Gli “antenati” di Sherlock Holmes

Personaggi letterari e reali che hanno ispirato Arthur Conan Doyle – prima parte

Vogliamo considerare i personaggi letterari e reali che hanno ispirato Arthur Conan Doyle per scrivere i suoi cinquantasei racconti e i quattro romanzi che hanno come protagonista Sherlock Holmes, produzione che viene indicata col il termine di Canone.

Quando Conan Doyle iniziò a scrivere le avventure di Sherlock Holmes, in letteratura si trovava già una significativa presenza di storie di crimini, di criminali e di investigatori. Gli apporti più significativi traevano le origini anche da un personaggio reale, il francese Eugène Francois Vidocq (Arras, 1775-Bruxelles, 1857), che da ladro ed evaso dai bagni penali intraprese una brillante carriera di poliziotto. Nel 1812 era a capo della Brigata Criminale della Sûreté di Parigi ed ebbe indubbi meriti nella organizzazione di una moderna investigazione di polizia, che gli sono riconosciuti anche oggi: secondo Beavan, grazie a Vidocq, nel modo di indagare si passò direttamente dal Medio Evo all’Ottocento!

Vidocq ebbe anche un peso letterario, perché ebbe relazioni di amicizia con vari scrittori celebri come Eugène Sue, Balzac e Hugo, ai quali ispirò i personaggi di Jacques Collin-Vautrin e di Jean Valjean. Contribuì inoltre con la redazione delle sue “Memorie”, assai ricche di spunti e di suggestioni poliziesche pur non sempre attendibili, apparse tra il 1827 e il 1830, seguite da una nuova edizione ampliata. Le “Memorie” di Vidocq furono tradotte anche in inglese.

Si attribuisce per tradizione l’ideazione del genere poliziesco ad Edgar Allan Poe, autore de “I delitti della via Morgue” (1841), un lungo racconto in cui fu per la prima volta proposta al lettore l’indagine condotta da Auguste Dupin per scoprire l’autore di un duplice efferato delitto. Dupin costituì l’antesignano dell’investigatore. Poe conosceva certamente le “Memorie” di Vidocq.

Fin dagli degli albori del genere giallo scrittrici e scrittori inventarono dei detective come loro personaggi. Il romanzo di Seeley Regester (pseudonimo di Metta Victoria Fuller Victor, Erie, Pennsylvania, 1831-1885) intitolato “The Dead Letter”, pubblicato a New York nel 1867, è considerato il primo giallo scritto in America da una donna.

Le idee appaiono meno chiare per quanto riguarda il primato europeo nella pubblicazione di un romanzo poliziesco. E in quale nazione europea è apparso primo personaggio letterario di un moderno funzionario di polizia?

Le nazioni in lizza sono Inghilterra e Francia.

In Inghilterra, Charles Dickens (1812-1870) aveva già presentato nei suoi romanzi alcuni funzionari di polizia - non sempre particolarmente avveduti e sagaci! - e investigatori privati, quando a metà dell’Ottocento, entrò in relazioni di amicizia con due insigni esponenti di Scotland Yard, all’epoca noti detective, e trovò ispirazione per inserire nei suoi romanzi veri e propri investigatori ufficiali. Erano il sergente Jonathan  Whicher e l’ispettore Charles Frederick Field.

Jonathan  Whicher, divenuto celebre nel 1860 per le indagini in un caso noto come Road Murder, quando un bimbo venne ucciso dalla giovane sorella Constance Kent, fu introdotto da Dickens come sergente Witchem in una serie di articoli.

Jonathan  Whicher ispirò anche un altro scrittore, Wilkie Collins, che col nome di sergente Cuff (Manetta) lo presentò come investigatore ne “La Pietra di Luna” (1868).

Charles Frederick Field, ispettore capo a Scotland Yard, successivamente lavorò come detective privato. Dickens, oltre a dedicargli numerosi resoconti giornalistici romanzati, lo inserì col nome di ispettore Bucket nel romanzo “Casa desolata” (1852-1853), dove risolve un caso di omicidio.

L’ispettore Bucket precede di sedici anni il sergente Cuff di Wilkie Collins, ritenuto il primo vero detective professionista della letteratura inglese, come “La Pietra di Luna” (1868), secondo D’Amico (2004), sarebbe stato il primo romanzo poliziesco della storia, mentre Fruttero (2004) lo considera il capostipite dei romanzi polizieschi inglesi (e quindi in pratica di tutti i polizieschi).

Altri considerano invece francese il primo personaggio letterario di un moderno funzionario di polizia. Sarebbe l’ispettore Lecoq della Sûreté parigina, creato da Emile Gaboriau (Saujon, 1832 - Parigi, 1873) e protagonista di cinque romanzi e di un racconto.

Nel 1863 fu pubblicato a puntate “L’Affare Lerouge”, senza clamore, mentre la riedizione, nel 1866, riscosse grande favore nel pubblico. Nel 1867 apparvero due romanzi, “Il dossier 113 e “Il dramma d’Orcival” e, nel 1868, “Gli schiavi di Parigi”. “Monsieur Lecoq”, il più celebre, è del 1869 e il racconto “Une disparition” è del 1876.

Ai suoi esordi, il giovane agente di polizia Lecoq appare come un “discepolo” del suo mentore Père Tabaret detto “Tirauclair” (Metti in chiaro), anziano investigatore dilettante sedentario, che risolve i casi standosene a letto.

Lecoq diventerà il protagonista principale dei successivi romanzi, come ispettore della Sûreté.

A Emile Gaboriau, gli studiosi francesi riconoscono il primato della creazione del poliziotto di professione investigatore, inserito in una trama tesa alla soluzione di un crimine o di un mistero. È un modo garbato per aggirare il primato inglese di Charles Dickens, stabilito con l’ispettore Bucket in “Casa desolata” (1852-1853), visto che “La Pietra di Luna” di Wilkie Collins è apparsa nel 1868, quindi in concomitanza con i romanzi di Gaboriau dedicati a Lecoq.

Quando Arthur Conan Doyle pubblicò nel 1887 “Uno studio in rosso, il primo romanzo con Sherlock Holmes come protagonista, esisteva anche un investigatore newyorchese, schivo e modesto, della Metropolitan Police di New York, Ebezener Gryce, creato da Anna Katharine Green (Brooklyn, 1846-1935), considerata la prima vera scrittrice di romanzi polizieschi. Ebezener Gryce appare nel 1878, nel primo romanzo della Green, Il mistero delle due cugine (The Leavenworth case), considerato il suo capolavoro, oltre che pietra miliare del giallo, perché usa per la prima volta l’espressione detective story.

Come vedremo in seguito, Arthur Conan Doyle disse però di essersi ispirato ad altre personalità reali e dimostrò subito di voler ripudiare i personaggi letterari sia di Auguste Dupin che di Lecoq!

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Articolo pubblicato il 28/10/2014