Gaglianico (BI) - Festival nazionale del risotto e dell'agnolotto piemontese

Da sabato 25 ottobre a domenica 2 novembre in Via Camillo Benso Conte di Cavour 110

  Si svolgerà dal 25 ottobre al 2 novembre a BIELLA FIERE (Biella-Gaglianico) la quarta edizione del FESTIVAL NAZIONALE DEL RISOTTO ITALIANO E DELL'AGNOLOTTO PIEMONTESE, ideato e certificato da EDOARDO RASPELLI. L'evento, unico nel suo genere per originalità del format e varietà e qualità della proposta gastronomica, ha di recente ottenuto il prestigioso riconoscimento di RES TIPICA, il programma di promozione e valorizzazione in Italia e all'estero varato da ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) in sinergia con EXPO 2015 per far conoscere e convogliare verso le principali eccellenze agroalimentari italiane i numerosi visitatori dell'expo mondiale milanese che ha per tema NUTRIRE IL PIANETA.

Alcuni fra i migliori chef piemontesi proporranno ogni giorno una decina di varianti sul tema RISOTTO e AGNOLOTTO PIEMONTESE, utilizzando materie prime che rappresentano assolute eccellenze agroalimentari dell'Alto Piemonte: le pregiate e inimitabili varietà di riso prodotte nel Biellese, nel Vercellese e nel Novarese, gli agnolotti piemontesi di tradizione e di alta produzione artigianale, le carni e i salumi, le verdure e i formaggi, i grandi vini piemontesi per sfumare, per riduzioni e per abbinamento. Ogni giorno un grande chef si esibirà in COOKING-SHOW svelando i segreti per una preparazione perfetta, mentre un produttore di grandi vini proporrà gli abbinamenti appropriati. Piccola degustazione finale. 

EPISTEMOLOGIA DEL RISOTTO 

Il riso non è risotto, così come il grano non è pane e gli spaghetti non sono pastasciutta. Ovvietà. Ma non tutto ciò che è ovvio è scontato e immediatamente percepibile. Il riso, in varietà e qualità ai vertici mondiali, in Piemonte è il Vercellese, il Novarese, le Baragge Biellesi, il Casalese Alessandrino, dove si concentra il novanta per cento della produzione risicola italiana che è al primo posto in Europa. Ma il riso, che nasce nell'acqua, trasformato in risotto dall'arte combinatoria culinaria, secondo antica tradizione e consuetudine, muore nel vino con il quale emette il proprio canto del cigno.

La magia, la chimica straordinaria che trasforma un cereale in un mangiare da re, è tutta nell'incontro, nell'amalgama, nella mirabile fusione con gli ingredienti, i prodotti, le eccellenze gastronomiche ed enologiche dell'Alto Piemonte che rendono questo territorio unico al mondo per la realizzazione e la degustazione di un "piatto" che tutti ci invidiano, e che solo qui, con la sapienza e la cultura antica di produttori e cuochi del territorio, tocca vertici inarrivabili.

Il risotto dell'Alto Piemonte diventa dunque un progetto che muove lungo più direttrici, ispirato ai principi di Terra, Territorio e Tradizioni, e che si prefigge lo scopo di valorizzare e diffondere patrimoni enogastronomici territoriali che possono diventare uno dei volani di una ripresa che non può essere soltanto fondata sulle attività manifatturiere.

Il risotto e tutto ciò che concorre alla sua realizzazione sono esportabili ma non riproducibili. Nei Paesi dell'Est sono state delocalizzate le aziende, in Oriente clonate fabbriche e produzioni che hanno impoverito le comunità dell'Alto Piemonte. 

Qualcuno provi però ad impiantare altrove una risaia di Arborio, a produrre al di fuori dei pascoli alti piemontesi il Bettelmatt o la Toma del Maccagno, a creare il Gorgonzola novarese o la Paletta biellese, a ricavare dai nebbioli i grandi vini che fanno del Piemonte la Borgogna d'Italia.

Queste straordinarie risorse, non riproducibili, immerse in contesti ambientali intatti e culturalmente ricchissimi, opportunamente valorizzate e promosse, rappresentano gli elementi fondanti di una sfida a fare dell'Alto Piemonte uno dei luoghi dell'eccellenza enogastronomica, turistica e culturale non soltanto italiana .

Tutto ciò, e molto altro ancora, partendo da un piatto di risotto. 

RISITALIA, IL MARE A QUADRETTI D'ITALIA 

L'Italia con 200.000 ettari di risaie è il maggior produttore di riso d'Europa, seguito da Spagna (114.700 ettari), Portogallo (23.000 ettari), Grecia (20.000 ettari), Francia (18.700 ettari).

Il novanta per cento della produzione risicola italiana è concentrato nelle province di Biella, Vercelli, Novara e Pavia. L'economia del riso rappresenta una delle principali ricchezze per un'area ad alta concentrazione e diversificazione economico-produttiva. Allo stato nascente è dunque la prima provincia risicola d'Europa, e una delle prime al mondo. Il comparto si avvale di ingenti finanziamenti europei, e di una particolare attenzione da parte dell'Europa.

