Ucraina sull’orlo del baratro

Domenica 26 ottobre elezioni per il rinnovo del parlamento

Da tempo l’Ucraina è un Paese sull’orlo del baratro: già nel 2013 era al terzo posto nel mondo per rischio del debito sovrano, sempre in quell’anno le sue riserve valutarie sono arrivate al dimezzamento per sostenere la valuta nazionale agganciata al dollaro americano e le partire correnti presentavano un deficit di 15 Mld di dollari. Dal punto di vista finanziario occorre ancora aggiungere quanto dovuto all’Unione Sovietica per i ritardati pagamenti delle “bollette” del gas.

Dal punto di vista sociale, un ucraino su tre vive sotto la soglia di povertà, con una inflazione intorno al 19% e un debito estero che oggi è arrivato a oltre 150 Mld di dollari.

In questo deprimente scenario, lo scorso agosto il Presidente della Repubblica Poroshenko è stato costretto a sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni in quanto il Premier Yatseniuk non aveva più la maggioranza in parlamento.

Le elezioni, fissate per domenica 26 ottobre, si svolgeranno in una quadro politico assai complicato.  Anzitutto le forze moderate del Fronte Popolare del premier attuale che sono però poco disponibili a concedere autonomie alle regioni separatiste, che vanno a scontrarsi con le coalizioni che fanno capo al Presidente Poroshenko che invece sono disponibili a concessioni.

Poi vi sono altri attori che vantano forze tali da poter condizionare il risultato elettorale, tra questi Posizione Civica, il partito della notissima Yulia Tymoshenko e il Partito Radicale.

A condizionare questo scenario contribuiscono altri fattori: la ratifica dell’accordo di associazione all’Unione Europea per la nascita di un’area di libero scambio a decorre dal 2016, la nascita di due nuove leggi, molto contestate, la Lustration Act e le Leggi Speciali per  le regioni del Donetsk e del Lugansk; la prima volta all’esclusione di politici scomodi (quelli che aiutarono Yanukovich a prendere il potere) e le seconde per elargire campi di autonomia locale per puntellare i movimenti separatisti. Un altro fattore esterno è la possibile rottura della tregua conclusa con i separatisti dopo mesi di combattimenti, che possono, per qualsiasi causa, riprendere da un momento all’altro.

Ma la situazione politica è ancora più complessa, perché nell’area dei partiti pro Unione Europea vi sono dei “moderati” che propongono accordi con la Russia e “estremisti” che sono per la lotta armata, tra questi il partito nazionalista di destra e la solita Tymoshenko.

Il popolo ucraino è quindi chiamato ad una grande prova di maturità e di capacità di valutare uno scenario che è al tempo stesso composto da diversi quadri: Sociale, economico, militare e politico. Il risultato elettorale non riguarda solo l’Ucraina, perché potrebbe avere ripercussioni devastanti a livello mondiale.

Buona fortuna Ucraina, a te e a noi.

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Articolo pubblicato il 25/10/2014