La corte di Singapore ha deciso che i Gay sono incostituzionali

La settimana scorsa la corte Suprema della città-stato si è espressa contraria all’inconstituzionalità della legge 377A che condanna l’omosessualità

“Qualsiasi persona di sesso maschile che, in pubblico o in privato, commette o favorisce la commissione, o procura o cerca di procurare la commissione da parte di qualsiasi persona di sesso maschile di qualsiasi indecenza con un’altra persona di sesso maschile, sarà punita con la detenzione per un periodo di fino a due anni.”

Così recita l’articolo 377A del codice penale di Singapore, in una legge che oggi non viene più applicata, ma che il parlamento è restio a emendare o eliminare perché la maggioranza della popolazione singaporiana è tradizionalista o non concepisce l’omosessualità.

La corte suprema del paese si è espressa sulla costituzionalità di questa legge la settimana scorsa dicendo che non è incostituzionale e quindi il cambiamento, se ci sarà, dovrà essere in parlamento e non a livello giudiziario. “Sebbene comprendiamo le profonde motivazioni e sentimenti degli appellanti, non c’è nulla che questa corte possa fare per assisterli” hanno dichiarato i giudici nel loro verdetto finale.

Il caso era stato portato alla suprema corte, la corte d’appello a Singapore, da Tan Eng Hong, arrestato nel 2010 dopo essere stato scoperto in un bagno con un altro uomo, e una coppia omosessuale denunciata da un vicino di casa.

Dopo il verdetto, l’avvocato di Tan ha dichiarato che questo rappresenta “un grande passo indietro per i diritti umani a Singapore”. Ha poi aggiunto che gli altri paesi del Commonwealth si sono disfatti di questo tipo di leggi perché non rappresentavano altro che “un residuo discriminatorio e assurdo del passato coloniale”, anche a Singapore, effettivamente, questa legge era stata implementata nel 1939 dai governanti britannici.

Questa decisione della corte singaporiana ha suscitato numerose reazioni fra le organizzazioni a difesa dei diritti umani e nella crescente comunità di omosessuali della città-stato.

L’osservatorio mondiale per i diritti umani ha commentato su questa sentenza “un importante regresso per l’uguaglianza” aggiungendo poi che “calpesta i diritti basilari di privacy, uguaglianza e non-discriminazione”.

Il portavoce dell’associazione di lesbiche Sayoni, Jean Chong, ha dichiarato alla BBC che “questa legge rende di fatto omosessuali, bisessuali  e transessuali, cittadini di serie B”.

All’indomani della sentenza 14 gruppi locali hanno dichiarato che Singapore ha perso un’importante occasione di mostrarsi come “una società aperta e non discriminante” dicendo che la legge 377A “da carta bianca alla discriminazione e rinforza i pregiudizi all’interno della società”.

Picture credits: Gary Lim; Wikimedia; dnaindia.com 

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Articolo pubblicato il 05/11/2014