GLI ORARI DEL FESTIVAL
Sabato e festivi dalle 11:00 alle 23:00
Feriali dalle 18:00 alle 23:00

INGRESSO LIBERO

Read more: http://www.festivaldelrisottoitaliano.it/

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: EXPOBINOVE srl - Padiglioni BIELLA FIERE
Via Cavour 110 (ss 230 Biella/Vercelli), 13894 GAGLIANICO (Biella) - Tel. 335 6667062335 6667062 

(Informazioni per i giornalisti)

 Palato d’oro

EDOARDO RASPELLI

Edoardo Raspelli nasce a Milano il 19 giugno 1949. Dopo aver cominciato a scrivere, in seconda liceo classico, sul Corriere della Sera diretto da Giovanni Spadolini, da lui assunto nel 1971 al Corriere d'Informazione (l'edizione pomeridiana), diventa giornalista professionista nel 1973. All'inizio Edoardo Raspelli si occupa prevalentemente di cronaca, seguendo gli avvenimenti più importanti degli Anni di Piombo di Milano: accanto a lui, al secondo piano di via Solferino 28, ci sono Walter Tobagi, Vittorio Feltri, Ferruccio De Bortoli, Massimo Donelli, Gigi Moncalvo, Gian Antonio Stella, Paolo Mereghetti, Gianni Mura, Francesco Cevasco.

Si specializza poi in gastronomia e difesa del consumatore (nella passato della sua famiglia ci sono importanti ristoratori ed albergatori: uno zio aveva lavorato all'Excelsior di Roma, al Kulm ed al Souvretta di Saint Moritz; altri suoi parenti erano proprietari dei celebri Rimbalzello e Grand Hôtel Savoy di Gardone Riviera, requisito dal comandante nazista, il generale Karll Wolff, per farne il suo quartier generale durante la R.S.I.).

 Dal 1978, per i primi quattro anni, è tra i responsabili, con Gault e Millau, della "Guida d' Italia" pubblicata da L'Espresso. E' il primo responsabile della pagina dei ristoranti del "Gambero Rosso", allora supplemento del quotidiano "Il Manifesto".

In TV comincia nel 1984 come consulente di "Che fai, mangi?". Nel 1990-1991 Raspelli è tra i conduttori di "Piacere Rai Uno" con Simona Marchini, Piero Badaloni e Staffan de Mistura. Nel 1999 partecipa in prima serata alla domenica, su Rai Due, al programma "Fenomeni" con Piero Chiambretti, Aldo Busi, Giampiero Mughini.

Dal 1996 fino all'edizione 2001 è curatore e supervisore della "Guida Dei Ristoranti D'Italia" per L'Espresso, firmando anche la rubrica "Il Goloso" del settimanale.

Per La Stampa pubblica nel 2001 un libro, raccolta dei pezzi apparsi sul quotidiano, dal titolo "Il Raspelli".

Per Mondadori pubblica nel novembre 2004 un'altra raccolta dal titolo "Italiagolosa". A settembre 2007 sempre per Mondadori pubblica "L'italia In Tavola - 400 ricette tradizionali elaborate da grandi chef e testate dal palato più severo e goloso d'Italia".

Dal 1998, tutte le domeniche alle 12, conduce su Rete 4 "Melaverde", trasmissione ideata dall'agronomo Giacomo Tiraboschi. Il programma é uno dei programmi di maggior successo della Rete, con dati di ascolto assolutamente straordinari.

Con una polizza unica al mondo, il gusto e l'olfatto di Edoardo Raspelli sono assicurati per 500 mila euro e ne fanno "l'uomo dal palato d'oro".

IL CANONE DEL RISOTTO

Basta dire “Risotto” e già si sente una fragranza di cose buone, di sapori che impegnano dolcemente il palato lasciando un lungo ricordo di sé misto a quelle del profumo degli aromi. Ma il risotto è anche uno dei piatti più impegnativi e, più lunghi da preparare. Certo il riso si presta anche a preparazioni più semplici, alcune addirittura elementari, senza parlare delle buonissime minestre (tra tutte quella di riso e verze), ma il risotto è un po’ il vertice di tutta la gastronomia imperniata su questo antichissimo cereale. E allora cominciamo dai fondamentali:

·         La casseruola deve essere abbastanza larga, con i manici, e il bordo non più alto di 4 - 5 centimetri. Meglio se di rame.Il cucchiaio deve essere di legno per non rischiare di rompere il chicco. I puristi usano quello con il buco al centro.

·         La mondatura. Anche se oggi i prodotti sul mercato sono sempre più curati, è meglio dare un’occhiata per eliminare i chicchi rotti o quelli che presentano qualche macchia.

·         La dose normale di riso è di 80 grammi a persona.

·         Il soffritto. La tostatura è fondamentale. Quindi far friggere la cipolla a fiamma viva con un po’ di burro, o anche solo olio, senza farla bruciare. Quando incomincia ad appassire si unisce il riso, si tosta e si spruzza con vino bianco mescolando fino a quando i chicchi incominciano a sfrigolare. A questo punto si versa il brodo e inizia la cottura.

·         I tempi di cottura. Variano a seconda delle qualità e delle varietà. Parlando di “superfini” al vertice della gamma e ideali per risotti abbiamo l’Arborio, il Carnaroli, il Violone nano e il Sant’Andrea che richiedono 16 - 17 minuti di cottura.

·         La mantecatura. Il riso portato a fine cottura va fatto riposare, almeno due minuti mescolandolo delicatamente con un po’ di burro, e parmigiano, in modo che i chicchi si stacchino bene uno dall’altro.

...da www.risobaraggia.it

 

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Articolo pubblicato il 24/10/2014