Tutti i caffè che ho preso senza di te

OS Opere Scelte ospita la personale di Francesco Vaccaro a Torino

La galleria continua a proporci artisti ed opere che si distinguono per originalità ed esprimono un lato artistico che alterna pittura, scultura, composizione e fotografia, non convenzionali. Opere che intendono affermare un pensiero, una ricerca, un messaggio.

Oggi è la volta di Francesco Vaccaro, un artista attento ai dettagli, ai frammenti, ai segni. Li nota, li annota, li custodisce, li cura, li dispone, ne fa opere contemporanee. Per renderli eterni, loro e l’accadimento da cui provengono, e insieme le persone che li hanno vissuti, i loro sentimenti. E poi perché sono proprio quegli elementi, apparentemente minimi, a rendere le storie uniche.

C’è una vecchia fotografia di famiglia esplosa in quaranta frammenti, pannelli modulari che riportano porzioni della stessa immagine, ma ognuna diversa dall’altra.

Un ruotare attorno, una circumnavigazione che anatomizza e seziona lo stesso punto di vista per sottrazione e per aggiunta, trovandosi così di fronte a una foto, a un ricordo, a una scena mai uguale.

Infinite sfaccettature della memoria, infinite intuizioni soggettive della realtà.

Ci sono centocinquanta scontrini di bar raccolti in giro, da Roma fino a New York, per qualche anno. Tutti i caffè che non ho preso con Te.

Ogni volta un caffè, che ne evoca un altro, così come evoca la persona che avrebbe dovuto prenderli. Un’assenza che è anche presenza. Una relazione che continua a distanza, rappresa in piccoli pezzi di carta che testimoniano, che disegnano una mappa di possibilità.

Insieme agli scontrini dialogano suoni trovati in quei luoghi, come pure scatti fotografici che sono sguardi, scorci raccolti durante quei singoli caffè bevuti. Un caleidoscopio di percezioni che si apre attorno. Ogni scontrino è uno scrigno sin estetico, una pagina di diario all’interno della storia d’amore da cui proviene.

Un album di fotografie di famiglia uno, i capitoli di un romanzo privato l’atro.

Immagini e parole che riportano continuamente alla riflessione sul tempo, alla sua dimensione relativa, al suo corpo organico mutevole. Cos’è il tempo, se non una sostanza vischiosa e instabile, che si accelera, rallenta, diluisce, addensa nel giro di un ricordo?

Una condizione esistenziale che il tempo condivide con la memoria.

Tempo e memoria sono un altrove dove il presente, il reale accaduto, riaccade all’infinito.

Come ogni volta che si guarda una fotografia e la si vede sempre diversa; come quando si rilegge una poesia e se ne visualizza un dettaglio nuovo, che la cambia.

Ogni visita a un ricordo non è mai uguale a quella precedente.

La mostra è visitabile sino al 6 dicembre 2014; da Martedì al Sabato 15,30 - 20

OPERE SCELTE, via Matteo Pescatore 11d, Torino

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/11/2014