Frontiere aperte al virus Ebola
Foto di repertorio

Un paese accogliente

  Qualche giorno fa, in uno dei soliti nauseanti talk show, che ammorbano da mattino a sera ogni emittente televisiva, fu data la parola ad uno specialista in igiene, dirigente di una ASL, naturalmente di Roma. Nonostante i suoi anni il funzionario inalberava una zazzera ondulata, a ciocche sovrapposte da fare invidia al fu  Elvis Presley.

 Quando il conduttore gli diede la parola sul tema dei rischi che si potevano correre in Italia con l’Ebola virus, l’igienista romano sostenne che il virus mortale poteva arrivare nel nostro paese attraverso gli aerei che giungevano dall’Africa sul nostro suolo. E dopo una piccola pausa aggiunse…non con gli immigrati….

Fu subito interrotto dal conduttoreperché in studio erano presenti altri ospiti che sostenevano tesi opposte. Ed appariva troppo evidente l’indottrinamento esercitato sul funzionario dalle tesi politically correct ispirate dalla brunetta burbanzosa, la Boldrini, che oggi presiede la camera dei deputati.

  Per la quale, tutti gli immigrati, ormai più di 130 mila, sono rifugiati politici in parte provenienti dalla Siria e quindi in buona salute ed esenti da malattie contagiose.

 Un fenomeno analogo si era già verificato qualche anno fa nei confronti della tubercolosi. Quasi tutte le forze di sinistra (e con questi anche l’Ordine dei Medici di Torino, presieduto da un noto compagno) sostenevano che gli immigrati che ci giungevano da paesi dell’est, come la Romania e la Moldavia, dove la tubercolosi ha carattere endemico e colpisce intere regioni, giungevano in Italia sani. Ma si infettavano a causa del contatto con le nostre genti.

 Con il tempo hanno dovuto cambiare idea.

La storia si ripete. Per la sinistra, gli immigrati sbarcati sulle nostre terre dai mercanti di carne umana e quelli prelevati dalle navi di Renzi ed Alfano sulle coste della Libia, non possono portare tra noi il virus Ebola, anche se provengono da nazioni dell’Africa occidentale quali la Liberia, la Guinea e la Costa d’Avorio in cui l’infezione sta imperversando ed uccide una persona su due.

La versione governativa, diffusa nel paese anche da molti mass media allineati, è che la pandemia sia ormai sotto controllo in Africa, (mentre la realtà è esattamente quella opposta) e che i decessi avvenuti in Europa ed in America non rivestano molta importanza.

Il popolo per il governo deve essere mantenuto tranquillo. Non deve allarmarsi e tanto meno indagare sulle misure sanitarie messe in atto.

Che sono risibili negli aeroscali ed addirittura inesistenti nei porti di arrivo.

Solo in due o tre casi su cento i sanitari misurano a livello frontale la temperatura corporea. Solo in caso di febbre, i profughi vengono sottoposti ad ulteriori indagini

Ma va sempre tenuto presente il fatto che la sindrome da Ebola virus ha un periodo di incubazione di ventuno giorni, nei quali non sono presenti sintomi. Il tragico corteo di manifestazioni, spesso letali, compare di solito dopo tale periodo.

La malattia può manifestarsi pertanto anche nei centri di accoglienza distribuiti da Alfano e dai prefetti, con la collaborazione non disinteressata della Caritas, nelle città e nei paesi.

Questa carenza di misure sanitarie  è tale da preoccupare anche gli stessi immigrati.     

“Non sono venuto in Italia - ha dichiarato in un recente intervista televisiva un profugo centro africano - perché attratto dallo stipendio, dal vitto o dalla sistemazione alberghiera e neppure dalla concessione delle sigarette e delle schede telefoniche. Sono tutte buone cose ma io sono qui soprattutto alla ricerca di salute e di protezione dalle malattie diffuse nel mio paese.”

La posizione ufficiale del governo italiano, espressa dalla serafica donzella a nome Beatrice Lorenzin, impreparata e digiuna di problemi sanitari ed incaricata dal buon Renzi, per mere ragioni politiche, di gestire la salute degli italiani, è che non vi sono casi in Italia.

Qualora si verificassero c’è in preparazione il centro Spallanzani….

Sono necessari, come richiesto anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale Sanitaria), controlli capillari precisi ed adeguati alla gravità della situazione.

Ma sostenere che vadano intensificate le indagini, in particolare sugli africani che arrivano dall’Africa centro occidentale dove il virus imperversa e per ora è inarrestabile, può valere da parte di molti “sinceri democratici,” dalla confraternita dei radical scic ed anche da qualche arrogante parlamentare magrebino eletto dal PD, la abituale accusa di razzismo.

E’ duro a morire, nella  mente degli ex comunisti, il mito ottocentesco del “selvaggio buono” che arriva nella corrotta civiltà occidentale.

Dobbiamo sperare, come sempre, nello stellone italico?

 

 

 

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Articolo pubblicato il 26/10/2014