Rapporto Stato - Mafia: c'è un terzo incomodo
Il Presidente Napolitano al Quirinale (Foto R.it)

Niente diretta per l'audizione del Presidente Napolitano

L’audizione del Presidente Giorgio Napolitano sul delicato rapporto fra Stato e Mafia, che peraltro è stato “oscurato” ai media privandoli della diretta, ha  messo in luce la presenza di un terzo soggetto che ha giocato una parte assai importante nella vicenda.

Ci riferiamo ai Servizi Segreti, a quella “istituzione parallela” che ha talvolta “pilotato” le notizie come sta emergendo sul caso di Ilaria Alpi, “giustiziata” con il suo cameraman perché volevano documentare ciò che non doveva essere di dominio pubblico per chissà quali intrecci di politica internazionale.

Nel caso di quello che non possiamo definire interrogatorio, anche se si è protratto per circa tre ore, bensì “testimonianza” del Presidente in quanto persona informata dei fatti lascia perplessi il veto posto ai media privati del diritto a svolgere la propria funzione di “testimoni” dei fatti, diritto sacrosanto che non deve subire prevaricazione alcuna chiunque sia il soggetto.

E non si tratterebbe di mancanza di rispetto bensì della conferma che i cittadini sono tutti uguali non soltanto davanti alla legge ma anche in qualsiasi momento in cui si pretende quella che in altre situazioni è la sacrosanta “trasparenza”.  

Forse è troppo facile dire che quando non si ha nulla da nascondere non ci si deve sottrarre alla cronaca diretta dei fatti: sì, quando riguarda gli altri; con questo non desideriamo formulare alcuna illazione, bensì una legittima osservazione su come è stata vissuta una vicenda che non può non lasciare un senso di prevaricazione subita da noi, “testimoni” di eventi talvolta scomodi a noi stessi.

Ci ritroviamo perciò a descrivere ciò che ci è stato comunicato dagli “autorizzati” al termine del colloquio fra i giudici, gli avvocati ed il Presidente che in un primo momento, pochi giorni or sono, aveva affermato quanto fosse inutile la sua deposizione suscitando la reazione dei legali della “controparte”.

E così, anche in questo frangente, si è creato quel senso di distacco fra le alte cariche dello stato ed il cittadino qualunque, quello che ogni giorno tira la carretta per sopravvivere e crede sempre nell’espressione del voto. Già, ma ormai il cittadino è diventato un oggetto complementare utile solo nelle grandi tornate elettive, per lo più disertate.

In altre occasioni, quelle direttamente governative, ormai impera il “fai da te” per cui ci si ritrova con un piatto servito senza averlo ordinato: l’importante è pagare il conto, piaccia o non piaccia.

Ritornando all’oggetto iniziale del nostro discorrere, vogliamo ancora rinnovare la fiducia nelle istituzioni e sollecitare, nel contempo, un maggiore rispetto verso quel tipo di informazione che, essendo libera, non deve subire qualsiasi forma di bavaglio sia che i fatti coinvolgano il cittadino qualunque, sia pure le più alte cariche di uno Stato in cui, purtroppo, è sempre più difficile riconoscersi.   

 

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Articolo pubblicato il 30/10/2014