Consiglio Regionale del Piemonte

I cento giorni di Chiamparino

Le premesse c’erano tutte. A fine giugno stava per iniziare una legislatura che avrebbe dovuto affrontate i veri e assillanti problemi del Piemonte. La disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, la mancata ripresa del settore manifatturiero, la necessità di riordinare i settori dei Trasporti e Sanità dopo i rilevanti tagli operati dal Governo.

Purtroppo, dalla ripresa dei lavori autunnali, assistiamo alla politica dei piccoli passi, dei risparmi di qualche seggio in società partecipate, mentre circolano voci che nelle sedi ove si assumono decisioni importanti e scorrono gettoni generosi, vengono piazzati ex sindacalisti canuti ed ormai estranei alle problematiche dei nostri tempi, oltre ad ex funzionari comunali sottratti ai giardinetti.

L’argomento che nella seduta del 30 settembre ha tenuto banco, prevedeva “Nuove modalità gestionali, organizzative e di funzionamento dell’istituto zoo profilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta”.

Si tratta, come ha relazionato il consigliere Allemano del PD, di diminuire il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione, da due a uno, in ossequio ad una decreto legislativo in materia di Enti vigilati dal Ministero della Salute. Secondo il relatore di minoranza, Marrone dei Fratelli d’Italia, questa decisione “non rende giustizia al Piemonte, indebolendone il peso, tenendo presente che quasi il 90% degli interventi dell’Istituto sono svolti nella nostra regione. La Giunta avrebbe dovuto rimettere in discussione l’accordo siglato con Liguria e Valle d’Aosta e impedire questa autoriduzione”

Per la maggioranza sono intervenuti Alfredo Monaco (Scelta Civica per Chiamparino) e Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte)per approvare senza riserve il provvedimento che consente all’Istituto zooprofilattico di continuare, anzi di ampliare la propria attività. Una posizione differenziata l’assume il consigliere Nino Boeti (PD) che annuncia di aver presentato “una proposta di legge al Parlamento per prevedere l’eliminazione del CdA dell’Istituto zooprofilattico, che non ha ragione di esistere in quanto l’attività dell’Istituto attiene al sistema sanitario regionale”.

Diben altro tono gli interventi dell’opposizione. Gianna Gancia, leader della Lega Nord, denuncia gli interventi a piccole dosi presentati dalla Giunta sui Consigli di Amministrazione delle società partecipate, senza preoccuparsi delle imprese che stanno morendo.”Stiamo andando avanti a colpi di nomine prosegue Gianna Gancia - senza entrare nel merito delle vere emergenze del Piemonte. Prima di occuparci di accordi su competenze e organi dell’Istituto zooprofilattico, bisognerebbe intervenire con urgenza in soccorso delle nostre aziende zootecniche, vittime delle quote latte e della crisi della carne di razza piemontese, senza contare le conseguenze dell’embargo russo sull’agroalimentare e sull’ortofrutta”.

In questi anni in Piemonte sono state chiuse oltre 2500 stalle. “Se non si presta attenzione al grido disperato di chi produce reddito – conclude la Presidente Gancia, sarà presto inutile parlare di Zooprofilattico e degli altri enti pubblici, perché non esisterà più chi pagherà  lo stipendio ai dipendenti pubblici”. Gian Luca Vignale FI, intervenuto al dibattito ha stigmatizzato questa politica delle forme e delle procedure, avulsa dai veri problemi che i cittadini incontrano ed affrontano ogni giorno. Ha esteso il concetto ad altro provvedimento di riduzione dei collegi sindacali delle ASL. Cos’é essenziale e prioritario per i cittadini, ha affermato” il collegio sindacale o la funzionalità ed adeguatezza delle strutture sanitarie”?

Anche Giorgio Bertola di M5S, ha invitato il Consiglio regionale a cominciare a discutere provvedimenti più incisivi per il bene del Piemonte. Le Legge è stata infine approvata con 33 sì e 2 No di FdI e Lega Nord.

In tarda mattinata è stato discusso un OdG presentato, in apertura di seduta dal M5S. Approfittando del licenziamento disciplinare di un dipendente della società Rear, di cui il Presidente del Consiglio Regionale Laus è stato presidente sino al giugno scorso, i firmatari del documento, hanno inteso, impropriamente e al di fuori del regolamento,di chiederne la sfiducia. Il licenziamento è stato un fatto isolato e per di più composto da una transazione giudiziale. Sono state tirate in ballo improprie questioni salariali collettive, per nulla attinenti al caso.

Oltretutto la Rear non è una società in crisi aziendale. Il presidente dell’assemblea regionale, seduto sui banchi dei consiglieri, ha deprecato questo sciacallaggio politico che simula la presunta difesa di lavoratori per attaccare la sua persona ed il partito di appartenenza. La gravità del fatto è stata anche rimarcata dall’intervento del Consigliere Gariglio PD. Porchietto e Vignale di FI non hanno sostenuto l’offensiva grillina, mettendo l’accento sulla necessità di riflettere sui contratti di lavoro applicati dalle cooperative.

Il consigliere Alessandro Benvenuto della Lega Nord, in un comunicato emesso nel corso della seduta afferma che “La Lega Nord esprimerà sempre solidarietà ai lavoratori e si porrà sempre dalla parte dei precari o di chi si trova all’improvviso senza un posto di lavoro, ma il documento presentato oggi dal Movimento 5 Stelle è solo un triste tentativo di sciacallaggio strumentale, un attacco personale che con i lavoratori in difficoltà non c’entra nulla”. L’OdG è stato respinto, ma ha ottenuto un voto favorevole in più rispetto ai Grillini presenti e tre astenuti (oltre a Laus, come parte coinvolta, il Civico Giaccone e Marco Grimaldi, capogruppo di Sel). Punti di vista differenti che consentono ai Grillini di denunciare la”doppia morale del PD”.



Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 01/10/2014