Economia e frontiere: la Cina va in India

Dopo il primo ministro giapponese, Nerandra Modi volge lo sguardo alla Cina

Mercoledì scorso, 17 settembre, il leader cinese Xi Jinping si è recato in visita ufficiale India. Erano otto anni che un evento così non accadeva e quindi i media di tutta l’Asia l’hanno seguito molto da vicino.

Inoltre, Xi Jingping è stato accolto ad Ahmedabad nel Gujarat, lo stato da dove viene Modi. Questo è un altro evento storico perché mai il primo ministro di uno Stato straniero era stato invitato in un posto diverso da Delhi prima d’ora. La visita è iniziata lì per festeggiare insieme, con una cena sontuosa, il 64esimo compleanno del primo ministro indiano, durante questo primo momento entrambi indossavano vestiti tradizionali indiani.

L’incontro si è poi spostato a Delhi il giorno seguente e i due ministri hanno toccato i due argomenti che a entrambi stanno più a cuore: l’economia e le frontiere.

Quello della frontiera fra India e Cina è un problema che risale1914: quando l’Inghilterra si è ritirata donando l’indipendenza all’India, ha fissato un confine arbitrario (linea di controllo effettivo) fra Cina e India che il governo cinese non ha mai riconosciuto. Questo ha portato a una piccola guerra nel 1962 e, da allora, a continue incursioni pacifiche di truppe da ambo i lati.

Da una parte l’India reclama come sua la regione Aksai Chin del Kashmir e dall’altra la Cina si rifiuta di riconoscere Arunachal Pradesh come parte dell’India. Anche durante la visita di Xi in India queste tensioni non si sono fermate: diversi media indiani hanno riportato un’ulteriore incursione cinese in territorio indiano. Secondo il ministro della difesa indiana sarebbe la 334esima trasgressione cinese nei primi 216 giorni di quest’anno.

Se sul piano diplomatico le tensioni non si sono alleviate, per quanto riguarda quello economico le cose sembrano essere andate molto meglio.

I due leader hanno firmato dodici accordi commerciali a Delhi, uno dei quali vedrà la Cina investire 20 miliardi di dollari nelle infrastrutture indiane nei prossimi cinque anni. C’è stata larga intesa anche sul nucleare a scopo civile, accordo che era mancato con il Giappone.

Prima dell’incontro Swaran Singh, un professore di politica internazionale all’università Jawaharlal Nehru di Delhi, specializzato nelle relazioni indo-cinesi, ha affermato: “Questa visita rappresenta un’occasione unica per l’industria cinese per investire in India prima che lo faccia il Giappone, la Cina farà di tutto per portare la propria esperienza e tecnologia in India.” Il primo ministro cinese, infatti, si è presentato accompagnato da una delegazione di 100 industriali di primo piano della terra di mezzo, pronti a stringere subito accordi con l’India. Sono, infatti, già partiti 3 miliardi di dollari di investimenti cinesi nelle telecomunicazioni e nell’aeronautica civile.

Per sottolineare l’importanza di questo incontro, Xi ha deciso di rimandare la propria visita in Pakistan, alleato storico della Cina, e concentrare la strategia economica internazionale a breve termine principalmente sull’India di Modi.

Modi sta letteralmente aprendo le porte dell’India ai mercati esteri, e dopo India e Cina si appresta a incontrare Obama alla fine del mese.

 

Picture Credits: The Economic Times        

               

 

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Articolo pubblicato il 28/09/2014