I giovani al centro dell'anno pastorale

"L'amore più grande": verso l'ostensione della Sindone

E se l’amore avesse ragione? Questo è il titolo del ciclo di incontri dedicati ai giovani della Pastorale giovanile della Diocesi di Torino organizzato in collaborazione con la Pastorale giovanile dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Piemonte e della Valle d’Aosta e della Pastorale per gli universitari che si è svolto, nel suo primo appuntamento, giovedì 2 ottobre alla basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.

La serata, presentata da don Luca Ramello, responsabile della Pastorali giovanile della parrocchia, aveva lo scopo di approfondire le diverse dimensioni dell’amore donato e ricevuto. Il relatore della conferenza è don Andrea Bozzolo, sacerdote salesiano e docente ordinario di teologia sistematica alla Facoltà di Teologia di Torino. La sua chiarezza e schiettezza hanno permesso di trattare questo tema in ogni suo aspetto e di rispondere alle domande dei giovani presenti, anche quando queste potevano apparire scomode. È stato un incontro davvero interessante, e l’entusiasmo di don Bozzolo ha contagiato le centinaia di ragazzi arrivati alla basilica.

Questo ciclo di incontri vuole ricollegarsi e prepararsi al motto “L’amore più grande” scelto per l’ostensione della Sindone che avverrà nel 2015. Ed è anche il titolo della lettera pastorale dell’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, per l’anno pastorale 2014/15, che vede i giovani al centro dell’attenzione e che il vescovo vuole avvicinare così come li avvicinava don Bosco, che non li considerava mai perduti.

Nella sua lettera Nosiglia invita le comunità cristiane ad essere aperte per permettere ai giovani di gustare la gioia dell’avventura della fede volta ad esperienze sincere e coinvolgenti di amicizia e di servizio. La volontà della Diocesi di Torino è educare gli adolescenti ad entrare nella giovinezza intesa come stagione della vita in cui la persona impara ad assumere la responsabilità verso sé stesso, gli altri, la società, e quindi concludere i diversi percorsi di studio, entrare nel mondo del lavoro e costituire la propria famiglia. E per far questo è necessario accogliere i giovani così come sono, ascoltando i loro appelli e le loro necessità, accompagnando il loro inserimento nel mondo e promuovendo i loro talenti.

Ed ecco allora che si presenta la necessità di un luogo in cui accogliere i ragazzi: l’oratorio, l’eredità più preziosa lasciataci da don Bosco. Nosiglia ne promuove il rilancio in qualità di risposta opportuna ed adeguata a quelle esigenze di accoglienza ed educazione alla responsabilità. Da qui bisogna attingere slancio creativo e spinta propulsiva per il rinnovamento della pastorale giovanile. Ed è anche il luogo, e qui torniamo all’argomento principale, dove si può trovare quell’amore di amicizia e trasparenza che sa accompagnare con pazienza, che sa accogliere, sa proporre un cammino insieme senza spingere, né trascinare, ma mano nella mano.

Per fare questo è necessario che l’oratorio non si occupi più solo di bambini tramite gli animatori, ma che si rivolga anche ai giovani che potranno trovare in esso un luogo di incontro, di serena condivisione, di uno stare insieme informale ma qualificato, abitato da persone che sanno accogliersi ed incontrarsi.

 

Un oratorio che rimanga aperto sulla strada, offrendo momenti da portare in piazza o nei luoghi laici di incontro. Questo è l’obiettivo del Sinodo dei giovani per il 2015, l’obiettivo per i giovani che passa dai giovani e che vuole metterli al centro di un progetto di crescita.

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Articolo pubblicato il 12/10/2014