Chi è Peter Kassig
Peter Kassig

Il giovane americano minacciato di morte dall' ISIS

È andato in Medioriente per scappare da un matrimonio sbagliato e dal malessere del «tornando a casa» dopo un periodo in Iraq con i Rangers dell'esercito. Un uomo considerato da tutti “ una persona stupenda “, sempre in cerca di nuove sfide per esercitare la sua umanità a favore della povera gente , diseredata come quella siriana, tormentata dalla guerra civile. 

 

Kassig, l'operatore umanitario americano minacciato dall'Isis di decapitazione, è partito per una delle regioni più pericolose del mondo cercando un'esperienza che gli cambiasse la vita, come aveva spiegato lui stesso in un'intervista di due anni fa alla Cnn.

Un tipico “ yankee” chiaro di pelle e con gli occhi di un angelo, tatuato, con un vocabolario di poche parole di arabo, l'allora 24enne ex soldato non era parso all'intervistatore della rete di Atlanta la persona che ti aspetteresti di vedere che va su e giù per i corridoi di un ospedale di Tripoli in Libano con tra le braccia un carico di bende insanguinate.

Poi dopo quell'esperienza di recente ha messo su una propria ong per l'assistenza in Siria. «Qui hai questa impressione, ti convinci che non c'è speranza. Ed è quello il momento in cui, contro ogni speranza, è più che mai importante fare qualcosa», aveva detto il giovane oggi ostaggio dell'Isis.

 

Ecco la persona mite e indubitabilmente orientata alla pace  che è sotto minaccia da parte di  Abu Makr Al Baghdadi, il califfo assassino ormai circondato da tutti i lati dalle forze ostili alla sua presa di possesso dell' Iraq e della Siria , in primis Iran, Turchia, Kurdistan e , non ultima, Israele e gli Stati Uniti come deterrente.

 

Si dice che questa guerra , forse più orribile di tante altre per i continui sgozzamenti in diretta  di innocenti da parte di assassini pronti a tutto, durerà anni senza un intervento di terra da parte delle forze alleate ( Stati Uniti, Inghilterra, Turchia, Arabia Saudita, i peshmerga del Kurdistan ) .

 

Sarebbe già sufficiente operare affinchè vengano catturati e giustiziati gli autori di questi crimini, attraverso azioni di guerriglia che già sono state usate con successo in altri teatri di guerra.

 

Scatenare una guerra a tutto campo sarebbe una sconfitta per tutti, compresi coloro che hanno sacrificato la loro vita per operare in organizzazioni di pace  in questi paesi così turbolenti.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/10/2014