Città Metropolitana di Torino

Dal Listone ai Listini

Il 22 settembre sono scaduti i termini per la presentazione delle liste di candidati per l’elezione di 18 consiglieri della nascente Città Metropolitana, da parte dei sindaci dei 315 Comuni della provincia di Torino e dai circa 3800 consiglieri comunali. L’elezione è regolata da un sistema farraginoso che, oltre ad escludere totalmente i cittadini, introduce il voto pesato con valori sensibilmente differenti, in rapporto al numero di abitanti dei rispettivi Comuni. Il principio è antitetico alla pari dignità ed al ruolo degli ex consiglieri provinciali  quando il voto democratico parificava il consigliere eletto a Torino con quello che rappresentava le zone meno popolate della provincia.

Le liste presentate sono 3 e precisamente:

“Città di Città”, con 18 candidati che si riconoscono nel PD, Moderati, Ncd e Forza Italia.

“Movimento Cinque Stelle” con 11 candidati

“Lista civica alternativa per il territorio” con 11 candidati, espressione della Lega Nord e di Fratelli d’Italia.

Il segretario generale della Provincia avrebbe dovuto controllare la regolarità della documentazione di sostegno e l’autenticità delle firme dei consiglieri comunali elettori, entro il 24 settembre. Tale termine è ormai decorso, senza alcuna comunicazione. Ciò significa, sempre che il funzionario provinciale possegga le ottimali diottrie, che non si sta ripetendo lo scandalo che ha visto il deposito delle firme per il rinnovo del Consiglio Regionale, inquinato da falsità materiali ed ideologiche delle autentificazioni delle firme dei sottoscrittori, tanto che un ricorso è pendente dinanzi al Tar del Piemonte, con l’udienza già fissata il 6 novembre prossimo.

La gestazione ed il travaglio di questa consultazione, per come si è sino ad ora effettuata, contribuisce,  purtroppo a generare altro discredito sulle conduzione e sul ruolo dei partiti politici, anche per le considerazioni che seguiranno.

All’inizio dell’estate, il PD, nell’intento di creare un listone costituente, prendeva contatto con gli altri partiti per compilare una lista unica, riservando una piccola aliquota di seggi, rispondente ai rapporti di forza delle ultime elezioni regionali ai partiti di opposizione.


Il primo nulla osta arrivò dal Ncd che così intendeva replicare a Torino le intese romane. In Forza Italia, nonostante significative prese di posizione avverse, prevaleva la linea dell’ammucchiata. Così il PD stabiliva che agli altri partiti fossero riservati 4 seggi su 18. La Lega Nord, anche grazie ad una tempestiva e vigorosa presa di posizione di Gianna Gancia, presidente del partito e capogruppo al Consiglio Regionale, supportata da Patrizia Borgarello che, come consigliere comunale di Santena è elettrice in questa pasticciata consultazione, si sottrasse al connubio.

Mentre il PD si apprestava a chiudere la Lista, avvenne la levata di scudi da parte di esponenti di rilevo che investirono il segretario provinciale Fabrizio Morri, accusandolo apertamente di mischiare le carte dopo aver promesso ampie consultazioni e il coinvolgimento dei comuni della provincia, per poi agire d’imperio, inserendo gli amici degli amici al di fuori del bilancino del territorio, delle correnti e delle parità di genere, lasciando molti autorevoli  scontenti e generando fratture che emergeranno ancor più dopo la conclusione del voto, previsto per il 12 ottobre.

Nel frattempo il Movimento 5 stelle, la Lega Nord e Fratelli d’Italia, in un moto d’orgoglio,  non mischiandosi con i “conciliatoristi” che sino a giugno qualificavano l’opposizione alla Giunta Saitta e dal primo gennaio si troveranno coinvolti nella gestione di un organismo che non è neppur in grado di pulire le strade innevate o riscaldare le scuole per mancanza di fondi, sottratti dal “Governo amico”, hanno raccolto le firme necessarie e presentato le rispettive liste elettorali.

Questa competizione è sfacciatamente spartitoria, non coinvolge i cittadini, ma rischia di rovinare i piani ed il successo del Listone. Oltre al peso numerico dei consiglieri che appoggiano tali liste, sono molti gli elettori vicini al PD che apertamente dichiarano che non appoggeranno il listone. Si ritiene che il voto di costoro vada ad ingrossare, in massima parte, i suffragi della lista del M5 Stelle.

Così i consiglieri di FI che non hanno digerito il compromesso al ribasso e la decisione innaturale del partito, potranno optare per la “Lista alternativa del Territorio che “nasce dall’esigenza di contrastare le larghe intese tra Pd, Forza Italia e Ncd, che fondendosi in un’unica grande lista non sono più espressione del territorio, né del proprio elettorato, né di una linea politica chiara”.

Questa competizione è importante perché i 18 eletti, con il presidente della Città Metropolitana che, secondo la legge sarà il sindaco di Torino Piero Fassino, dovranno arrabattarsi tra le farneticanti norme sulle competenze del nuovo organismo, partorite dal sottosegretario Delrio e scrivere lo Statuto della Città Metropolitana. La ratio impone che, all’interno delle Liste, prevalgano i consiglieri maggiormente competenti, idonei a costruire l’ossatura e la congruità dello Statuto, con un opposizione in possesso degli strumenti e della conoscenza per esercitare una funzione critica, non demagogica, ma a tutela dei cittadini e per il buon avvio dell’iter legislativo. Purtroppo non sono stati candidati ex consiglieri provinciali che, nella passata legislatura si erano distinti per la partecipazione attiva ai lavori del Consiglio. Circolano invece chiacchiere, a dire il vero trasversali, che già preconizzano i nominativi dei consiglieri da  eleggere e, purtroppo non si tratta dei più competenti.

Chissà se, esercitando il ruolo che la posizione di grande elettore comporta, i 3800 consiglieri comunali e sindaci sapranno con serietà e responsabilità, nei confronti dei cittadini estraniati dal voto, schivare gli ordini di scuderia e scegliere in piena autonomia? Portare a Palazzo Cisterna un nugolo di mungitori, portaborse e quaquaraquà, costituirebbe un oltraggio alla democrazia. Elettori elevate lo sguardo e puntate alla qualità ed alla probità, sin dov’è possibile trovarle!

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Articolo pubblicato il 01/10/2014