Sherlock Holmes e la polizia scientifica

L’esame del cadavere

Continua la nostra ricognizione nel Canone, termine usato per indicare i cinquantasei racconti e quattro romanzi scritti da Arthur Conan Doyle che hanno come protagonista Sherlock Holmes, per esaminare in che misura l’investigatore creato da Arthur Conan Doyle impieghi nelle sue indagini i supporti che sono tipici della polizia scientifica.

 

Ci aiutano le osservazioni di alcuni studiosi: Agostinis con il suo articolo sull’apporto offerto da varie branche della polizia scientifica alle indagini di Sherlock Holmes (2000) e Bonalumi con i suoi contributi del 2002.

 

L’esame della scena del crimine rappresenta uno dei due cardini della moderna indagine scientifica sui delitti ed è già stato considerato in un precedente articolo.

Dobbiamo ora valutare l’esame del cadavere, che rappresenta il secondo cardine della moderna indagine scientifica sui delitti.

 

Sherlock Holmes esegue soltanto una ispezione esterna del cadavere e non vi sono mai significativi riferimenti a una successiva autopsia né ad esami tossicologici (Agostinis, 2000).

 

Così, in “Uno studio in rosso” (1887), Sherlock Holmes esamina il cadavere, privo di ferite, fiuta le labbra del morto, percepisce un lieve odore amarognolo e conclude che lo sconosciuto è stato costretto ad ingerire del veleno, il che spiega l’odio e il terrore evidenti sul suo viso. Il tutto basandosi anche su uno dei suoi assiomi: «Ero giunto a questo risultato per esclusione, poiché nessun’altra ipotesi si adattava ai fatti. E non creda che fosse un’ipotesi inaudita».

 

Interviene anche la approfondita conoscenza che Holmes ha di precedenti efferati delitti, che gli consente di procedere per analogia: «Il caso di una persona obbligata a ingerire del veleno non è affatto nuovo negli annali criminali».

 

Nel caso de “Il segno dei quattro” (1890), Holmes conduce un esame del cadavere che deriva dagli studi medici di Arthur Conan Doyle: «I muscoli sono molto più contratti che nel normale rigor mortis. Se a questa contrazione insolita aggiungiamo quella dei muscoli facciali, il cosiddetto risus sardonicus degli autori antichi, viene da pensare che la morte sia stata provocata da qualche potente alcaloide vegetale, probabilmente una sostanza simile alla stricnina, che ha un effetto simile al tetano ... ». Holmes lo ha subito capito e si è chiesto con quale mezzo è stato propinato il veleno: «… ho scoperto una spina conficcata non molto profondamente nel cuoio capelluto».

 

Questo modo di procedere di Sherlock Holmes, stabilito nelle sue prime apparizioni del 1887 e del 1890, prosegue per tutto il Canone.

 

Quando si è ormai ritirato, Holmes ricorre all’ingrandimento fotografico per esaminare le lesioni particolari del cadavere di una vittima della Cyanea Capillata, una medusa il cui tocco può risultare mortale per persone debilitate.

 

L'avventura della Criniera di Leone, ambientato nel 1907, è opera del 1926, periodo in cui sicuramente le acquisizioni della medicina legale si erano fatte rilevanti e note non solo in ambienti scientifici ma anche fra i lettori, almeno fra quelli più informati.

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Articolo pubblicato il 18/10/2014