, si è detto molto confortato dall’impegno e dalle assicurazioni espresse da Fassino, circa il ruolo e il coinvolgimento dei piccoli comuni della periferia, nel processo consultivo e decisionale. Pur manifestando la sua primaria avversione al sistema elettorale ed all’istituzione della Città metropolitana, dopo le assicurazione di Fassino, esterna la disponibilità a collaborare per un’ impostazione di rapporti antitetici al Torinocentrismo.

Forse l’indiscusso carisma e l’impegno autonomista ampiamente espresso da Fassino riuscirà a ribaltare la collocazione politica della Lega Nord nell’ambito della Città Metropolitana, rispetto al consiglio Regionale del Piemonte e al Consiglio Comunale di Torino, ove il movimento si colloca all’opposizione?

Pragmatico e scontato l’intervento del vicepresidente uscente della Provincia Alberto Avetta, primo tra gli eletti nella Lista “Città di Città” che ha ringraziato la Giunta, i Consiglieri provinciali ed il Personale per l’intenso lavoro degli ultimi mesi. Ha inoltre auspicato che ANCI e UPI ottengano dal Governo una maggior selettività dello spendig review, escludendo dal Patto di Stabilità gli interventi per la messa in sicurezza delle strade e dei territori con situazione d’instabilità idrogeologica.

Pur tutti uniti appassionatamente, come potrà il neo consiglio metropolitano ad emergere dal pasticciaccio della legge Del Rio e dai tagli inesorabili che Renzi riserva ai trasferimenti agli Enti Locali?

I neo consiglieri metropolitani sono stati accolti, all’ingresso dell’Aula di Piazza Castello da delegazioni di dipendenti e dalle OOSS di categoria che richiedono la tutela della professionalità dei 1700 lavoratori ed i mantenimento dei servizi attualmente svolti a favore dei cittadini e dei Comuni, nonché la proroga dei contratti di lavoro a favore di 22 precari in scadenza alla fine dell’anno.

Altre organizzazioni segnalano che, nella redazione dello Statuto si garantisca il diritto universale all’acqua pubblica.

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Articolo pubblicato il 03/11/2014