Regione Piemonte - La Giunta autorizzata a rinegoziare il debito

Approvato l’Assestamento dell’Assemblea

 Con 43 voti favorevoli e 3 contrari (gruppi Lega Nord e Fratelli d’Italia) il Consiglio regionale ha approvato la legge di “Rinengoziazione e ristrutturazione del debito” nella seduta del 23 settembre.

Il provvedimento – licenziato solo ventiquattr’ore prima dalla I Commissione – è stato illustrato da Angela Motta (Pd).

“Il testo intende attuare la proposta di rinegoziazione del debito – ha spiegato Motta  - offerta della Cassa depositi e prestiti, intervenuta il 5 agosto scorso. L'operazione rientra infatti tra le iniziative poste in essere dalla Cassa a supporto degli enti territoriali per la gestione attiva del debito per fornire l'opportunità di rimodulare la posizione debitoria anche della Regione Piemonte in funzione delle proprie esigenze”.

La relatrice di maggioranza ha continuato rilevando che, “il disegno di legge riguarda anche la ristrutturazione del prestito obbligazionario con il ministero dell'Economia e delle finanze e l'estinzione anticipata dei contratti inerenti strumenti finanziari derivati collegati”.

Il relatore di opposizione Davide Bono (M5S) ha evidenziato che le perplessità sull’operazione - “che dovrebbe essere accompagnata dalla ricerca delle responsabilità, non solo politiche, della difficile situazione debitoria piemontese” - sono state mitigate dalle proposte emendative accolte presentate dal suo gruppo, in particolare: “la richiesta di parere obbligatorio della Commissione Bilancio sulla valutazione economico finanziaria dell’operazione” e quella per la quale “le risorse derivanti dalla rinegoziazione dei mutui contratti con Cassa depositi e prestiti” siano destinate, “prioritariamente, alla riduzione del debito regionale e, secondariamente, al finanziamento di spese di investimento”.

Il vicepresidente (con delega al Bilancio) della Giunta regionale Aldo Reschigna, che ha difeso il disegno di legge in Aula, ha ribadito l’obiettivo del testo “di rendere meno pesante il complesso delle rate annuali nei prossimi bilanci, 2015 e 2016, senza penalizzare gli esercizi finanziari a medio e lungo termine”. In riferimento alla questione dei derivati obbligazionari sottoscritti nel 2006, Reschigna   ha espresso la necessità di “non guardare troppo al nostro passato. Dobbiamo uscire da una situazione pesantissima. Delicato smontare l’operazione dei derivati, pur se adesso è assolutamente conveniente la rata. Ma quelle del futuro potranno non essere più sostenibili. Altre Regioni hanno messo in atto operazioni molto più speculative. Speravamo maggiore azione Mef, saremo tempestivi”.

Mauro Campo (M5S) è intervenuto associandosi alla posizione espressa da Bono mentre Valzer Ottria (Pd) e Alfredo Monaco (Scelta Civica) hanno appoggiato la relazione di Reschigna.

 Gilberto Pichetto (Fi), anche in riferimento alla passata legislatura quando in Giunta era titolare della delega al bilancio, ha spiegato che  “già allora si voleva affrontare la questione dei derivati pur in attesa del procedimento pendente presso la Corte di Londra. Questa non è la soluzione ma così possiamo guardare avanti. Infatti negli anni tra il 2026 e il 2035 gli accantonamenti senza interventi potrebbero non essere sopportabili”.

Anche Gianna Gancia è intervenuta dichiarando il voto contrario della Lega Nord.

 

Assestamento del Consiglio regionale

 

Nella stessa seduta l’Assemblea ha deliberato l’Assestamento del bilancio di previsione 2014 del Consiglio regionale, che prende atto di un forte avanzo di esercizio, pari ad oltre 17 milioni di euro.

Di questi ne vengono restituiti all’Esecutivo regionale 10,7 impegnando la Giunta - attraverso una mozione presentata dall’Ufficio di presidenza e sottoscritta da numerosi consiglieri -  “a dare atto che l’importo, risultante dall’Assestamento” e che si restituisce “sarà con appositi emendamenti in sede di approvazione del disegno di legge di Assestamento della Regione, dettagliatamente iscritto nelle specifiche unità revisionali di base del medesimo di legge” per indicare il riutilizzo delle somme restituite.

Nella votazione tutti i gruppi hanno votato favorevolmente mentre il Movimento 5 Stelle ha solo garantito la presenza.

La delega comprende anche quella per contrattare con gli istituti di credito, selezionati dal ministero dell’Economia e delle finanze, i cosiddetti derivati obbligazionari sottoscritti nel 2006 per un ammontare di 1,8 miliardi di euro, da trasformare in un mutuo a lungo termine da pagare al Mef.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/09/2014