Un referendum per chiudere i campi nomadi

La Lega Nord inizia una raccolta firme per far decidere i cittadini

La Lega Nord torna alla carica sul tema del contrasto al nomadismo e lo fa interpellando i cittadini torinesi.

Durante la conferenza stampa di mercoledì 29 ottobre infatti gli esponenti del Carroccio hanno annunciato che presenteranno in Comune una richiesta per indire un referendum consultivo con cui chiedere ai torinesi se sono d’accordo con la permanenza dei campi nomadi sul territorio comunale. Oltre alla proposta in consiglio comunale la Lega andrà nelle piazze e nei mercati per raccogliere le firme a favore della chiusura dei campi nomadi abusivi, i cui moduli firmati saranno poi recapitati al Sindaco Piero Fassino per informarlo della volontà popolare.

Alla conferenza stampa il Segretario Nazionale della Lega Nord piemontese, Roberto Cota, ha dichiarato che la proposta del Carroccio per risolvere il problema di questi campi, che definisce “baraccopoli stanziali”, è lo sgombero, perché la situazione è insostenibile. “A maggio con Salvini siamo entrati al campo di Lungo Stura Lazio – ha ricordato Cota – dove le condizioni di igiene sono vergognose. Il buonismo ha abituato la sinistra a girare la testa dall’altra parte, ma questo non è più buonismo, è menefreghismo. Come quello del governo Renzi e della sua politica immigrazionista”.

Il padrone di casa, Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord in Comune, chiede che i torinesi si possano esprimere sulla presenza dei Rom. “Il governo ha stanziato 5 milioni di euro per i nomadi, che aggiunti ai 6 del 2013 fanno 11 milioni che potevano essere utilizzati per gli italiani” accusa Ricca, che rincara la dose dicendo che non esiste un solo torinese contento della situazione che si è creata. “A breve presenteremo la nostra proposta, così che la cittadinanza possa esprimersi nel 2015” conclude il capogruppo.

L’altro consigliere comunale leghista, Roberto Carbonero, attacca duramente il sindaco Fassino, accusandolo di essere uno schiacciasassi politico sordo alle proposte che non siano sue e di fare sostanzialmente ciò che vuole. “Con Fassino non può esistere un dialogo politico, è un dittatore. Vediamo se le firme di migliaia di torinesi scontenti di avere gli zingari come vicini di casa gli fanno tornare l’udito” dice Carbonero.

Conclude Alessandro Benvenuto, consigliere regionale e Segretario Provinciale della Lega Nord di Torino, che dice che entro trenta giorni presenteranno una proposta in consiglio regionale che preveda la creazione di campi attrezzati in cui i nomadi siano registrati, paghino le utenze ed abbiano l’obbligo di andarsene entro 60 giorni, “perché altrimenti non ha senso chiamarli nomadi” specifica Benvenuto.

 

Per la richiesta di indire un referendum serve la maggioranza assoluta in consiglio comunale, cosa che complica la vita del referendum, ma le firme che la Lega raccoglierà non devono raggiungere un certo numero, bensì costituiranno una presa di posizione dei cittadini contro i campi abusivi.

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Articolo pubblicato il 01/11/2014