Andatevene!

Rimborsopoli: Quando il comportamento riprovevole coincide con l’inettitudine e l’incapacità

Come in gran parte previsto, oggi si è tenuta al Tribunale di Torino, la prima udienza del processo intentato nei confronti dell’ex Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota e di altri 24 consiglieri, in gran parte del Centro Destra ,rinviati a giudizio principalmente per peculato e per aver distratto, a fini personali, fondi pubblici destinati all’attività politica dei gruppi consiliari di appartenenza.

Dopo il rinvio a giudizio, costoro non hanno potuto ripresentarsi alle elezioni del consiglio regionale tenutosi nella primavera scorsa, per decisione unanime degli organi dirigenti di Forza Italia e della Lega Nord. La sinistra, in campagna elettorale, ha sbandierato il vessillo dell’onestà, si è schierata dietro a Chiamparino ritenuto l’alfiere della coerenza e della rettitudine, proclamando scomuniche e prendendo le distanze dai dissipatori del denaro pubblico, tutti rigorosamente indicati e chiamati per nome.

Questo atteggiamento ha consentito alla sinistra di ottenere la maggioranza dei voti ed a cercare di governare. Nei giorni scorsi, il GUP, dr. Roberto Ruscello ha chiesto il rinvio a giudizio per il delitto di peculato e finanziamento illecito dei partiti per 10 tra attuali consiglieri regionali ed ex, per la maggior parte eletti tra le file del PD, che pensavano di averla fatta franca, tra i quali spicca il segretario Regionale del Partito, Davide Gariglio, il vice presidente della giunta Chiamparino, Aldo Reschigna e l’assessore del Sel, Monica Cerutti.

Siamo garantisti e ci atterremo a commentare la sentenza definitiva, dopo che gli imputati avranno potuto produrre ogni elemento utile a loro favore. C’è però l’aspetto etico ad indignare il cittadino contribuente che, in modo trasversale, di questi tempi non vive certo bene.

Indigna l’atteggiamento dei Savonarola nostrani che, mentre spendevano spudoratamente fondi pubblici per fini personali, si ergevano a giudici dei consiglieri dello schieramento opposto, coinvolti nella fase inquisitoria da parte della magistratura. Il maggior squallore si è verificato nella giornata di ieri, a botta calda, non appena si è sparsa la notizia.

Mentre Chiamparino, che in campagna elettorale aveva solennemente proclamato che nel suo Governo non ci sarebbero mai stati inquisiti e, bersagliato dalle domande dei giornalisti si destreggiava sul distinguo tra il rinvio a giudizio e la condanna definitiva, l’impavido Gariglio nel corso di un incontro con gli inquisiti della sua parte politica ed il vertice del partito affermava la necessità di sostenere a gran cassa”la diversità tra noi e loro”, subito supportato da vecchi arnesi dell’ex PCI, ancora in posizione egemone. Con quale coraggio, invece i chiudersi in un dignitoso silenzio, costui si autoassolve e manifesta la sua diversità rispetto ad altri consiglieri, le cui vicende, pur non essendo esemplari sono ancora in attesa di essere giudicate? Lo sconforto del cittadino raggiunge l’apice, perché non si trova dinanzi ad amministratori provetti, con qualche vizietto privato, ma dalla condotta pubblica ineccepibile, bensì a figuri che da anni ricalcano la scena politica, senza aver mai perseguito il benessere e gli interessi del cittadino, bensì il loro indefinibile e vomitevole tornaconto privato.

Continui a piangere ed a sgolarsi Monica Cerutti per dimostrare quali  sue azioni politiche siano state lungimiranti e volte alla definizione di provvedimenti costruttivi. Reschigna, invece d’indignarsi contro la magistratura, cerchi di raccogliere e far tesoro delle osservazione che in modo abbastanza palese alcuni consiglieri, in sede di Commissione Bilancio, hanno avanzato in merito alla sua incompetenza a reggere un assessorato così delicato, soprattutto in questo momento difficile, tra il diktat di rientro del debito ordinato da Renzi ed il verdetto della Corte dei Conti.

Così pure per Gariglio, sempre presente a ordire trame correntizie o a ricoprire incarichi clientelari, volti a tutelare esclusivamente il proprio tornaconto. Vergognatevi e traetene le conclusioni, prima di affidarvi ai codicilli ed ai rinvii giudiziari.


I vostri colleghi dei secoli scorsi, quando il dubbio offuscava la propria onorabilità, non coltivavano incertezze. Si suicidavano. Nessuna persona civile vi chiede ed auspica questa decisione. Abbiate però un sussulto di dignità. Togliete il disturbo, prima di dover deliberare altri inasprimenti fiscali, mentre i vostri pretoriani continuano a pascolare indisturbati e ben remunerati, nel poppatoio regionale. Non sarà mai troppo tardi!

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Articolo pubblicato il 21/10/2014