Bud Spencer Blues Explosion: un vortice di energia

Il duo romano infiamma il pubblico di #RITMIKA a colpi di rock. Intervista esclusiva con i protagonisti.

 

 

Cesare Petulicchio e Adriano Viterbini, in rigoroso ordine alfabetico, rispettivamente batteria e chitarra, sono due ragazzi molto coraggiosi.

In un mondo dove ormai comandano le macchine, i campionatori ed i computer, dove le “canzoni” non sono più tali, ma “tracce”, dove le note sono state sostituite dai byte, Cesare e Adriano, ripeto, con molto coraggio, hanno deciso di andare controcorrente, formando un duo del tutto atipico, per il panorama musicale italiano, e non solo.

Batteria e chitarra, sempre in rigoroso ordine alfabetico, suonati da “persone”.

Risultato: tonnellate di rock e rock-blues allo stato puro, condito da una tecnica mostruosa e successo, meritatissimo, in continuo crescendo.

Successo tangibile anche a #RITMIKA, naturalmente, in una serata molto particolare, durante la quale, l’organizzazione, ha regalato ai presenti, un mini festival.

Prima dei BSBE, infatti, salgono sul palco due band torinesi: Ordinary People, atmosfere alla “Curiosity Killed the Cat” con la voce di Phil Collins; seguiti dai SICA, pura new wave anni ’80, condita da un sound techno-progressive, molto moderno.

E poi…il clou della serata…Bud Spencer Blues Explosion…!!!

Batteria e chitarra in un unico afflato di musica, armonia e atmosfere.

Francamente, non si sente per nulla il bisogno di altri strumenti: Cesare e Adriano sono un duo “completo”, che riesce a incantare, regalando emozioni che lasciano il segno.

Fin dal primo brano, “Mi sento”, si crea un vortice di energia che durerà per tutti i 90 minuti di live show, che comprende, fra le altre, una cover di “Esci piano” di Alex Britti (chissà cosa combinerebbero, insieme sul palco, Alex e Adriano, ndr), “Duel”, il nuovo singolo “Miracoli”, “Do It”, per finire con una tiratissima e distortissima “No soul”.

E qui, una cosa davvero unica, mai vista prima: Adriano, rimasto solo sul palco, appende la chitarra all’asta del microfono e lo strumento…suona da solo…tiene l’accordo, per chiudere lo show, bagnato dalla luce dell’unico riflettore rimasto acceso, con un effetto “in dissolvenza”, che lascia il pubblico a bocca aperta.

In tanti anni passati “tra palco e backstage”, ho visto tastiere, batterie elettroniche, synt bass, suonare da soli, ma una chitarra…mai!!!

Gli applausi convinti del numeroso pubblico presente, tra cui ho riconosciuto tanti musicisti, chiudono così una serata davvero memorabile, aggettivo che ormai è diventato consuetudine per questa edizione di #RITMIKA.

Ho avuto il piacere di incontrare Cesare e Adriano, dopo il sound check: due ragazzi molto simpatici, molto disponibili, con cui è stato davvero piacevole parlare di musica e non solo.

Ragazzi, una domanda che non vi ha mai fatto nessuno…perché “Bud spencer Blues Explosion”…???

(Cesare)…(ride,ndr)…si, in effetti non ce l’ha mai chiesto nessuno…ci siamo incontrati, io e Adriano, una sera in un locale, a Roma. Suonavamo in due band diverse. Lui mi propose di provare a suonare insieme, in un duo, chitarra e batteria. Pensammo subito al nome, la cosa più importante: avevamo in mente un nome…lungo…visto che siamo solo in due. Un amico ci propose di chiamarci così. In quel momento abbiamo riso, poi cominciando a suonare in giro con questo nome, ci siamo accorti che piaceva, parecchio, e che sarebbe stato difficile cambiarlo, tornare indietro. Così è rimasto. Molti hanno dato altre giustificazioni alla scelta del nostro nome: tutte invenzioni. La verità è quella che ti ho detto prima.

Descrivete la vostra musica.

