“Il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze”

Incontro al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino

Al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, per “Gli Appuntamenti del mercoledì mattina 2014”, incontri e dibattiti per i Gruppi Seniores delle Aziende su temi di attualità e cultura, il giorno 22 ottobre si è svolto l’incontro “Il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze”.

Hanno partecipato Francesco Ambrosini, Gustavo Mola di Nomaglio, Valerio Monti, Giuseppe Pichetto, Rosanna Roccia. Ha moderato Albina Malerba.

L’incontro è stato organizzato con la collaborazione del Centro Studi Piemontesi e, come facilmente intuibile dalla sua collocazione mattutina, era destinato ad un pubblico appartenente alla “terza età” ed aveva chiari intenti divulgativi, visto anche il ristretto tempo a disposizione.

Il tema de “Il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze” è stato considerato, dopo i saluti del presidente del Centro Studi Piemontesi Giuseppe Pichetto, dal primo relatore, Rosanna Roccia che ha sinteticamente tracciato un profilo dei protagonisti degli avvenimenti, Massimo d’Azeglio, Camillo Cavour, Marco Minghetti, Costantino Nigra, Federico Menabrea e molti altri ancora. Molto opportunamente, Rosanna Roccia ha anche ricordato il questore Giacinto Chiapussi e Casimiro Ara, il consigliere comunale che preparò la “Inchiesta Amministrativa sui fatti avvenuti in Torino nei giorni 21 e 22 settembre 1864”.

Hanno poi preso la parola Francesco Ambrosini, che ha presentato il suo libro intitolato “Giornate di sangue a Torino. Settembre 1864: la città non è più capitale” (Editrice Il Punto - Piemonte in Bancarella, 2014), e Valerio Monti, autore del volume “Torino 1864. La strage impunita” (Fondazione Savej, 2014). I due libri rappresentano significativi contributi moderni che permettono sicuramente di ampliare la conoscenza del grave, e trascurato, episodio di storia torinese.

Francesco Ambrosini ha brevemente ricostruito, con il piglio giornalistico che caratterizza il suo libro, le due giornate del settembre 1864 quando, all’annuncio del trasferimento della Capitale a Firenze, i torinesi scesi nelle strade a protestare pacificamente, diventano vittime di una repressione delle forze dell’ordine che porta a più di 50 morti e tre volte tanti feriti.

Il volume di Valerio Monti, oltre a una diligente disamina della Francia di Napoleone III, al tempo della Convenzione di Settembre, e dei negoziati della Convenzione stessa, espone - come in un dossier - una rassegna dei giornali dell’epoca e una sorta di “confronto” tra i risultati delle inchieste municipale per concludere con capitoli dedicati a “Municipio, società civile a Torino e il trasferimento della Capitale” e “Camera dei deputati: discussione e voto sull’inchiesta parlamentare”.

Ha, per così dire, concluso i lavori Gustavo Mola di Nomaglio, ricordando la “spiemontizzazione” augurata nel ‘700 anche da Vittorio Alfieri, che aveva preceduto l’atteggiamento di “antipiemontesismo”, evocato dai due Autori, per poi tracciare una sorta di parallelismo con l’attuale tendenza della nostra società alla decristianizzazione e alla deeuropeizzazione. Ha poi esaminato in modo molto critico la nuova pretesa vocazione turistica di Torino che non pare aver ancora dato significativi risultati, soprattutto se confrontati con le astronomiche cifre dei visitatori paganti dell’Esposizione torinese del 1911 e di “Italia 61”.

Si è così chiuso, con un preciso collegamento al non roseo presente, l’incontro “Il trasferimento della Capitale da Torino a Firenze” che ha sicuramente avuto il merito di divulgare il doloroso momento storico torinese del settembre 1864, anche se, come già detto in precedenza, il limitato tempo a disposizione non ha consentito di analizzarne in dettaglio tutti gli aspetti.

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Articolo pubblicato il 24/10/2014