Ciak sulla Scena del crimine

Rocco Ballacchino spiega l’aspetto cinematografico della trama del suo ultimo libro poliziesco

In occasione della presentazione del libro poliziesco “Scena del crimine - Torino, piazza Vittorio”, avvenuta presso la libreria Feltrinelli di piazza CLN a Torino, abbiamo incontrato l’autore Rocco Ballacchino per porgli alcune domande esclusivamente sull’aspetto cinematografico della trama del suo “giallo”.

Perché il cinema?

Il cinema è una mia passione risalente ai tempi dell’Università. Mi sono infatti laureato con una tesi, in Semiologia del cinema, dal titolo “Il personaggio di Totò nell’Italia del dopoguerra”.

Il mio libro “Scena del crimine è stato l’occasione per rispolverare alcuni concetti appresi durante gli anni di studio, adattandoli a una trama gialla.

Come nasce l’unione tra il cinema e il giallo?

Prende spunto dall’omicidio della segretaria di produzione di un film dal titolo Precari che viene assassinata in circostanze misteriose con l’omicida che lascia, come firma del proprio delitto, il DVD de “La vita è meravigliosa” nel lettore presente nel salotto della donna.

Dell’indagine si occuperanno poi il commissario Crema e il critico cinematografico Mario Bernardini. Che tipo di personaggio è quest’ultimo?

Mario Bernardini è un critico cinematografico, ideatore dell’omonima guida, dal difficile carattere, ma dalle felici intuizioni, poco incline alla concessione dei tre pallini nel momento cui deve giudicare un film. Spetta a lui il compito di aiutare il commissario Crema nell’indagine per capire il nesso semiologico tra i delitti compiuti dall’assassino dei DVD e i film che vengono lasciati come firma.

Nel tuo romanzo ipotizzi anche la nascita di una casa di produzione torinese, qual è il grande sogno della Multivox?

Nel  romanzo ho ipotizzato la creazione, da parte di alcuni soggetti fuoriusciti dalla Film Commission, di una casa di produzione torinese in grado di fronteggiare sul mercato le altre major cinematografiche nazionali. Il film “Precari rappresenta, infatti, la grande occasione che ha la Multivox per diventare l’ottava sorella, peccato che qualcuno stia prendendo di mira il cast di quel lungometraggio.

Ci sono diversi film citati in maniera più o meno significativa nel libro.

Sì, infatti alla fine del libro ho inserito un elenco di tutti i film che ho citato nel romanzo rappresentativi di una varietà di generi e stili assai ampia. Mi piace l’idea che ci siano diversi modi di intendere il cinema e che film d’autore e popolari possano convivere, per una volta, nella stessa storia.

Ti sei avvalso di qualche consulenza da un punto di vista tecnico?

Devo ringraziare Alessandro Zunino, un regista ligure che ho conosciuto e apprezzato grazie al suo ultimo film “Lost in Laos”, perché mi ha fornito alcuni preziosi consigli proprio sull’aspetto cinematografico del film  e sulle modalità di ripresa di una scena descritta nel mio giallo.

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Articolo pubblicato il 31/10/2014