È definitiva l'accusa nei confronti del regista cinese

Shen Yongping sarà processato il 4 Novembre per il suo documentario sulla costituzione della Cina

“Cent’anni di costituzionalismo” ("Bainianxianzheng" in cinese), questo è il documentario per cui Shendong Yong è stato accusato di “affari illeciti” e arrestato lo scorso aprile pochi giorni dopo la fine delle riprese, contestualmente alla requisizione di 4000 DVD che contenevano il filmato.

 

ShenDong Ying è il primo nella storia della Repubblica Popolare Cinese ad essere processato per un documentario sulla costituzione.

“Non si può parlare di affari, da questo documentario non si è tratto alcun profitto” con queste parole lo ha difeso il suo avvocato di fronte agli organi di stampa. “Questa accusa è assolutamente falsa” ha continuato “’Affari illeciti’ è diventata una nuova tecnica per portare avanti la loro soppressione politica”.

Quest’accusa scaturisce in un panorama di forte discussione su questo tema. È stato infatti recentemente annunciato che la Cina designerà il 4 dicembre come giorno della costituzione e l’organo di stampa ufficiale, Xinhua, ha dichiarato che in tutta la Nazione saranno svolte numerose celebrazioni per promuovere la costituzione ed aumentare la consapevolezza dei cittadini a riguardo.

Shendong Yong ha dichiarato che il suo documentario trattava della ricerca del popolo cinese di una costituzione stabile che garantisca i diritti del popolo, dal tempo della dinastia Qing a oggi, e dei ripetuti fallimenti che questa ricerca ha portato.

Durante le riprese era stato ripetutamente avvisato dalla polizia che quest’attività lo avrebbe portato dietro le sbarre. Nonostante questo ha portato a termine il suo documentario, dichiarando: “Se considerate commettere un crimine girare un documentario d’interesse pubblico, allora preferisco seguire il mio sogno e rimanere fedele alla promessa che ho fatto a me stesso, anche se questo dovesse significare finire in prigione.”

 

Alle nove e mezza del mattino del 4 novembre Shandong Yong sarà processato nel tribunale popolare Yuhe del distretto Chaoyang a Pechino. Se verrà condannato dovrà passare cinque anni in carcere, cosa che sta succedendo sempre più frequentemente in una Cina piena di contraddizioni, la cui costituzione garantisce la libertà di espressione ai suoi cittadini.

 

Picture credits: Chinachange.org; artlyst.com

 


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Articolo pubblicato il 02/11/2014