Chiamparino sta percorrendo la fase discendente?

Quale parte si deciderà a recitare?

Si chiude una settimana problematica per Sergio Chiamparino e se ne apre un’altra ancor più tormentata, a prescindere dalla sicurezza apparente del personaggio, esperto navigatore.

Veniamo ai fatti.

Il tutto era iniziato nel corso della seduta del Consiglio Regionale del 14 ottobre, quando la sezione piemontese della Corte dei Conti, accertava che il buco di bilancio della Regione potrebbe oscillare tra i 2,5 miliardi certi, sino ai nove miliardi, secondo l’interpretazione dell’organo locale, non assimilata ad analoghe pronunce di altre regioni. Impegno solenne di Chiamparino a non voler aumentare l’Irap, anche se costretto da Roma (mentre tace volutamente sulla probabilità di un aumento dell’aliquota Irpef).

Segue l’approccio con il Governo, con un nulla di fatto. In quei giorni, Renzi vara la Manovra 2015 e chiede alle Regioni, di cui il nostro è coordinatore nazionale, ben 4 miliardi di tagli di spesa. Chiamparino reagisce e riceve pubblici schiaffoni da parte di Renzi. Fuochi e fiamme da parte di Chiamparino, che poi docilmente torna a casa impegnandosi nei sette giorni successivi, a presentare “il lodo Chiamparino”, finalizzato a evidenziare economie reali o a trovare fondi inutilizzati nelle pieghe del Bilancio dello Stato, senza dover gravare sui cittadini.

Il rimedio di Chiamparino non è ancora emerso e continua anche a tacere sul come ridurre il deficit dei Piemonte, considerata la missione perdente nei confronti dell’amico Matteo. In proposito, in assenza di comunicazioni ufficiali da parte della Giunta, i gruppi consiliari dell’opposizione, lo attenderanno al varco nella seduta di martedì 28 ottobre, per conoscere, senza giri di parole, quali saranno le ulteriori gabelle o/e la diminuzione dei servizi a vantaggio dei cittadini e quali rimedi s’intenderà adottare.

L’altra tegola all’immagine ancora più pesante è rappresentata dai fuoco di fiamma della magistratura per i noti fatti di rimborsopoli. La decisione definitiva di rinviare a giudizio e mettere sotto processo il suo vicepresidente ed assessore al Bilancio Aldo Reschigna,  l’assessora di Sel Monica Cerutti ed il segretario Regionale del Pd Davide Gariglio, oltre a 6 consiglieri ed ex, in gran parte del Centro sinistra, dovrebbe essere assunta nei prossimi giorni dal GIP Daniela Rispoli.

Com’é noto, in campagna elettorale Chiamparino, affermando la superiorità morale sua e dei prescelti, affermava e sanciva l’incompatibilità dei rinviati a giudizio con la sua amministrazione. Dopo i recenti provvedimenti della Magistratura, c’é già stato il distinguo, da parte del Presidente, tra il rinvio a giudizio e la condanna in primo grado. Le pressioni sono forti nelle sue stesse fila ed il nostro non potrà tergiversare a lungo.

In seguito agli esposti presentati in sede penale dall’On. Mario Borghezio per abuso d’atto d’ufficio e falso e dinanzi alla giustizia amministrativa da Patrizia Borgarello, (la prima udienza al Tar del Piemonte è fissata il 6 novembre) al fine di ottenere l’annullamento delle elezioni regionali, la Guardia di Finanza, pare, da notizie che circolano, stia procedendo spedita con gli accertamenti.

Forse il più sprovveduto tra gli indagati, quel Pasquale Valente ex sindacalista ed ex consigliere provinciale del Pd che in poche ore, scorazzando per la Provincia, pare abbia raccolto ben 239 firme, ha già nominato un avvocato difensore. Mentre, per non essere da meno, Nadia Conticelli tra gli indagati, presidente della Circoscrizione 6 e candidata alla Regione, poi  eletta, ha pure autenticato la propria firma.

Gli ufficiali della polizia giudiziaria hanno raggiunto anche il comune di Sant’Antonino di Susa per interrogare 250 sottoscrittori della lista Chiamparino per il Piemonte (Monviso) le cui firme, pare siano state autenticate dall’ex sindaco ed attuale consigliere regionale Antonio Ferrentino. Ovviamente gli accertamenti non si limitano a quelli già noti, in quanto all’apertura del processo, l’istruttoria dovrà essere completata.

In ballo ci sono nomi di rilievo e, per ammissione esplicita di alcuni, si dice che la decisione di raccogliere le firme sia partita proprio dal segretario regionale del PD, Davide Gariglio, anche quando ciò non sarebbe stato necessario. Al ricorso di Patrizia Borgarello se ne sono aggiunti, nel frattempo, ben due, tra cui quello di Michele Giovine, già protagonista di precedenti analoghe vicende nella quali, invertendo i ruoli, era comparso in veste d’imputato.

Tra i molti che nelle file del PD, vivono a disagio questa e altre situazioni, si erge la voce dell’ex Presidente del Consiglio Regionale, Roberto Placido.

“Io credo che nel PD ci sia una questione etica e morale che deve essere risolta perché non possiamo avere una doppia morale, afferma Placido, non possiamo attaccare Cota per le mutande verdi e le firme false e poi rischiare di cadere negli stessi errori”. Placido precisa inoltre di aver chiesto, a suo tempo, le dimissioni di Aldo Reschigna al momento dell’arrivo degli avvisi di garanzia. Ora. a distanza di mesi, ricordando le affermazioni di Chiamparino per la formazione della Giunta, si domanda: ”Come possono chiedere sacrifici ai piemontesi quando c’è il numero due della giunta che rischia il processo per rimborsopoli?”.

Per chiudere il non idilliaco quadro, è iniziato il processo nei confronti del presidente del PD Alessandro Altamura, e altri per la mancata riscossione delle pigioni e altre irregolarità nella gestione dei locali comunali ai Murazzi del Po. Questa vicenda aveva sfiorato Chiamparino, in quanto sindaco di Torino all’epoca dei fatti. Allo stato delle cose, il PD Piemontese annovera il presidente Alessandro Altamura e il segretario  Davide Gariglio, alle prese con la Giustizia per comportamenti non certo esemplari.

In attesa di ulteriori notizie che potranno intervenire prima del 6 novembre e nel corso delle successive udienze al processo delle firme false, l’attenzione è volta verso le prossime mosse di Chiamparino.

Che farà? Nel corso del prossimo consiglio regionale, con disinvoltura e “senso dello Stato” annuncerà come intenderà mettere le mani nelle tasche dei piemontesi, omettendo benevolmente le sue primarie dichiarazioni? Sostituirà o ritirerà le deleghe ai due assessori sotto processo, per andare avanti come niente fosse? Ribalterà il tavolo sconcertato per le vicende delle firme false e di eventuali altre bassezze in via di emersione? Separerà il suo destino da quello degli incauti compagni di strada che si è ritrovato, forse suo malgrado?

Il discredito dei cittadini nei confronti della Regione – Istituzione è in aumento, così come il gruppo consigliare di maggioranza non sarà certo unanime ed indifferente a quanto sta emergendo in questi giorni. A domani, giornata calda.

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Articolo pubblicato il 27/10/2014