(Adriano) Sicuramente rock, partendo dalla volontà di fare delle cose blues. Poi, anche a causa del fatto che siamo solo in due, si è trasformato in una cosa più roccheggiante. La strumentazione che abbiamo e il modo di suonare è molto rock, anche se si sente molto la matrice originale. Probabilmente, dal vivo, riusciamo ad esprimere meglio la voglia di suonare, non solo la canzone in se, ma di andare oltre: chiudere gli occhi e andare un po’ a braccio, come si fa spesso in sala prove. Sai, in sala prove, molti artisti danno il meglio di se stessi. A volte, dal vivo, sei costretto a fare un brano al meglio, hai dei tempi standard. Noi non facciamo così, non seguiamo questa regola: decidiamo noi come fare una canzone e quanto farla durare. Questo è lo spirito della nostra musica.

A parte il fatto che pestate davvero duro…come ho visto durante il sound check…è stata molto coraggiosa, la scelta di esibirsi in duo. Ricorda parecchio, fatte le debite proporzioni, certe formazioni new wave anni ’80: Thompson Twins, Eurythmics, ecc. Perché solo in due, e otlre tutto, senza il basso…???

(Cesare) Suoniamo anche con formazioni complete, o classiche, se preferisci.

Diciamo…la volontà e la passione di jammare in due, solo chitarra e batteria. Fare qualcosa di diverso, provare a fare cose nuove, con un set up diverso: quello che scriviamo prevede solo i nostri strumenti. Nel corso della nostra breve carriera…ci siamo accorti che va bene così, possiamo improvvisare, come ha detto Adriano. E’ più facile seguirsi, se si è solo in due.

…breve carriera…che però vi ha già dato un sacco di soddisfazioni…concerti al Primo Maggio, Memphis, collaborazioni con musicisti importanti…direi che il vostro brand, anche se trovato in modo un po casuale, vi ha portato fortuna…a parte il fatto che siete davvero bravi…

(Adriano) Grazie. Diciamo che è stato un mix di cose. Obiettivi da raggiungere con la musica, tanta dedizione e passione. Fare le cose che ci sentiamo di fare. Questo è stato recepito dal pubblico. questo ci ha permesso di collaborare con artisti anche al di fuori del nostro contesto.

…sempre a proposito della vostra breve carriera…voi vi siete fatti un “mazzo” così in giro per il mondo, mentre invece c’è qualcuno, che si sbatte un po’ di meno, partecipando ai talent…

(Cesare) E’ un percorso completamente diverso. Fondamentalmente si tratta di spettacoli televisivi. E’ un altro tipo di musica, un’altra scelta di vita. Personalmente, mi da fastidio lo sfruttamento dei partecipanti: non do la colpa a chi ci prova, ma a chi lo fa credere. In dieci anni di talent, non so effettivamente chi ce l’abbia fatta e chi no. Poi…fatta…che significa…sicuramente fanno più soldi di noi…(ride,ndr)…sono scelte. Scelte che con la musica vera hanno ben poco a che fare, in fin dei conti fanno solo cover. E’ un’esibizione.

(Adriano) Credo che chiunque abbia un talento, lo possa proporre come meglio crede. L’importante è che il risultato sia il più sincero possibile. Se tu sei bravo, ma mal gestito, diventi una cosa diversa da quello che sei.

Pienamente d’accordo! Ma tornando a voi…”Duel”…un video molto forte!

(Adriano) Credo che l’importanza di questo video, stia nei primi 5 secondi. L’impatto che si crea. Era quello che volevamo: impattante visivamente, dove noi non compariamo. Un grande lavoro del regista Alex Infascelli. 

Un’ultima cosa…Do It…perché “Dio odia i tristi”…??? (acronimo del titolo,ndr)

(Adriano) E’ nato un po’ per caso. Un periodo in cui con la nostra etichetta non andava benissimo. Ci siamo trovati ad affrontare tante cose per conto nostro. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati dritti per la nostra strada. Diciamo che vuol dire…approcciamo positivamente…non siamo sempre e solo pessimisti! Siamo una band che fa rock, senza troppe smancerie! Se poi qualcuno ci trova anche del romanticismo…ben venga!

Grazie della vostra disponibilità! Mi auguro di rivedervi presto!

Anche noi!!! Grazie a te!!!

Stay always tuned !!!

 

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Articolo pubblicato il 23/09/2014