Non chiudete il Museo dello Sport di Torino

Un Museo indispensabile per Torino Capitale Europea dello sport 2015

47 sport rappresentati, 250 campioni ricordati, 50 medaglie olimpiche, oltre 100 titoli mondiali, centinaia di titoli europei e migliaia di titoli italiani occupano una superficie di 1000 mq. che si sviluppa su due piani  sotto la curva Maratona dello Stadio olimpico di Torino: questi sono i numeri del Museo dello Sport di Torino.

Nato da una collezione privata creata negli anni da Onorato Arisi  ed Elena Greco, fu inaugurato il 12 novembre 2012 quale primo e unico Museo permanente in Italia, dedicato alle discipline sportive. E’ diviso in cinque grandi sale, la prima dedicata al calcio, poi quelle dedicate ai numeri uno di tutti gli sport, ai campioni della città di Torino, del ciclismo  e delle emozioni.

Poiché per varie problematiche che si trascinano da tempo, il Museo rischia la chiusura, lunedì 27 in V Commissione Cultura del Comune c’è stata l’audizione del Presidente Arisi che ha ricordato le molte promesse delle istituzioni locali per avere il Museo a Torino ( anziché a Milano ) a sue dire non mantenute.

Anzitutto un canone d’affitto richiesto dal Comune considerato troppo oneroso per cui , da tempo si chiede una riduzione, poi un costante condizionamento ad una apertura continuativa da parte della società Semana, gestrice dello stadio che spesso, secondo Arisi, blocca l’agibilità al museo con le scuse più varie.

In ultimo , ma non per importanza il problema dei vari cedimenti strutturali dello stadio che interessano l’area museale e l’ascensore guasto da mesi che blocca l’accesso ai diversamente abili.

Al presidente Arisi fa da contraltare l’assessore allo sport Gallo che evidenzia la scarsa frequentazione della struttura che peraltro sembrerebbe dovuta alla quasi assenza di pubblicità che costituiva un impegno preciso dell’amministrazione, quale parte integrante dell’accordo di insediamento nella nostra città.

In merito al canone applicato, circa sei mesi fa era stato deliberato un esame tecnico del complesso da parte dei dirigenti comunali per un eventuale ridimensionamento, esame previsto solo in attuazione la prossima settimana; questo inqualificabile dilazionamento ha fatto inalberare il presidente della commissione Cassiani che ha stigmatizzato duramente il “ritardo burocratico”.

A questo punto passiamo al “terzo tempo” e nell’attesa di nuove notizie dalla politica possiamo solo auspicare che questo Museo non solo possa proseguire l’attività ma trovi anche degna collocazione quale importante pedina per Torino Capitale Europea dello Sport 2015.

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Articolo pubblicato il 30/10/2014